Aziende ospedaliero-universitarie ‘fuori norma’: la soluzione è vicina

Aziende ospedaliero-universitarie ‘fuori norma’: la soluzione è vicina

Aziende ospedaliero-universitarie ‘fuori norma’: la soluzione è vicina
Presentato un emendamento al Ddl Prestazioni sanitarie che metterà a posto il problema, soprattutto salvaguardando tutti gli atti nulli che sono conseguiti, evitando (forse) i danni gravi determinati a carico delle finanze pubbliche.

A proposito di strutture ospedaliere pubbliche, sono arrivati finalmente due ministri (Bernini e Schillaci) che hanno preteso di mettere a posto l’errore del secolo in materia di esistenza ed esercizio delle aziende ospedaliere universitarie, delle quali 29/30 sedicenti tali perché operanti per 25 anni sine titulo. Ad essere a posto è, infatti, a tutt’oggi solo quella di Salerno, la “AOUS. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona- Scuola medica Salernitana”, in forza di Dpcm del 31 gennaio 2013 (G.U. nr. 55 del 6 marzo 2013).

Con l’emendamento governativo n. 6.0.100 (relatrice Cantù) si prevede l’inserimento nel Ddl nr. 1241 – recanti “Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria”, all’esame del Senato – di un articolo 6-bis che mette a terra una regola che sana l’altrimenti insanabile.

Il testo è di estrema semplicità e chiarezza, sia nella forma che nella finalità: «Ferma restando la vigenza della disciplina di cui al decreto legislativo 21 dicembre 1999 , n. 517, in materia di rapporti tra Servizio sanitario nazionale ed università a norma dell’articolo 6 della legge 30 novembre 1998, n. 419, le Aziende ospedaliero-universitarie, ancorché sprovviste del richiesto decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di cui all’articolo 8 del richiamato decreto legislativo, sono da considerarsi costituite, ora per allora, purché istituite e rese operanti attraverso leggi e provvedimenti regionali adottati entro e non oltre il 31 dicembre 2023. Ai fini della regolarizzazione, è dato modo alle medesime di proporre istanza, a mente dell’anzidetto articolo 8 del decreto 21 dicembre 1999, n. 517, entro e non oltre il 31 dicembre 2025, allo scopo di regolarizzare ogni procedura necessaria e conseguente».

Tutto questo dà ragione ai dubbi formalmente e reiteratamente sollevati su questa rivista (Quelle Aziende ospedaliere universitarie italiane “fantasma”, 31 dicembre 2022; Aziende ospedaliere universitarie “fuori norma”. Che fare?, 16 gennaio 2023; Aziende ospedaliere universitarie “fuori norma” e pareri ministeriali errati, 17 gennaio 2023; Restano dubbi sulla correttezza degli atti costitutivi di alcune aziende ospedaliere universitarie, 27 gennaio 2023; La creazione delle Aziende ospedaliere universitarie non ha migliorato le prestazioni,1 febbraio 2023) con quanto assunto allora con particolare riferimento al pateracchio che non rilevava in Calabria l’inesistenza giuridica-economica della sedicente AOU Mater Domini di Catanzaro.

Il vulnus che ne è venuto palesemente fuori – a seguito di una accorta lettura della legge regionale (n.11/2004) e di una improvvisata delibera giuntale (n. 799 del 25 ottobre 2004) che facevano il peggio, atteso che negavano entrambi l’esistenza in Calabria di una AOU – ha determinato un turbinio di atti e provvedimenti regionali e aziendali illegittimi arrivando addirittura la stessa AO a rendersi, seppure nella qualità inesistente di universitaria, incorporante di una azienda ospedaliera catanzarese, di per sé efficientissima.

Una situazione, questa, che – così come tante altre delle 29 sine titulo – l’emendamento presentato dal Governo metterà a posto, soprattutto salvaguardando tutti gli atti nulli che sono conseguiti, evitando (forse) i danni gravi determinati a carico delle finanze pubbliche.

Ettore Jorio

Ettore Jorio

03 Marzo 2025

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