“Il tema della denatalità, in Italia come in Veneto, non si affronta e risolve con interventi a spot, tipo più posti negli asili nido, ma con una strategia di programmazione, come stiamo facendo in Veneto, grazie ad un piano dedicato - condiviso con gli Enti Locali, le Ullss e gli organismi di rappresentanza delle famiglie – con cui è stato approvato un complesso pluriennale di attività per l'attivazione, il sostegno e lo sviluppo di interventi e servizi a favore di chi ha una famiglia o intende costituirne una”.
Così interviene oggi l’Assessore alla Sanità e Sociale della Regione del Veneto Manuela Lanzarin, sul problema della denatalità e in risposta ad alcune dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi.
Il "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia" - prosegue Lanzarin - è stato approvato lo scorso 26 luglio ed ha previsto finanziamenti per 28.790.092,28 euro nel solo 2022. Stessa cifra prevediamo di dedicare nel 2023. Oltre a questi stanziamenti, la Regione si è attivata per intercettare le disponibilità finanziarie derivanti dal Fondo Sociale Europeo, di cui al recente progetto “Insieme" (Implementazione di nuovi sistemi inter-istituzionali e di équipe multidisciplinari interservizio per prevenire l’esclusione sociale delle famiglie, DGR n. 69 del 26 gennaio 2023), che prevede, complessivamente, 10.000.000,00 euro per la sua realizzazione. Questa non è inerzia, come superficialmente dichiarato dalla Consigliera di opposizione Annamaria Bigon, è impegno concreto, sia finanziario che programmatorio”.
In particolare:
1. incrementa i pesi dei figli, che non sono considerati come dei componenti generici e, per essi, considera anche la fascia di età di appartenenza;
2. tiene in maggiore considerazione il peso della presenza di disabilità, valutando anche il grado della stessa;
3. considera maggiormente il caso di un genitore solo, madre/padre con i figli;
4. considera il caso di perdita di reddito derivante da problemi di lavoro;
5. riconosce maggiore peso alla persona che vive da sola (per esempio, al costo della vita più elevato dei padri separati);
6. considera la presenza di figli gemelli.
Al momento, l'Amministrazione Regionale sta conducendo un'applicazione sperimentale del "Fattore Famiglia" ad un contributo da corrispondere alle famiglie per la frequenza dei servizi 0-3 anni.
C’è poi Il "Programma 2022-2024 degli interventi della Regione del Veneto a favore della famiglia", con numerose azioni significative e cospicui finanziamenti già per il 2022:
· 15.500.000,00 euro per interventi per il potenziamento e la riqualificazione dei servizi socio-educativi destinati alla prima infanzia, per garantire un servizio adeguato alle esigenze del territorio;
· 4.900.000,00 euro per progetti che prevedono la riduzione della retta di frequenza dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, tenuto conto della rilevanza di questo genere di servizi e dei costi che le famiglie devono sostenere per fruirne: da strutture utilizzate per la mancanza di un familiare disponibile per l’accudimento a contesti organizzativi strutturati per lo sviluppo socio-affettivo del bambino, quindi “supporto alle attività di cura genitoriale ed impulso verso la socializzazione”;
· 5.180.000,00 euro per l'attivazione di un fondo a favore dei Comuni o delle loro aggregazioni che attivano progetti verso le “famiglie fragili”;
· 500.000,00 euro per lo sviluppo del coordinamento dello “Sportello per la famiglia” del Comune e i servizi del territorio che svolgono attività d'interesse per i nuclei familiari;
· 2.410.092 euro per il potenziamento delle funzioni di assistenza e mediazione familiare presso i Consultori Familiari;
· 300.000,00 euro per la promozione della “valutazione d’impatto familiare”, quale valutazione qualitativa e quantitativa (sul breve, medio e lungo periodo) degli effetti delle attività svolte sulla comunità territoriale di riferimento rispetto alle politiche perseguite in ambito di sostegno della famiglia e della natalità.
“Per il 2023 – dice l’Assessore - la Regione intende confermare gli stanziamenti 2022 e integrare le attività promuovendo le "Alleanze Territoriali per la Famiglia", reti territoriali costituite dagli Enti Locali (anche associati) che - in collaborazione e accordo con organismi sociali, economici e culturali - promuovono, nelle comunità locali, politiche attente ai bisogni delle famiglie, attivando sinergie territoriali; iniziative formative; approfondimento dei servizi e delle iniziative presenti nel territorio; introduzione, integrazione, revisione di servizi di cura a supporto delle necessità educativo-assistenziali delle famiglie; erogazione di contributi economici da parte dei comuni a famiglie, associazioni e operatori economici; introduzione, integrazione, revisione dei sistemi tariffari e delle politiche di prezzo da parte di enti; introduzione, integrazione e revisione degli strumenti di programmazione locale”.
Le "Alleanze Territoriali per le Famiglie" possono annoverare, accanto ai Comuni, altri soggetti partner, quali, in particolare: enti pubblici; istituzioni scolastiche; istituzioni pubbliche di assistenza e di beneficienza (IPAB); Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA); Enti del Terzo Settore; associazioni di famiglie; comitati di genitori; imprese private; associazioni di categoria.