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Hiv. Lila: “In Italia circa 660 minori nati con questa patologia. Chiediamo responsabilità e azioni contro lo stigma” 


Così il presidente Massimo Oldrini  interviene sulla vicenda della bambina esclusa dalla scuola e da 35 comunità di accoglienza perché con Hiv, denunciata ai media dai genitori affidatari della piccola. "E' inaccettabile che nel 2015 un ufficio scolastico regionale inviti una bambina con Hiv a fare lezioni a distanza".

30 OTT - "E' inaccettabile che nel 2015 un ufficio scolastico regionale inviti una bambina con Hiv a fare lezioni a distanza. Questo episodio ci riporta la grande ignoranza sul tema proprio da parte di quelle istituzioni che devono occuparsi dell'istruzione e della cura dei più piccoli": Così Massimo Oldrini, presidente della Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids) interviene sulla vicenda della bambina esclusa dalla scuola e da 35 comunità di accoglienza perché con Hiv, denunciata ai media dai genitori affidatari della piccola. "Da quanto è stato riportato, non è stato solo il preside a escludere la bimba, ma l'ufficio scolastico regionale ha proposto le lezioni a distanza – sottolinea Oldrini - come se non conoscesse i modi in cui si trasmette il virus".

Oldrini rende noto che, secondo i dati 2012/13 raccolti nel registro pediatrico tenuto dall'ospedale Anna Meyer di Firenze, oggi sono 656 i giovani e adolescenti che hanno acquisito l'Hiv dalla madre negli anni '80-'90. "Si tratta di bambini e ragazzi che devono essere accolti come tutti gli altri dalle comunità e dalle istituzioni e aiutati a capire che il virus non impedisce le normali relazioni con gli altri". "Oggi le terapie antiretrovirali abbattono del 96 per cento la carica virale e, associate ai preservativi, permettono di avere rapporti sessuali tra persone siero discordanti e anche avere figli senza alcun rischio di trasmissione del virus – sottolinea – ma le conoscenze sul tema sembrano rimaste agli anni 80-90".

"Nel caso denunciato ieri, come in moltissimi altri episodi di discriminazione che le persone riportano alla Lila in forma anonima, la responsabilità e l'ignoranza non è di un singolo ma della collettività - continua Oldrini – questo avviene perché in Italia non si parla più di Hiv e non esistono programmi nazionali per la prevenzione della trasmissione e il contrasto dello stigma". "Denunciamo non solo che una scuola abbia rifiutato la bimba ma che lo abbiano fatto le comunità di accoglienza per minori – continua Oldrini – l'ignoranza riguarda anche il mondo dei servizi sociali e sanitari, come ci dicono le segnalazioni che riceviamo su persone con Hiv rifiutate nei centri per anziani. Per questo la Lila, in occasione del Primo Dicembre, chiede alle istituzioni non fiocchi rossi, ma programmi e azioni contro lo stigma che durino tutto l'anno".
 
Sulla vicenda, sempre nella giornata di ieri, durante l’assemblea nazionale dell’Anci, era intervenuta anche il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini rassicurandi i genitori affidatari che la bimba "entrerà in classe nei prossimi giorni. Se c’è un dirigente scolastico, dobbiamo verificarlo, che ha rifiutato l’iscrizione non per ragioni strutturali ma per aver fatto diversamente dal suo dovere sarà chiamato a rispondere delle sue responsabilità".

30 ottobre 2015
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