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Assistenza agli anziani, ancora troppe disparità regionali

di Laura Pelliccia

30 GEN - Gentile Direttore,
vista la centralità nell’ attuale dibattito pubblico della questione dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, mi permetto di sottoporle uno studio - a cui ho collaborato con l’ Agenzia Umbria Ricerche - che ha come oggetto proprio questo tema. Si tratta di un lavoro che ha concorso al più ampio Rapporto sulla finanza territoriale a cura delle Agenzie Regionali di Ricerca, appena pubblicato.

In un panorama istituzionale che vede diversi soggetti istituzionali responsabili dell’assistenza agli anziani (l’Inps per l’indennità di accompagnamento, le regioni per i Lea sociosanitari e i comuni per gli interventi socio-assistenziali) il contributo ha inteso offrire una sintesi degli interventi pubblici erogati in ciascun territorio quale effetto del complesso delle filiere istituzionali. La spesa pubblica dei vari soggetti è una buona proxy degli effetti dell’intervento pubblico per la LTC anziani.

Lo studio ha stimato, regione per regione, distintamente la spesa pubblica di questi tre attori, per poi procedere alla ricomposizione su ogni territorio della somma dei diversi interventi istituzionali.

In termini di spesa per l’indennità di accompagnamento si registra un andamento crescente Nord-Sud del ricorso alla misura (con alcune eccezioni nell’Italia Centrale), presumibilmente quale effetto della diversa diffusione della non autosufficienza a livello territoriale, ma anche dell’assenza di una comune scala nazionale di valutazione per accedere all’indennità. In ogni caso – per quello che dovrebbe essere l’unico diritto esigibile comune a livello Paese – l’accesso è molto differenziato da territorio a territorio.

Nonostante il comune denominatore dei LEA sociosanitari, le risorse che le sanità regionali dedicano all’assistenza agli anziani non autosufficienti sono molto variabili sia in termini di entità (spesa per anziano) sia di composizione tra domiciliarità e residenzialità. In generale si osserva un divario molto pronunciato a favore delle regioni del Centro Nord in termini di spesa per i Lea anziani.

Quanto alla composizione della spesa sociosanitaria per setting assistenziali, premesso che la spesa per la residenzialità è la componente che ovunque incide maggiormente, tendenzialmente una bassa spesa per la residenzialità si accompagna per una bassa spesa per la domiciliarità; analogamente, le regioni che investono molto sulla domiciliarità lo fanno anche sulla residenzialità: tra i due setting, più che un rapporto di complementarietà sembra esserci un rapporto di rafforzamento, vale a dire che le regioni che danno centralità alla LTC lo fanno investendo su entrambi i versanti.

La sostanziale assenza di LEP specifici sugli interventi socio-assistenziali per gli anziani comporta una variabilità molto pronunciata tra le regioni della spesa del comparto dei comuni (rispetto all’indennità di accompagnamento e alla spesa sociosanitaria è la voce per cui si registrano i maggiori squilibri territoriali). Se in generale sono i comuni delle regioni settentrionali a spendere di più per la LTC anziani, non mancano le eccezioni di territori del Nord con livelli di spesa carenti e di regioni meridionali con elevati investimenti di carattere sociale.

Sommando la spesa per LTC delle tre filiere istituzionali di ciascun territorio emerge che il loro effetto d’insieme non sembra privilegiare unicamente un’area geografica: la stratificazione dei degli interventi dei vari livelli di Governo riduce gli squilibri osservati componente per componente, poiché tendenzialmente nelle aree dove c’è un maggiore ricorso all’indennità di accompagnamento c’è un minor investimento da parte degli enti territoriali (regioni e comuni). Si presume sia un effetto abbastanza casuale di comportamenti di soggetti non necessariamente coordinati tra loro, più che il risultato di una deliberata politica nazionale.

I livelli assistenziali che gli anziani delle diverse regioni ricevono, in alcuni casi, sono il risultato degli sforzi allocativi delle amministrazioni decentrate, in altri casi il risultato di una forte dipendenza dagli interventi del Centro.

Nell’ambito degli interventi delle amministrazioni decentrate, si distinguono regioni che brillano maggiormente per lo sforzo in campo sociale, altre per quello in ambito sociosanitario. In ogni caso, non sembra emergere una relazione di complementarietà tra sociale e sanità, ovvero tendenzialmente quanto maggiore è l’investimento di un territorio per gli anziani nel sociale, quanto maggiore è anche l’investimento per gli anziani in sanità.

Si auspica che i risultati di questo lavoro possano essere utili per la ridefinizione di policy di riforma, non tanto per fare classifiche, quanto per promuovere esigenze di costruzione di sistemi di monitoraggio trasversali e integrati, nell’ottica di favorire una governance multilivello.

Laura Pelliccia
Ricercatore in area welfare e finanza pubblica

30 gennaio 2024
© Riproduzione riservata

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