Asu Fc. Traunero (Cgil Fp Udine): “Incentivi non più sufficienti, i lavoratori vogliono certezze”
Per il sindacalista gli incentivi per il personale sanitario del comparto non bastano più a colmare anni di carenze, di precarietà e di orari off limits: “I lavoratori chiedono regole certe sull’orario di lavoro, linee organizzative condivise e più eque, senza discriminazioni oltre ad un piano di assunzioni credibile, accompagnato da un’efficace riorganizzazione dei servizi”.
06 NOV - Carenza di personale ed incentivi economici è la strategia che in molte aziende sanitarie si sta usando per mantenere i servizi e cercare di non disperdere le forze lavoro rimaste sul campo. Ma ora non basta più incentivare i lavoratori, che chiedono certezze e condizioni di lavoro accettabili.
Andrea Traunero della Funzione Pubblica Cgil di Udine afferma, attraverso una nota, che gli infermieri, dopo anni di duro lavoro nell’Azienda sanitaria Friuli Centrale Universitaria (Asu Fc), non sono più disposti a rinunciare ai propri giorni liberi e ai loro spazi di vita per somme irrisorie sotto forma di incentivi, erogate ahimè anche con un anno di distanza e supertassate.
“I veri nodi da risolvere non sono gli incentivi in sé – spiega Traunero – ma riguardano l’organizzazione del lavoro e le assunzioni di personale che in questi anni sono mancate, come è stato mancato l’obbiettivo di rendere attrattivo il lavoro in sanità in senso lato. Non possiamo pensare di risolvere il tema della carenza di personale promettendo incentivi economici pagati per lo più in pesante ritardo”.
Il quadro per il sindacalista Fp Cgil di Udine è chiaro e sconfortante, per il sindacalista. Invece di programmare un rilancio della sanità pubblica, anche attraverso un miglioramento delle condizioni economiche, lavorative e dei servizi ai lavoratori e alle lavoratrici, come riporta nella nota il sindacalista della Fp Cgil, sottoforma di asili aziendali, convenzioni per gli affitti, agevolazioni sui mutui, buoni pasto ai turnisti ecc., “il disegno politico non lascia scampo – continua - ed è quello di usare l’aumento delle liste di attesa come alibi per drenare sempre maggiori risorse verso il privato. Che diventa sempre più attrattivo, a scapito del pubblico e del diritto alla salute. L’alibi di 3,1 milioni per le prestazioni aggiuntive è un palliativo. I lavoratori chiedono regole certe sull’orario di lavoro, linee organizzative condivise e più eque per tutti i dipendenti, senza discriminazioni, un piano di assunzioni credibile, accompagnato da un’efficace riorganizzazione dei servizi”.
“È tempo – conclude Traunero - di affrontare le sfide con determinazione, per garantire un futuro migliore al sistema sanitario pubblico della regione e della provincia di Udine, a beneficio non solo dei lavoratori ma soprattutto di chi ha bisogno di cure”.
Endrius Salvalaggio
06 novembre 2023
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