Umbria. Ricci (Rp): “O nuovo assessore. Oppure dimissioni o mozione di sfiducia a Marini”
Il termine ultimo, per il consigliere regionale, è il 9 marzo. “Se nella seduta di mercoledì la crisi non si risolve, con la nomina di un assessore alla sanità, la presidente della Regione deve dimettersi, favorendo il ritorno alle elezioni regionali anticipate, che si possono svolgere a giugno in concomitanza con le elezioni comunali”.
07 MAR - Approderà in Aula del Consiglio Regionale, il 9 marzo, una risoluzione una risoluzione che impegna a scegliere i dirigenti della sanità sul curriculum e criteri di cambiamento, evitando una durata dell'incarico superiore a 10 anni, nonché azioni per eliminare sprechi e inefficienze ed arrivare, in tempi rapidi, ad una unica Azienda sanitaria locale e una unica Azienda ospedaliera con sedi in Perugia e Terni. Al centro dei lavori, anche la crisi di Giunta dopo le dimissioni dell’assessore alla Salute
Luca Barberini. E per il consigliere regionale
Claudio Ricci (Rp) “se nella seduta di mercoledì 9 marzo la crisi non si risolve, con la nomina di un assessore alla sanità, la presidente della Regione"
Catiuscia Marini "deve dimettersi, favorendo il ritorno alle elezioni regionali anticipate, che si possono svolgere a giugno in concomitanza con le elezioni comunali”.
Il consigliere chiede, nel caso in cui mercoledì non accada nulla di significativo per risolvere la crisi politica, che “tutti coloro che vogliono un reale cambiamento devono raccordarsi per determinare una mozione di sfiducia al presidente della Regione”. Per Ricci “non ci sono da attuare strategie, tattiche o riflessioni politiche, occorre essere chiari e incisivi con i cittadini che ci guardano e tornare al voto per cambiare realmente. Non sarebbe accoglibile, nemmeno eticamente, mentre in Umbria crescono le famiglie povere, le aziende in difficoltà e chi cerca un posto di lavoro, voler continuare a dare una immagine negativa della politica dedicata solo al puro esercizio del potere per il potere. In un momento come questo non ci sarebbe consentito, soprattutto moralmente”.
07 marzo 2016
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