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Fallimento regionalizzazione. Cassi (Cimo): “I fatti sono da parte di Lorenzin”


Il presidente del sindacato rimarca come “il fallimento della regionalizzazione è nei fatti, basta guardare all’esplosione del dissesto che ha colpito mezza Italia dove la sanità ha bruciato miliardi a danno dei cittadini che hanno subito aumenti di tasse e peggioramenti dei servizi, per l’insipienza gestionale se non per il malgoverno dei propri amministratori regionali”.

20 OTT - “Non ci stupiscono le dichiarazioni delle Regioni alle parole del Ministro, ma i fatti sono dalla parte della Lorenzin. Il fallimento della regionalizzazione è nei fatti, basta guardare all’esplosione del dissesto che ha colpito mezza Italia dove la sanità ha bruciato miliardi a danno dei cittadini che hanno subito aumenti di tasse e peggioramenti dei servizi, per l’insipienza gestionale se non per il malgoverno dei propri amministratori regionali”. Questo il pensiero di Riccardo Cassi, Presidente CIMO  in merito alle affermazioni fatte ieri dal Ministro della Salute sulla regionalizzazione della sanità.
 
“Il malaffare – evidenzia Cassi - ha colpito anche quelle Regioni considerate virtuose sulla base dei conti ufficiali, e anche in questo contesto vi sono stati scandali che hanno coinvolto i responsabili della sanità ai vari livelli. E’ così che sono state bruciate risorse che oggi consentirebbero ai cittadini di poter usufruire di prestazioni adeguate uniformemente su tutto il territorio nazionale.I mancati processi di riorganizzazione delle aziende e della rete ospedaliera e territoriale, non effettuati per meri motivi clientelari, fanno ricadere ogni stretta del Governo sui Medici e gli altri professionisti, che sono costretti a subire turni massacranti, assenza di riposi, aumenti del rischio professionale per il blocco del turn over”.
 
“Il Parlamento stesso – conclude - si è accorto dell’errore commesso nel 2001 ed ha di nuovo modificato il titolo V riportando la tutela della salute nella legislazione esclusiva dello stato. Un paese civile non può avere 21 repubbliche sanitarie, i medici lo dicono da tempo. Domani ne discuteremo anche agli Stati Generali, la Sanità italiana cade a pezzi, è ora di dire basta”.

20 ottobre 2015
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