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Bologna. Controlli su prescrizioni farmaci. Fimmg contro i “confessionali” della Asl: “Vi sono problemi di privacy non affrontati”

La vicenda era già stata denunciata lo scorso maggio dalla Federazione. Vespa: "I medici privi, infatti, di un esplicito consenso dei propri assistiti e privi per ora di precisazioni da parte del Garante della privacy o perlomeno di sostanziati pareri dell’Azienda di Bologna, credo che difficilmente possano interloquire con il funzionariato in tema di prescrizioni farmaceutiche effettuate su singoli e identificati pazienti".

26 AGO - La vicenda era già stata denunciata lo scorso maggio dalla Fimmg Bologna, quando l'Asl di Bologna aveva iniziato a convocare centinaia di Medici di famiglia a incontri individuali, detti i “Confessionali”, nei quali Medici di organizzazione, Medici dello staff “Governo clinico” e Farmacisti “facilitatori” chiedevano al medico di famiglia ragione delle prescrizioni di farmaci da lui effettuate. Ebbene, la guerra dei "confessionali" è ricominciata.
 
Il metodo, definito "intimidatorio" dalla Fimmg, viene ora contestato anche per alcuni più delicati aspetti riguardanti la privacy dei pazienti. "Negli ultimi giorni e relativamente ai problemi che la complessa normativa sulla privacy pone ai medici di famiglia durante i colloqui, abbiamo richiesto formalmente all’Azienda - spiega Fabio M. Vespa, segretario provinciale Fimmg Bologna - di esprimere i seguenti indispensabili pareri: formulazione di parere Aziendale sulle implicazioni riguardanti la normativa sulla privacy nei previsti colloqui tra dipendenti Asl e medici di medicina generale in tema di prescrizioni farmaceutiche effettuate su singoli e identificati pazienti.  Ulteriore e aggiuntivo parere sulle limitazioni che la richiamata normativa dovesse prevedere e che concretizzassero un impedimento all’esercizio del diritto di replica da parte dei medici di medicina generale".
 
"Per ora non abbiamo avuto alcuna risposta - aggiunge Vespa - e ciò non può che sottolineare la delicatezza della situazione in cui il medico di famiglia viene posto nei Confessionali aziendali. I medici privi, infatti, di un esplicito consenso dei propri assistiti e privi per ora di precisazioni da parte del Garante della privacy o perlomeno di sostanziati pareri dell’Azienda di Bologna, credo che difficilmente possano interloquire con il funzionariato e debbano, quindi, riservarsi gran parte delle controdeduzioni a momenti successivi".

26 agosto 2016
© Riproduzione riservata

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