Vaccini. La Regione Toscana all’attacco: “Scelta irresponsabile, pronti a fare nostra legge”
Forte contrarietà dell’assessore alla Salute della Toscana e del presidente della Commissione sanità in Consiglio regionale sugli emendamenti approvati al Milleproroghe. “Senza vaccini è come togliersi il casco in moto”, afferma Saccardi. La Regione Toscana aveva già promosso una legge regionale per introdurre l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione a scuola, il cui iter era stato interrotto in considerazione dell'introduzione dellaa norma nazionale. Il provvedimento potrebbe ora essere ripreso.
03 AGO - I bambini potranno andare a scuola a settembre anche senza aver fatto i vaccini. La Regione Toscana non ci sta ed alza le barricate. “Un atto da irresponsabili” tuona l’assessore alla salute,
Stefania Saccardi. Il timore è che, dopo il rinvio, la legge Lorenzin venga del tutto scardinata. E se così fosse, la Toscana si dice pronta a fare una propria legge, anche riprendendo quella che era già stata presentata e il cui iter era stato interrotto in considerazione dell’introduzione della legge nazionale.
“Come medici ed esperti hanno già sottolineato, si tratta di una pessima idea” commenta Saccardi. “I vaccini, grazie al cosiddetto ‘effetto gregge’ - afferma -, non difendono solo le persone a cui vengono somministrati ma anche gli altri, i neonati e gli immunodepressi ad esempio che vaccinati non possono essere. Perché ciò accada occorre però raggiungere una certa soglia, il 95 per cento di copertura, compresi i richiami”. “Ed è necessario – ribadisce l’assessore – che l’obbligo permanga anche nelle regioni dove la copertura è già stata raggiunta, perché viviamo in un mondo globale dove la gente si sposta”. Oggi sono dieci i vaccini obbligatori. “Spero – aggiunge – che non si faccia un passo indietro anche su questo”.
Quanto all’eventuale legge regionale, Stefano Scaramelli, presidente della Commissione sanità in Consiglio regionale, ricorda come, appunto, la Regione Toscana avesse già promosso una legge toscana per introdurre l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione a scuola. “Con la norma nazionale quella legge diventava superflua e non se n’era fatto più nulla. Quelle norme, varate dalla giunta e poi passate al vaglio della commissione regionale sanità, avrebbero però bisogno ora solo dell’ultimo passaggio in aula consiliare per diventare legge”.
“In Toscana - sottolinea Scaramelli - l’evoluzione della discussione sul merito dell’obbligo dell’introduzione delle vaccinazioni nelle scuole aveva seguito un processo di partecipazione e condivisione tale da ipotizzare l’obbligatorietà, ai fini dell’iscrizione ai nidi e alle materne, di quei vaccini che la normativa nazionale declinava come obbligatori. L’evoluzione del quadro normativo nazionale e la richiesta avanzata proprio dalla nostra Regione di superare la dicotomia tra vaccini obbligatori e raccomandati ci consente oggi, nell’ambito delle nostre facoltà legislative, di poter ipotizzare la correlazione tra la loro obbligatorietà e l’iscrizione quanto meno ai servizi nido e materne, ambiti formativi non obbligatori nei quali la Regione ha piena competenza”. “La sfida che abbiamo di fronte -prosegue il consigliere regionale - è evidentemente culturale prima ancora che legislativa o politica”.
Nel 2015 in Italia si era registrato un calo della copertura vaccinale, scesa pericolosamente sotto la soglia minima di efficacia sociale. “Per questo – ricorda Saccardi – lo Stato ha scelto di introdurre l’obbligo vaccinale, esattamente come molti anni prima era stato fatto per le cinture di sicurezza in auto, il cui obbligo ha ridotto i morti in incidenti stradali, con il casco che ha salvato molte vite o con il salvavita in casa che scatta al primo accenno di corto circuito”.
“La scelta ora del governo e del parlamento – prosegue Saccardi - è ancora più irresponsabile perché col rinvio si nullifica una legge che già aveva prodotto effetti positivi nell’alzare i livelli di copertura della popolazione. Si tratta di un atto che mette in pericolo i più piccoli e soprattutto coloro che non possono vaccinarsi” rincara l’assessore. “La politica – conclude - è responsabilità, la politica è prendere decisioni per il bene di tutti. La politica non deve mettere in dubbio la scienza. In Toscana manterremo l’obbligo perché ha prodotto risultati positivi sulle coperture vaccinali e questo è un dato oggettivo”. “Il senso di responsabilità verso i nostri figli – ribadisce Scaramelli – deve unirsi alla capacità di assumersi responsabilità”.
03 agosto 2018
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