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Niente esclusività per il comparto. Sindacati divisi, per Fp Cgil “Aprirà le porte al privato” ma Cisl parla di “un’opportunità” 

Pubblicata in Gazzetta ufficiale la norma (art. 13) che congela fino al 2025 il rapporto di esclusività per il personale sanitario di comparto. Il timore della Fp Cgil è che una parte di infermieri possano decidere, fuori dell’orario di lavoro, di svolgere prestazioni nel privato, lasciando il servizio sanitario pubblico sempre più in panne. Per la Cisl Fp si tratta, invece, di “la libera professione non può essere che una risorsa al pari di quella dei medici”.

di Endrius Salvalaggio
11 APR - Sono i massimi vertici della Fp Cgil Cristian Bernini e Sonia Todesco a scendere in campo contro la cancellazione del vincolo di esclusività (per ora fino al 2015) per il personale di comparto per la sanità pubblica, stabilita dall’art 13 del Decreto Energia pubblicato in Gazzetta Ufficiale in questi giorni, Per la Fp Cgil il provvedimento deve infatti fare i conti con la strutturale e cronica carenza dei professionisti infermieri riportata chiaramente dall’ultimo rapporto Agenas. Gli infermieri in Italia rispetto ai paesi europei coprono per il 6,2 infermieri per 1000 abitanti contro il doppio degli infermieri per la Francia e 13 per la Germania, sempre per 1000 abitanti.

“Senza alcuna vergogna”, incalza Ivan Bernini, segretario Fp Cgil Veneto, “il Governo introduce nel ‘decreto bollette’ una norma che prevede che agli operatori delle professioni sanitarie del comparto sanità, al di fuori dell’orario di servizio, non si applicano le incompatibilità previste da una Legge del 1991 che sanciva che il rapporto di lavoro nella Pubblica Amministrazione è incompatibile con ogni altro rapporto di lavoro dipendente, pubblico o privato, e con altri rapporti anche di natura convenzionale con il Servizio sanitario nazionale”.

“Questa scelta è probabile che aprirà le porte a molti operatori che, immessi liberamente e senza vincoli nel mercato sanitario, sceglieranno di lavorare nelle strutture private che sicuramente remunereranno maggiormente il rapporto di lavoro extraistituzionale pur di acquisire personale. E magari questa sarà la strada per attrarre e far uscire dal servizio pubblico quello stesso infermiere che il privato ha conosciuto grazie a questo Decreto. Ed è anche probabile che le stesse ‘prestazioni aggiuntive’, oggi prestate dal personale sanitario all’interno delle aziende, in forma volontaria, per l’abbattimento delle liste di attesa, ora entreranno in competizione con il privato creando le condizioni per favorire l’allargamento del privato”, conclude Sonia Todesco, segretario regionale Fp Cgil Veneto.

Non è dello stesso parere la Cisl Fp Veneto, che attraverso del segretario regionale Marj Pallaro parla in tutt’altro tono, addirittura auspicando che la cancellazione dell’esclusività per il comparto vada oltre il 2025. “Per prima cosa mi auspico che la cancellazione dell’esclusività per il comparto sia parificata come quella dei medici – spiega Marj Pallaro – e cioè per sempre. Se non è un problema per i dirigenti medici non vedo perché debba esserlo per i professionisti infermieri e tecnici. Anzi ad essere onesti, fino ad ora sia infermieri che tecnici avendo il vincolo di esclusività facevano l’intramoenia inquadrati come personale di supporto e senza un potere contrattuale vero all’interno dei gruppi di lavoro. Credo sia giusto e dignitoso che per chi fa libera professione siano messi tutti allo stesso livello. La percentuale che andrà nel privato sarà, secondo noi, addirittura meno della precedente considerato che l’intramoenia ora la si può fare anche all’interno delle proprie Ulss e non più da personale di supporto”.

Endrius Salvalaggio

11 aprile 2023
© Riproduzione riservata

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