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Alzheimer. "Servono nuovi Lea": Senato approva mozione all'unanimità

di Giovanni Rodriquez

Migliorare la presa in carico e l'assistenza ai malati di Alzheimer. Questa la finalità del testo (prima firmataria De Biasi) passato con 228 voti. Il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, annuncia il parere favorevole del Governo. La mozione impegna l'Esecutivo a migliorare anche la formazione degli operatori e ad aggiornare i Lea. IL TESTO DELLA MOZIONE

23 APR - Questa mattina al Senato è stata discussa e votata la mozione presentata a prima firma da Emilia De Biasi (PD) sulla cura dei malati di Alzheimer. La mozione è stata approvata all'unanimità con 228 pareri favorevoli. Nel corso della discussione è intervenuto il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, annunciando il parere favorevole del Governo sui temi proposti dalla mozione: "Sono questioni che condividiamo e sulle quali abbiamo intenzione di incrementare il nostro impegno nei prossimi anni".

Nel suo intervento, il sottosegretario ha illustrato la situazione riguardante i malati di Alzheimer in Italia, sintetizzando la questione in quattro punti:
- Rete servizi socio-sanitari. C'è stata una spinta negli ultimi anni, le unità di valutazione sono ora, infatti, circa 500. Sono dunque cresciute moltissimo rispetto alle 50-60 che venivano enumerate fino a qualche anno fa.
- Aggiornamento Lea. Anche la bozza di Dpcm oggetto di discussione tra la Conferenza delle Regioni e il Governo prevede un aggiornamento per questo tipo di prestazioni, inserendo i trattamenti residenziali e semiresidenziali a carico dello Stato.
- Formazione. Come Ministero abbiamo organizzato 179 eventi formativi sulla materia, e abbiamo predisposto che anche gli Ecm dovranno riservare particolare attenzione su questo tipo di problema.
- Ricerca. Si può fare ancora di più. Ma già oggi, nonostante limiti finanziari, il 25% dei bandi per ricerca finalizzata riguarda malattie neurodegenerative, così come il 35% della ricerca corrente è sostanzialmente incentrata su questo campo.

"Questa mozione - ha concluso De Filippo - produce una spinta e impegni ulteriori che ci impegneremo a realizzare. Il parere del Governo è favorevole ed esprimiamo dunque la nostra piena condivisione".
 
La prima firmataria della mozione, Emilia De Biasi (PD), durante la sua relazione illustrativa ha spiegato come per curare l'Alzheimer "bisogna innanzitutto occuparsi di una diagnosi precoce, che non sempre viene effettuata dalle nostre strutture di Servizio sanitario nazionale". "Secondo dati del 2011 i malati di Alzheimer in Italia sarebbero un milione con un aumento annuale di circa 150.000 nuovi casi. Sulla base di queste cifre allarmanti credo che il nostro richiamo a Governi, al mondo scientifico e medico ed all'opinione pubblica di prendere consapevolezza ed agire conseguentemente non sia vano - ha dichiarato la senatrice PD -. Il nostro Paese ha un invecchiamento molto veloce, con un tratto demografico davvero allarmante, ma vorrei che fosse chiaro che la risposta non può essere una risposta di contenzione: noi abbiamo problemi molto seri che riguardano anzitutto il sostegno alle famiglie e la formazione dei medici e del personale sanitario, in modo da costruire attorno al malato di Alzheimer un ambiente che sia favorevole".
 
In questo senso risulta però importante che l'intervento "non sia esclusivamente all'interno della famiglia, nel nucleo familiare, nella propria abitazione, ma anche in un centro diurno, in un centro socio-sanitario, in una casa della salute, ossia in un luogo territoriale in cui la persona affetta da Alzheimer possa ricevere dall'esterno stimoli che, come è ormai dimostrato, sono molto utili". "Vi sono già buone, ottime pratiche nel nostro Paese. Credo però si possa migliorare, tanto è vero che chiediamo in modo definitivo che l'Alzheimer sia concentrato nei Lea, cioè vi sia la possibilità di intervento da parte del Servizio sanitario nazionale in modo specifico. Infine - ha concluso De Biasi - chiediamo di promuovere un'educazione sanitaria rivolta alla popolazione per migliorarne la consapevolezza e le corrette modalità per rapportarsi alle strutture del Servizio sanitario nazionale e ai suoi operatori". 

 
Ricordiamo, infine, che il testo approvato impegna il Governo:
1) a promuovere un progetto generale di cura della demenza che parta dagli aspetto propriamente clinici, quali la diagnosi e il trattamento farmacologico e non farmacologico, sviluppando in parallelo specifici servizi dedicati alle diverse fasi della malattia, ai problemi familiari e ai luoghi delle cure;
2) a prevedere un sistema che, tenendo conto della situazione ambientale e sociale del singolo paziente, garantisca: diagnosi e presa in carico tempestiva; terapia non farmacologica e farmacologica; educazione del paziente e degli erogatori primari di cure e di assistenza; affidamento a un team territoriale con competenze specifiche; competenze specialistiche sanitarie e sociali finalizzate alla consulenza per il monitoraggio e la gestione delle fasi di scompenso; disponibilità di strutture sociosanitarie dedicate all'accoglienza temporanea; nuclei residenziali edificati secondo specifiche indicazioni architettoniche e organizzative;
3) a prevedere uno stabile monitoraggio epidemiologico, compatibilmente con i vincoli normativi sulla privacy, che consenta di adottare ogni iniziativa necessaria a creare omogeneità nella rete integrata dei servizi sociosanitari assistenziali su tutto il territorio nazionale;
4) ad inserire nell'ambito del programma di educazione continua in medicina (Ecm) specifici obblighi formativi riferiti all'Alzheimer per gli operatori della sanità che svolgono attività assistenziale riferita alla patologia;
5) a promuovere idonee iniziative per il sostegno e lo sviluppo della ricerca scientifica nel campo delle malattie neurodegenerative e della demenza;
6) a definire nei tempi più brevi la revisione dei Lea e a promuovere la definizione di apposite linee guida per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento terapeutico e assistenziale dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, al fine di migliorare la qualità delle prestazioni e uniformarne l'efficacia e l'efficienza;
7) a promuovere apposite campagne di educazione sanitaria rivolte alla popolazione per migliorarne la consapevolezza e le corrette modalità per rapportarsi alle strutture del Servizio sanitario nazionale e agli operatori. 
 
Giovanni Rodriquez

23 aprile 2014
© Riproduzione riservata

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