Donazione degli organi. Le dichiarazioni crescono del 22,5%, Cagliari la più “virtuosa” tra le grandi città, Valle d’Aosta prima tra le Regioni
Le realtà meridionali con tasis inferiori al 60%, si collocano tutte sotto la media nazionale. Questi i dati 2019 emersi dall’Indice del Dono del Centro nazionale trapianti, rapporto sulla raccolta delle dichiarazioni di volontà alla donazione attraverso la carta d’identità elettronica relative al 2019. Quest’anno attraverso i comuni abilitati sono state raccolte 2.319.223 dichiarazioni. IL RAPPORTO
03 DIC - Cagliari tra le grandi città, Sondrio tra tutti i capoluoghi di provincia, la Valle d’Aosta tra le regioni: sono le realtà più “virtuose” d’Italia secondo
l’Indice del Dono 2019, il rapporto elaborato dal
Centro nazionale trapianti per valutare i risultati della raccolta delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti attraverso il rilascio o il rinnovo della carta d’identità elettronica.
L’analisi del Cnt ha messo in fila i numeri realizzati dai 6.274 comuni nei quali è possibile registrare la volontà alla donazione, con una copertura del servizio sul 92% della popolazione residente. Tre i parametri presi in considerazione: la percentuale dei consensi sul totale delle dichiarazioni registrate e quelle dei consensi e delle dichiarazioni complessive sul totale delle carte d’identità emesse da ciascun comune. Il rapporto completo è su www.trapianti.salute.gov.it.
Complessivamente quest’anno attraverso i comuni abilitati sono state raccolte 2.319.223 dichiarazioni, ovvero il 22,5% in più rispetto al 2018. I consensi sono stati 1.559.171 (67,2%, in leggero calo sul 67,5% dello scorso anno) e 760.052 le opposizioni (32,8%). In totale le dichiarazioni registrate finora nel Sistema informativo trapianti sono arrivate a quota 6.788.457: 5.209.477 consensi e 1.578.980 opposizioni.
La valutazione per classi demografiche vede Cagliari al primo posto tra i comuni con più di 50mila abitanti: nel 2019 i consensi nel capoluogo sardo hanno superato il 79%, e complessivamente oltre il 44% dei cittadini che ha rinnovato il documento ha scelto di registrare la propria scelta sulla donazione, positiva o negativa.
Sul podio delle città più grandi ci sono anche Sassari e Pordenone. Tra i comuni di medie dimensioni (tra i 15 e i 50mila abitanti) la cittadina più virtuosa del 2019 è in provincia di Livorno: si tratta di Collesalvetti, con un tasso di consensi vicino al 95% e una percentuale di dichiarazioni registrate sul totale delle Cie emesse di oltre il 68%. Seguono il comune toscano due realtà meridionali: San Giorgio Ionico (Taranto) e Taurianova (Reggio Calabria). Un’altra cittadina sarda è prima tra i comuni dai 5 ai 15mila abitanti, la nuorese Dorgali, mentre si trova in Sicilia anche il comune più virtuoso nella classe demografica dai 1000 ai 5mila residenti, ovvero Marianopoli, in provincia di Caltanissetta, dove addirittura nel 2019 non è stata registrata nessuna opposizione. Si risale invece al Nord per trovare il paesino più virtuoso tra quelli con meno di mille abitanti: è Luserna, in Trentino. I cinque comuni migliori di ciascuna classe demografica saranno premiati oggi dal Cnt ad Abano Terme in occasione del convegno nazionale dell’Anusca, l’associazione nazionale degli ufficiali di stato civile e anagrafe.
Il rapporto del Cnt mette anche a confronto tutti i comuni capoluogo di provincia, al di là delle dimensioni differenti: l’indice più alto è stato raggiunto da Sondrio, seguita da Belluno e Nuoro. Notevole il risultato dei 5 capoluoghi sardi, che si trovano tutti entro le prime 8 posizioni. Tendenzialmente meno alti i valori raggiunti dalle città maggiori: il risultato migliore è quello di Firenze (17ma), mentre Milano è 57ma, Roma 64ma e Torino 75ma. Quasi tutti centro-meridionali i capoluoghi con gli indici del dono più bassi: Napoli è in 104ma posizione, mentre chiudono la classifica Foggia, Crotone e Teramo.
Il gap tra Nord e Sud in tema di volontà alla donazione emerge anche nel confronto tra le regioni: l’indice più alto del 2019 lo ottiene la Valle d’Aosta, seguita dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Sardegna. Le realtà meridionali si collocano invece tutte sotto la media nazionale, in particolare Campania, Sicilia e Calabria, tutte con tassi di consenso inferiori al 60%.
03 dicembre 2019
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