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Pubblico impiego. Brunetta: “No a controriforma”. Patroni Griffi: "Estenderemo legge Brunetta"


L’ex ministro della Funzione Pubblica invia una lettera a Monti sui rischi di procedere con l’intesa sottoscritta da Patroni Griffi, Regioni e sindacati per riformare il lavoro pubblico. "E' regressiva rispetto alla mia riforma". Patroni Griffi: “Impostazione della legge Brunetta è condivisa. Lavoriamo per estenderla”.

10 MAG - Nell’ipotesi di intesa firmata lo scorso 4 maggio tra il ministro della Funzione Pubblica, le Regioni e i sindacati “riecheggiano alcune pulsioni pan-sindacaliste di cui l’Italia non ha alcun bisogno, e che rischiano di far saltare – con riferimento alla tenuta dei conti pubblici, all’organizzazione, alla mobilità e alla performance – ogni sistema di controllo sull’efficienza, la trasparenza e l’efficacia di una pubblica amministrazione orientata alla customer care”. Una “controriforma” rispetto a quella approvata dal precedente Esecutivo contro la quale l’ex ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, è pronto a dare battaglia.
 
E l’ha già fatto, con una lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Monti e al commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn illustrare “i pericoli ai quali si andrebbe incontro se venisse realizzato l’ipotesi di accordo sul lavoro pubblico tra il ministro Filippo Patroni Griffi e i sindacati sulla controriforma della Pubblica amministrazione”.

Nella lettera vengono evidenziati i cinque punti di maggior criticità dell’ipotesi di accordo:
- “si torna ad ampliare i poteri di interdizione del sindacato, sia sul piano retributivo che sotto il profilo organizzativo”;
- “l’intervento sindacale nelle procedure di mobilità rischia di restaurare la situazione precedente, rivelatasi inidonea a conseguire un uso efficiente delle risorse di personale”;
- “sulla definizione dei comparti e delle aree di contrattazione si pongono le basi per scardinare l’obiettivo di riduzione del numero previsto e della relativa spesa pubblica”;
- “si tenta di smantellare il sistema delle fasce, cardine della riforma Brunetta nella materia della premialità”;
- “si mira a restaurare il potere di interdizione sindacale e, con riferimento alla stabilizzazione del lavoro precario, si rischia di creare inutili aspettative”.

E se la lettera non bastasse, l’ex ministro della Funzione pubblica ha inviato a Monti e Rehn anche uno studio in cui vengono documentate “le preoccupanti criticità, di segno chiaramente regressivo, rispetto ai risultati già conseguiti con la Riforma approvata dal precedente Esecutivo”.

Immediata la risposta del ministro Patroni Griffi, che in una nota afferma: “Ho sempre condiviso l'impostazione della legge Brunetta, avendo tra l'altro contribuito come tecnico a scriverla. Il percorso che stiamo compiendo è quello di estendere la riforma Brunetta. Renderla più agevole e applicabile”.

“Evidentemente – commenta Brunetta - esiste un ministro Patroni che vuole cancellare la riforma Brunetta e che firma di notte un accordo in tal senso con i sindacati, ed esiste un altro ministro Griffi, già mio capo di gabinetto, che quella riforma ha contribuito a scrivere e che vuole difenderla, valorizzarla ed estenderla. A questo punto non è più materia di relazioni sindacali ma serve semplicemente un buon psicologo”.
 
Nessuna commento, invece, dal presidente del Consiglio.

10 maggio 2012
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