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Inquinamento a Napoli. Lo strano caso dell’Aeroporto di Capodichino

04 AGO - Gentile Direttore,
in questi giorni di agosto 2016 abbiamo assistito, tra le altre schizofrenie estive a Napoli, al veemente quanto inutile tentativo del neo Direttore del Museo di Capodimonte, il francese Sylvain Bellenger, di tutelare al meglio la conservazione delle opere d’arte e la corretta vivibilità della meravigliosa pinacoteca del real Parco di Capodimonte dall’attacco violento e inarrestabile del rumore e del pericolo rappresentato dai decolli e dagli atterraggi dei sempre più grandi aerei di linea che, in modo assolutamente indisturbato, ed in continua crescita di dimensioni, frequenze e passeggeri, decollano e atterrano a poche centinaia di metri sulle teste non solo dei quadri di Caravaggio ma anche dei cittadini napoletani in pieno centro storico cittadino.

Napoli è ormai l’unica città metropolitana di Italia che, in deroga alle più elementari leggi di programmazione urbanistica corretta, continua ad avere uno dei più grandi Aeroporti internazionali di Europa, che ha ormai raggiunto e superato i sei milioni di passeggeri l’anno, in pieno centro cittadino, esattamente in linea di decollo e atterraggio con una delle più preziose pinacoteche del mondo, quella appunto di Capodimonte oltre che con comuni dell’hinterland come Casalnuovo certificato da tempo da ISS come uno dei comuni di terra dei fuochi con il picco di cancro infantile, specie al cervello.

Questo disastro urbanistico si aggiunge alla cosiddetta “apertura” del porto navale alla città metropolitana, che ha visto crescere in pochi anni, e sempre nel centro cittadino, in maniera assolutamente spropositata numero e mole di maxi navi da crociera in pieno centro cittadino, con un incremento di soli crocieristi giunti sino ad oltre 1.200.000 crocieristi l’anno.

Sia i responsabili privati del porto di Napoli che i loro “non controllori” pubblici, hanno però dimenticato di elettrificare adeguatamente le banchine di attracco, per cui tutte le maxi navi sono costrette a mantenere tutti i maxi motori a gasolio accesi per tutta la durata della loro sosta nel porto, quindi nel centro di Napoli.

Ne consegue quindi, ed ormai da circa ed oltre un decennio, che le maxi-navi in attracco con motori accesi nel porto e i maxi aerei che atterrano e decollano ogni tre minuti sempre nel centro storico di Napoli costituiscono ormai, insieme, la principale fonte di ben oltre il 40% di tutte le mortali e cancerogene polveri sottili (pm 10 , pm 2.5, NO2) che uccidono in maniera evitabile circa tremila cittadini napoletani ogni anno.

Non meno di 1.200 cittadini napoletani l’anno, cioè non meno di tre cittadini napoletani al giorno, vengono uccisi quindi soltanto per il mancato controllo del corretto sviluppo urbanistico del maxi porto senza banchine elettrificate per cui occorrerebbe la misera cifra di soli 28 milioni di euro, e della mancata programmazione e sviluppo, come dovuto da decenni, di un secondo aeroporto internazionale per la regione più turistica di Italia e quindi di Europa.

Ogni aereo in fase di decollo o atterraggio corrisponde a circa mille auto non catalitiche in fase di accelerazione spinta in salita. Pertanto, al centro di Napoli, in direzione Casoria - Casalnuovo (comuni certificati da ISS come il territorio con la massima e non spiegabile incidenza di cancro infantile specie al cervello…ma guarda che caso), a pochi metri dalle teste dei cittadini e non solo dei quadri di Caravaggio, ben tremila auto-equivalenti in accelerazione spinta ogni minuto emettono micidiali e cancerogene polveri sottili dagli aerei. Circa dieci maxi navi al giorno in attracco senza banchine elettrificate, fanno circa 25mila auto non catalitiche ciascuna al giorno. Possiamo ben dire quindi, che ogni giorno, in pieno centro a Napoli, emettono polveri sottili cancerogene e micidiali non meno di 300 mila auto non catalitiche-equivalenti che si aggiungono alle circa 600 mila reali di cui non meno di 200mila reali euro zero.

Come obbligata conseguenza, Napoli è la seconda provincia metropolitana di Italia per numero di morti evitabili per cancro al polmone, ictus ed infarti, seconda solo a Milano (!) come certificato da Osservasalute e dallo studio VIIAS da poco pubblicato (da epidemiologi non campani ovviamente)  che attesta che almeno sino al 2020 la provincia di Napoli sia e resti la seconda area di Italia, subito dopo Milano, per danno grave alla salute pubblica da inquinamento dell’aria. Tutto questo è stato appena confermato anche dallo studio CNR- A2a finalizzato a dimostrare (ovviamente in modo surrettizio) che il maxi inceneritore di Acerra non inquina. In scienza e coscienza concordiamo, come i dati Cnr dimostrano e solo sui parametri obsoleti considerati, (pm 10 e NO2) che il maxi inceneritore di Acerra inquina eccome, ma decisamente meno di quanto oggi fanno porto e aeroporto di Napoli messi insieme e sviluppati assolutamente al di fuori di qualunque razionale urbanistico.

Ovviamente, ciò si aggiunge alla tragica e specifica situazione dei roghi tossici da rifiuti industriali prodotti in regime di evasione fiscale (a Napoli non inferiori a circa seimila tonnellate al giorno csd terra dei  fuochi) e ovviamente, ai riscaldamenti, ecc, ecc, ecc.) mentre si continua a parlare solo di rifiuti urbani. Solo pochi “eroi inascoltati” come i medici dell’ambiente di Napoli e il sottoscritto si sono fatti martiri di una testimonianza inutile da decenni poco o nulla ascoltata e quasi ignorata dalla stampa che conta salvo fare di Terra dei fuochi di un simbolo di qualcosa che non fa più notizia o quasi. Emblema di degrado urbano e sociale ma non di morti evitabili su cui intervenire con tutti i mezzi disponibili con la stessa caparbietà con cui i seminatore di morte continuano imperterriti a incendiare rifiuti. E’ stato deciso che di tutto questo si taccia completamente.

Il picco delle mortali polveri sottili ormai da decenni si registra a Napoli nel mese di agosto, quindi anche in questo agosto 2016, e l’unica voce che si sarà fatta sentire, sempre inutilmente, sarà stata quest’anno solo quella dei direttore francese Bellenger, e solo per tutelare al meglio i quadri di Caravaggio.

Dopo la difesa delle pummarole coltivate da sempre scientificamente “pulite” sopra le discariche di rifiuti tossici, adesso noi cittadini napoletani apprendiamo che gli aerei “fanno male” solo ai quadri di Caravaggio.  Per dei medici dell’Ordine che fu di San Giuseppe Moscati non è più possibile tacere mentre i propri concittadini sono difesi meno dell’ultima pummarola San Marzano e dell’ultimo quadro di Capodimonte. Perché i giornali non si occupano d’altro in questo rovente agosto del 2016.

Antonio Marfella
Oncologo e tossicologo istituto Pascale
Membro del coordinamento Medici per l’ambiente


04 agosto 2016
© Riproduzione riservata

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