La Regione Friuli Venezia Giulia approva il piano operativo regionale sulla telemedicina. Un atto che aggiunge un tassello importante a ciò che prevede il PNRr missione 6 salute e che, in ambito regionale, formalizza ed autorizza la Direzione Centrale salute, politiche sociali e disabilità all’inserimento di fatto dei progetti di telemedicina.
Già con la telemedicina era stato anticipato un progetto preliminare di telemonitoraggio domiciliare nel capoluogo friulano e ciò riguardava i pazienti con scompensi cardiaci non gravi; con la delibera 168 la Regione FVG uniforma livello regionale le iniziative già presenti in ambito di telemedicina.
Su una popolazione di 1.194.647 abitanti (dati riferiti al 1° gennaio 2022), si stima – recita il piano – che gli utenti coinvolgibili dal progetto saranno: infermieri, medici ospedalieri e ambulatoriali, mmg e pls e altro personale sanitario per un totale di circa 25.000 operatori. In particolare, i servizi di telemedicina sono riferibili a delle categorie di pazienti con patologie di tipo cronico come: diabete, patologie respiratorie, patologie cardiologiche, pazienti oncologici oltreché a pazienti neurologici e la stima che viene fatta in sede regionale è che il numero di persone coinvolgibili attraverso servizi di telemedicina è circa di 5000 utenti.
L’ingaggio di tali assistiti può avvenire attraverso il mmg, direttamente dall’ospedale o dai distretti territoriali, dopo che un paziente sia stato preso in carico dal punto unico di accesso.
Il vicegovernatore con delega alla salute Riccardo Riccardi afferma quanto sia indispensabile oggigiorno ripensare “all’organizzazione del SSr a livello locale, tenendo anche conto che, nell’attuale situazione di post emergenza pandemica, l’attivazione degli strumenti di sanità digitale rappresentano un’opportunità necessaria per un servizio sanitario più in linea con le necessità individuali delle persone. In questo contesto, la promozione dell’erogazione di alcune prestazioni di telemedicina, come la televisita e la teleassistenza da parte dei medici di medicina generale, rappresenta un elemento concreto di innovazione organizzativa nel processo assistenziale che abbiamo promulgato con la delibera 168”.
Il vicepresidente Riccardi punta il dito anche sulla componente formativa e sul personale infermieristico qualificato che dovrà essere esecutore dei vari progetti a supporto della telemedicina.
“Per sostenere l’innovazione dei modelli organizzativi e la diffusione di processi di cura che prevedano un processo di digitalizzazione dei servizi, è necessario formare personale infermieristico su ambiti che oggi sono scarsamente presidiati. Solo così potranno essere in grado di utilizzare i dati e le tecnologie digitali nella loro attività clinica e professionale. Al contempo appare necessario reclutare un numero maggiore di professionalità nell’ambito dei sistemi informativi di cui al SSN e, comunque, nel settore salute nel suo complesso”.
Endrius Salvalaggio