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Car-T, cure salvavita: in Campania trattati 31 pazienti in quattro anni

Coperto il 50% del fabbisogno ma per il salto di qualità serve la Rete. Il punto a Napoli in un Tavolo di confronto tra Regione, manager, clinici, farmacisti e associazioni pazienti

22 DIC - Car-t: si allargano le prospettive di utilizzo in clinica delle cellule T del sistema immunitario, ingegnerizzate in vitro e poi infuse al paziente. Cure che - dal primo uso sperimentale 10 anni fa su una bambina di 7 anni affetta da leucemia, trattata al Children’s Hospital di Philadelphia - hanno dimostrato di essere in grado di cambiare la storia clinica dei pazienti pediatrici e adulti anche in fase avanzata di varie linee di malattie oncoematologiche con una sopravvivenza che va dal 40 al 60 per cento dei casi trattati. In Campania, dal 2019 a oggi - quando in Italia sono stati autorizzati i primi centri pubblici, al Policlinico Federico II, presso l’UOC di Ematologia e Trapianti di cellule staminali diretta dal professor Fabrizio Pane - sono stati reclutati 39 pazienti di cui 31 approdati all’infusione.

Su 650 procedure effettuate nel nostro Paese la Campania, dunque, ne ha messe in atto circa il 5% a fronte del 10 per cento di fabbisogno stimato rispetto alla popolazione residente. In Campania è autorizzato anche il centro Car-t al Santobono per i trattamenti dei tumori pediatrici e, di recente quello dell’ospedale Moscati di Avellino ma sono in fase di certificazione anche le unità del Cardarelli di Napoli e del Ruggi D’Aragona di Salerno mentre l’Istituto Pascale utilizza le Car-T nell’ambito della ricerca.

In vista dell’allargamento dell’uso di queste terapie anche nel Mieloma e in seconda linea del linfoma diffuso a grandi cellule B e a cellule B di alto grado refrattario manca all’appello in Campania una rete Car-t integrata, articolata tra centri hub erogatori e le strutture spoke, periferiche e territoriali, con cui definire in maniera funzionale un modello campano di accesso alle Car-T.

Un primo passo verso l’organizzazione di una rete Car-T integrata è stato compiuto da un punto di vista scientifico con il tavolo di confronto realizzato nei giorni scorsi a Napoli da Amelia Filippelli, responsabile del Centro di Riferimento Regionale di Farmacologia clinica presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e da Ugo Trama, responsabile delle funzioni di supporto e verifica alle performance delle aziende sanitarie della Regione Campania, con il contributo non condizionante di Gilead Sciences.

Un confronto al quale sono intervenuti i responsabili di tutte le unità di Ematologia e Oncoematologia della Campania, i direttori generali e sanitari di Asl e ospedali di tutte le province, farmacisti e referenti delle associazioni pazienti. Un’occasione unica per tracciare il punto della situazione esistente e definire il percorso per mettere a fuoco le necessità e urgenze della rete Car-T in Campania.

L’obiettivo è ottimizzare i tempi e i modi per giungere all’infusione, intercettare i malati che emigrano e garantire un’efficace presa in carico e follow-up pre e post infusione dei pazienti reclutabili, ottimizzare i tempi di accesso e somministrazione, stabilire il fabbisogno stimato di infusioni e arruolare il personale, oltre che, pianificare le risorse necessarie alla sostenibilità delle cure con il fine ultimo di migliorare gli esiti clinici.

Durante l’incontro sono stati ricordati i passi avanti compiuti dalla Campania in termini di qualità clinica, umanizzazione delle cure, accesso alle cure innovative tanto da recuperare il 10-15% sulla migrazione sanitaria storica per le terapie di alta complessità. Una Campania virtuosa su questo fronte anche per essere l’unica, ad aver utilizzato per intero il fondo ministeriale di 80 milioni per le terapie innovative ottenuto sul riparto alle regioni dello stanziamento ministeriale di 1,1 miliardi incrementati di 100 milioni all’anno. Di più: nel 2023 il tasso complessivo di disponibilità di farmaci innovativi rimborsati dal Ssn, varia dal 4% in Sardegna al 96% in Lombardia, con una media italiana del 50%. Tra le regioni virtuose, sopra la media, dopo la Lombardia c’è appunto la Campania (80%), poi Liguria e Piemonte (71%), Sicilia (67%), Puglia e Toscana (63%). Regioni in cui esiste anche un fondo regionale ad hoc per sostenere la tagliola che allo scadere dei tre anni sposta dal fondo nazionale ai bilanci regionali i costi delle terapie. E’ proprio necessario?

Tutti gli interventi da parte dei clinici, dei farmacisti ospedalieri, dei manager, dalle associazioni dei pazienti sono stati concordi sull’urgenza di approdare ora alla costituzione di una Rete come presupposto di un miglioramento organizzativo e clinico nell’uso delle terapie innovative in questo settore.

“Il desiderio della regione Campania – hanno concluso Ugo Trama e Amelia Filippelli - è creare insieme la rete delle Car-T affinché i pazienti campani possano restare nella propria regione evitando le enormi difficoltà e disagi a cui devono oggi andare incontro le famiglie dei pazienti trattati con Car-T fuori regione. Se garantiamo sicurezza, percorsi ben strutturati e nei tempi giusti possiamo, dunque, riuscire a evitare che il paziente scelga la strada fuori regione. Questa è una grande scommessa, perché le istanze che arrivano in regione dei pazienti che si curano fuori e vivono la mobilità passiva non è banale ed è molto sentita dalla giunta della regione Campania”.

L'evento scientifico è stato organizzato da LinkHealth - Health Economics, Outcomes & Epidemiology S.R.L. e realizzato con il contribuito non condizionante di Gilead Sciences.

Ettore Mautone

22 dicembre 2023
© Riproduzione riservata

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