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Risk management. Il “modello” del San Giuseppe Moscati di Avellino si conferma vincente: sinistri diminuiti da 28 a 1 in soli due anni

Il modello è nato raccogliendo la necessità sempre più forte di migliorare i sistemi di controllo per evitare in ogni modo l’errore che nell’80% dei casi riguarda problemi di organizzazione. Decisiva la volontà di “non affidarsi esclusivamente alla copertura assicurativa, ritenendo l’assicurazione non uno strumento proprio di gestione ma, semplicemente, un correttivo ex post”.

20 LUG - Da 28 a 1 in soli due anni. Sono questi i dati sorprendenti che sono stati registrati dall’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino relativamente al numero dei sinistri avvenuti dal 2013 ad oggi. L’azienda guidata dal Direttore Generale Giuseppe Rosato ha conquistato lo scorso novembre, prima in Italia, la certificazione sulla gestione del rischio secondo il modello sistemico di Federsanità Anci sviluppato in collaborazione con Agenas.

Il modello è nato raccogliendo la necessità sempre più forte delle Aziende sanitarie di migliorare i sistemi di controllo per evitare in ogni modo l’errore che nell’80% dei casi riguarda problemi di organizzazione.

Un percorso, quello di Avellino, voluto fortemente da Rosato, che ha visto nella gestione del rischio un elemento essenziale della politica sanitaria dell’Azienda e che precisa: “Credo che il nostro primo obiettivo sia quello di non nuocere, cioè non danneggiare i pazienti, poi garantire maggiore tranquillità ai professionisti. A questo si aggiunge la necessità di contenere i costi addizionali della spesa sanitaria e i costi sociali conseguenti agli incidenti nelle cure e, infine, la volontà di non affidarsi esclusivamente alla copertura assicurativa, ritenendo l’assicurazione non uno strumento proprio di gestione ma, semplicemente, un correttivo ex post”.

Che cosa ha determinato la marcata diminuzione della frequenza dei sinistri? Una possibile chiave di lettura è che l’innesto del modello per la gestione del rischio, sperimentato da Agenas e Federsanità in Molise, nell’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, già fortemente orientata al miglioramento, abbia funzionato da catalizzatore delle energie esistenti, conferendo razionalità al sistema e maggior efficacia alle azioni. Secondo il modello di gestione del rischio Agenas- Federsanità, l’attività di primo livello, con il raggiungimento dei requisiti previsti, è stata certificata da un ente terzo, Bureau Veritas, lo scorso anno.

Ora si sta provvedendo all’implementazione, prevista per i primi mesi del prossimo anno, del secondo livello del modello. Sarà in quella sede che l’analisi della difettosità conclamata (i sinistri) avrà un approfondimento anche per magnitudo e tipologia così come il secondo livello prevede. E saranno certamente gli anni successivi a poter dimostrarare il perdurare del miglioramento nella gestione del rischio, considerando, per altro, il forte impulso reattivo prescritto.

Il risultato atteso è quello di una ulteriore diminuzione della latenza (indice di proattività) e una conseguente diminuzione della richiesta risarcitoria sia come frequenza sia come magnitudo. Il rischio zero non esiste, ma la logica del miglioramento adottata da un’azienda come il Moscati è l’unico modo per affrontarlo.

20 luglio 2015
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