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Esternalizzazione del Suem 118 di Cittadella e Piove di Sacco. Cgil-Uil contrari

All’indomani dei buoni propositi della regione nel dettare le regole alle aziende sanitarie su come reclutare medici gettonisti, la FP Cgil Padova e la Uil Fpl Padova manifestano contro la scelta della Ulss 6 Euganea di esternalizzare il servizio Suem 118 dei presidi ospedalieri di Cittadella e Piove di Sacco: “Un servizio che non può essere esternalizzato a gente che non conosce il territorio e che non è controllato dalla dirigenza medica pubblica”.

di Endrius Salvalaggio 
19 FEB - Le recenti dichiarazioni della Regione Veneto in merito al fatto che, per far fronte alla carenza di personale sanitario, lo strumento dell’assunzione resta la strada maestra con concorsi banditi per le specialità più carenti, sembrano non convincere i sindacati, almeno dopo il recente presidio di protesta della scorsa settimana contro la decisione della stessa Azienda “di esternalizzare il servizio Suem 118 dei presidi ospedalieri di Cittadella e Piove di Sacco” Raccontano i sindacalisti Alessandra Stivali e Marika Damiani, rispettivamente della segretaria generale e segretaria provinciale della FP Cgil Padova insieme a Michele Magrini, segretario provinciale Uil Fpl Padova.

“La grave carenza di personale medico dipendente nei Pronto Soccorso della Regione Veneto – dicono Alessandra Sti vali e Marika Damiani della FP Cgil Padova congiuntamente con Michele Magrini della Uil Fpl Padova – sta determinando delle scelte di esternalizzazione da parte delle aziende ospedaliere che contestiamo. In primis, perché non restituiscono in qualità di esborso economico che ricordiamo, incide in maniera pesante sui già insufficienti fondi sanitari regionali. E, in secondo luogo, perché con le esternalizzazioni si determinano delle gravose conseguenze in termini di disorganizzazione del servizio. Estenderle al comparto, cioè anche agli infermieri che escono nelle ambulanze, significa perdere completamente il controllo su un’attività così delicata perché di fatto si romperà la filiera”.

In sostanza sostengono i sindacalisti, che la scelta di esternalizzare il Suem nei due ospedali che per strada gireranno delle equipe su cui non ci sarà nessun tipo di controllo diretto da parte dei dirigenti ospedalieri e considerato che con molta probabilità si tratterà di personale senza nessuna conoscenza reale del territorio, sarà un rischio che ritengono troppo alto e che non potrà non ricadere sulla stessa qualità del servizio, dove precisione e tempestività è componente determinate per salvare vite.

“Nonostante questo, la Regione Veneto considera le esternalizzazioni il primo rimedio alla mancanza di personale senza rendersi conto – continuano i sindacati attraverso una nota congiunta - che questo non può che distruggere, pezzo dopo pezzo, il servizio sanitario regionale. In realtà, questo è un processo che va avanti da almeno vent’anni, da quando qualcuno ha deciso che i numeri dei bilanci contano più dei bisogni delle persone, un modello che il Covid ha dimostrato ampiamente come non funziona. La verità è che la politica dovrebbe iniziare a fare la sua parte partendo, per esempio, dalla scelta di sviluppare un vero progetto di unificazione e integrazione delle tre Usl che unite sono diventate la 6 Euganea, al fine di raggiungere una gestione dei servizi unificata, non più su base territoriale come ancora purtroppo oggi avviene”.

“Per questo motivo – concludono Stivali, Damiani e Magrini – nei giorni scorsi abbiamo chiesto alla Regione di convocare le sigle sindacali del comparto e della dirigenza per permetterci di spiegare compiutamente che cosa sta succedendo nelle aziende sanitarie e suggerire quali altre strade alternati ve si possono percorrere per evitare il grave danno al sistema che le esternalizzazioni dei servizi, e in parti colare dei servizi di emergenza, stanno determinando al nostro Servizio Sanitario”.

Endrius Salvalaggio

19 febbraio 2024
© Riproduzione riservata

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