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Manovra e liste d’attesa. La versione di Bartolazzi (Sott. Salute): “Tutta colpa di una governance fallimentare degli ospedali. Carenza personale non è il problema principale”


"In molti casi i chirurghi più capaci hanno un accesso contingentato alle sale operatorie, sarebbe opportuno favorire la specializzazione delle singole strutture ospedaliere". Così il sottosegretario alla Salute intervenendo ieri in Commissione Affari Sociali dove ha risposto a una serie di quesiti posti dai parlamentari sulla manovra economica. Novità sui fondi per i farmaci innovativi che Bartolazzi ha confermato nella loro interezza anche per i prossimi anni smentendo l'ex collega Fugatti che aveva ventilato l'ipotesi di un loro parziale utilizzo per i contratti. LE PRECISAZIONI DEL MINISTERO SULLA MANOVRA

15 NOV - "Le carenze di personale non costituiscono il fattore principale in relazione all'allungamento delle liste di attesa, in quanto le maggiori responsabilità sono dovute a una governance fallimentare degli ospedali. In molti casi i chirurghi più capaci hanno un accesso contingentato alle sale operatorie, sarebbe opportuno favorire la specializzazione delle singole strutture ospedaliere, mi assumeròi la responsabilità di verificare personalmente, anche attraverso ispezioni, le situazioni di inefficienza".
 
Così il sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi, è intervenuto ieri in Commissione Affari Sociali alla Camera per chiarire alcuni aspetti legati al disegno di legge di Bilancio 2019. E dscostandosi dalla memoria predisposta dagli uffici, non ha quindi esitato a identificare nella cattiva gestione ospedaliera la causa principale dell'allungamento dei tempi d'attesa.
 
Tra gli argomenti toccati nelle precisazioni fornite in risposta ai diversi quesiti posti dai parlamentari nelle precedenti sessioni della Commissione, anche quello legato ai fondi per i farmaci innovativi non utilizzati. Un tema denunciato in un articolo del coordinatore nazionale di Cittadinanzattiva Tonino Aceti, pubblicato proprio su Quotidiano Sanità.
 
Innanzitutto il sottosegretario ha rassicurato i parlamentari sul rinnovo di questi fondi ad hoc anche per gli anni a venire: "La legge 232/2016 (legge Bilancio 2017), art. 1 commi 400 e 401, ha istituito i fondi in parola, 'a decorrere dal 1 gennaio 2017...'; il Ddl di bilancio per il 2019 non prevede modifiche al riguardo, lasciando inalterata la consistenza e la finalità dei predetti fondi".
 
"Sebbene la spesa dei farmaci innovativi oncologici e non oncologici nel 2017 sia stata più bassa rispetto ai fondi ciascuno di 500 mln di euro, non ci sono residui da utilizzare per finalità diverse dal finanziamento della spesa per i predetti farmaci innovativi. Questo Ministero, peraltro, sta valutando come assicurare i necessari finanziamenti di nuove terapie particolarmente costose, soprattutto con riferimento allo sviluppo di nuove terapie geniche per le quali, tra l’altro, sarà necessario prevedere gli standard che i centri di riferimento dovranno avere per il loro utilizzo", ha sottolineato.
 
"Preliminarmente si deve rammentare che sulla base della normativa vigente, laddove le risorse previste nei fondi non siano totalmente impiegate per le finalità sopra evidenziate, esse debbano confluire nella quota di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard a cui concorre lo Stato, senza, dunque, alcun particolare vincolo di destinazione", ha spiegato Bartolazzi.
 
In riferimento all'anno 2017, viene così spiegato come, per i farmaci innovativi non oncologi, la spesa risultante dal rapporto di monitoraggio Aifa al 31 gennaio 2018 sia stata pari a 308 mln di euro, a fronte di 500 mln di Fondo dedicato.
 
"Per l’anno 2017 solo per i farmaci innovativi non oncologici si provvede al riparto nell’anno di competenza, sulla base della quota di accesso, operando i conguagli nell’anno successivo, mentre per i farmaci oncologici si attribuiscono le risorse sulla base della quota di accesso in maniera definitiva. La quota di spesa dei farmaci innovativi non oncologici non consuntivata - spiega Bartolazzi - verrà comunque ripartita alle regioni sulla base delle quote di accesso del Fsn, fino ad utilizzare l’intera somma del Fondo di 500 mln di euro".
 
Quanto ai farmaci innovativi oncologici, la spesa risultante dal rapporto di monitoraggio Aifa al 31 gennaio 2018 è risultata pari a 409 mln a fronte di 500 mln di Fondo.
 
In questo caso, il sottosegretario innanzitutto ha spiegato come "attraverso un positivo utilizzo degli strumenti offerti dalla legge" sia stato possibile garantire "il pieno accesso alle terapie innovative, pur con un minore impatto sulla spesa". "Anche grazie alle ultime negoziazioni dei prezzi, soprattutto dei nuovi farmaci per il trattamento dell’Hcv nel corso del 2017, nonché delle rinegoziazioni intervenute a seguito della revisione dei criteri di trattamento - ha aggiunto - è stato garantito l’accesso alle terapie innovative, pur con un minore impatto sulla spesa. In ogni caso, a decorrere dal 2018 i Fondi verranno ripartiti secondo il criterio della quota di accesso nell’anno di competenza, a titolo di acconto, e nell’anno successivo vengono operati i conguagli".
 
Di fatto, nella sua spiegazione Batolazzi ha però smentito quanto sostenuto dall'altro ormai ex sottosegretario alla Salute, Maurizio Fugatti, quando lo scorso 4 ottobre, intervenendo sempre in Commissione Affari Sociali alla Camera, spiegò che le risorse destinate al finanziamento dei farmaci innovativi per l'epatite C rimaste inutilizzate "verranno rese disponibili, nella prossima legge di Bilancio, a finanziare, per l'anno 2018, i rinnovi contrattuali del personale dipendente del Servizio sanitario nazionale, recentemente siglati".
 
Sempre in tema di contratti, Bartolazzi ha poi chiarito come, nel finanziamento corrente del fabbisogno sanitario nazionale per il triennio 2019-2021 contenuto nel Ddl Bilancio 2019, "sono ricompresi anche gli oneri relativi ai rinnovi di contratti e convenzioni del personale del Ssn. Per quanto riguarda gli oneri relativi ai rinnovi contrattuali 2016 – 2018, secondo quanto rappresentato dal Mef con recentissima nota del 12 novembre, non vi sono ulteriori risorse da riconoscere in quanto i livelli di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale per il triennio 2016-2018 contenuti nella legge di bilancio 2018, tengono già conto dell’esigenza di garantire i predetti rinnovi contrattuali".
 
Quanto poi alla lamentata assenza di fondi ad hoc per favorire l'assunzione di personale, il sottosegretario ha segnalato come con la legge di bilancio il Ministero della salute si è posto l’obiettivo di approvare il nuovo Patto per la salute 2019-2021 entro il 31 gennaio 2019, "in modo da collegare i previsti aumenti, nel triennio, del Fondo sanitario Nazionale alle misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi che verranno nel frattempo concordate con le Regioni nella forma dell’intesa".

"Ebbene, tra tali misure, è specificamente indicata – per quanto qui di interesse – quella relativa alla valutazione dei fabbisogni del personale del Ssn ed ai riflessi sulla programmazione della formazione di base e specialistica, nonché sulle necessità assunzionali, ivi compreso proprio l’aggiornamento del parametro di riferimento relativo al personale".
 
Il punto rimasto inevaso nella risposta di Bartolazzi resta però quello riguardante il come le Regioni, specie quelle più in difficoltà e sottoposte a Piano di rientro, possano migliorare la loro attuale situazione in tema di personale senza alcun finanziamento ad hoc, visto inoltre che gli aumenti previsti, compreso quello di 1 mld per il 2019 che verrà quasi interamente assorbito per il rinnovo dei contratti, restino vincolati al raggiungimenti di obiettivi difficilmente raggiungibili: a cominciare dalla sottoscrizione del nuovo Patto per la salute in appena 2 mesi.
 
Infine, quanto ai finanziamenti sia per le nuove borse di specializzazione (+22, 5 milioni di euro per il 2019 fino a +100 milioni di euro dal 2023), sia per le borse di studio per i medici di medicina generale (+ 10 milioni di euro), il sottosegretario ha spiegato che "tali finanziamenti afferiscono, infatti, al capitolo di spesa 2700 iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, che rappresenta una copertura distinta dal finanziamento per il fabbisogno sanitario per i Lea".

 
Giovanni Rodriquez

15 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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