Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 28 MARZO 2024
Lavoro e Professioni
segui quotidianosanita.it

Infermieri. Nursing Up: “Nessun rischio di sconfinamento nell’area medica”


Per il sindacato degli infermieri bisogna però "distinguere fra attività medica e attività del medico: la prima è un limite invalicabile per chi non è abilitato alla professione medica, ma non è detto che le attività del medico siano tutte mediche o solo mediche perche svolte dagli stessi”.

15 FEB - Non piacciono al Nursing Up le recenti posizioni di alcune rappresentanze del sindacalismo medico sulla bozza di Accordo Stato Regioni sulla implementazione delle competenze professionali degli infermieri e, in particolare, su quella che sarebbe “l’invasione di campo” infermieristica nei confronti della competenze mediche.

Ed è per questo che, come già fatto nel luglio scorso, il sindacato degli infermieri guidato da Antonio De Palma ha rilanciato oggi la lettera inviata al ministro della Salute, Renato Balduzzi, e al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, per difendere i contenuti dell’accordo e smentire alcuna invasione di campo.

Anzitutto, secondo De Palma, nel valutare l’accordo occorre focalizzare l’attenzione  sulle “diverse necessità che provengono  dal Sistema Paese, in riferimento in particolare, alle valutazioni provenienti da elementi di contesto sociale, epidemiologico, tecnologico  ed economico. Le sfide alle quali siamo tenuti ad offrire una risposta, nella garanzia di perseguire e garantire i livelli assistenziali c’impongono  di ripensare le attuali organizzazioni in un’ ottica di sviluppo e miglioramento dell’efficienza ed efficacia produttiva e contestualmente, nel favorire  l’implementazione di modalità di cura e di assistenza capaci di favorire l’integrazione professionale e garantire la sicurezza delle cure stesse”.
 
I criteri per la determinazione delle competenze infermieristiche allora, secondo il presidente del Nursing Up, fanno capo proprio a queste esigenze. Tenendo bene in menti il “criterio guida – introdotto dall’art. 1, comma 1, Legge n. 251/200 – che preordina la professione allo svolgimento delle “attività dirette alla prevenzione, alla cura  e salvaguardia della salute individuale e collettiva” e “i criteri limiti – previsti dall’art. 1 Legge 42/99 e dall’art. 1, comma 1, Legge 251/2000 – costituiti dai profili professionali, dall’ordinamento universitario e formativo post-base e dai codici deontologici”.

In questo contesto, precisa De Palma, “sono anche fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario per le quali è richiesto il possesso del diploma di laurea  e nel rispetto reciproco delle specifiche competenze professionali. Oggi come in passato, a nostro parere non pare davvero che possa ravvedersi in alcun modo, nella bozza di accordo di cui si parla , il rischio di un eventuale sconfinamento in aree rientranti tra quelle riservate in maniera esclusiva ad altre  professioni ed in particolare, quella medica ed è altrettanto  evidente che  non sia possibile  identificare alcun percorso di sviluppo professionale  che veda un’estensione del proprio agire in tal senso e nello specifico, verso processi che costituiscono ambito esclusivo di altre professioni con operazioni che possono assumere i toni della ‘sostituzione professionale’”.
 
Peraltro, secondo De Palma, “è di fondamentale importanza distinguere fra attività medica ed attività del medico: la prima rappresenta, infatti, un limite invalicabile da parte di chi non è abilitato alla professione medica; diversa è, invece l’attività che il medico può trovarsi a svolgere in talune organizzazioni per prassi e consuetudine. Come, infatti, viene da molti evidenziato, non è detto che queste attività siano tutte mediche o solo mediche perche svolte dagli stessi; infatti, potrebbe non essere necessaria una capacità ed una conoscenza  e formazione medica. A tal proposito, può essere anche utile ricordare che molte attività sanitarie nate come mediche si sono trasformate, per acquisizione di nuove conoscenze da parte di nuove figure professionali, in attività sanitarie professionali non esclusivamente mediche e successivamente hanno subito l’ulteriore trasformazione in attività sanitarie più strettamente  professionali ed eseguibili potenzialmente da tutta la popolazione”.
 
Pertanto, secondo De Palma, “il confine di competenza fra le professioni sanitarie non può definirsi in maniera statica e rigida, ma si presenta flessibile e sensibile ai modelli organizzativi adottati, alla evoluzione dei piani di studio universitari e post-universitari, alle prassi seguite nei singoli contesti di lavoro, come ben delineato nella bozza di accordo Stato Regioni in fase di valutazione definitiva”.
 
Il presidente del Nursing Up ricorda quindi come già ora, in ambito nazionale, “risultano evidenti le diverse competenze professionali agite nei  modelli organizzativi implementati in ambito sanitario, con conseguenti ricadute sia  nella determinazione dei diversi fabbisogni di risorse umane  che nel relativo impatto in termini economici e di spesa sanitaria. Ora – prosegue De Palma -, il richiamo costante  all’integrazione  e alla definizione di strumenti di governo clinico elaborati all’interno dell’equipe multi professionale non può essere considerato come un elemento ostativo allo sviluppo di nuove modalità di cura e di assistenza ma, unicamente, come luogo privilegiato dove all’interno dei singoli contesti professionali sia possibile condividere e definire sulla base delle evidenze scientifiche, i processi sanitari da adottare  e le migliori pratiche da implementare”.
 
Secondo De Palma, dunque, la bozza di accordo Stato Regioni “ripercorre quanto già adottato in altri contesti sanitari in ambito internazionale  e intende facilitare la diffusione di modelli organizzativi che vedano valorizzati tutti i diversi professionisti afferenti all’area sanitaria . Peraltro, è noto a tutti che esistono talune attività un tempo proclamate di competenza esclusiva dei medici, che costituiscono già patrimonio di molte organizzazioni sanitarie e vedono il coinvolgimento di altri professionisti nello svolgimento. Non si può non tener conto del legame imprescindibile fra autonomia e responsabilità e come, ma di questo la bozza di accordo rappresenta un esempio palese, nessun rischio corre  l’univoca competenza medica in tema di processo diagnostico e terapeutico di riferimento , in quanto è fuori dubbio che esso rientri nell’ esclusiva competenza di tale professionista. E’ tempo però – sottolinea il presidente del Nursing Up -, di dare piena attuazione a quanto indicato dalle disposizioni a supporto della professione infermieristica perché pochi sono stati i cambiamenti introdotti per la qualificazione dei  processi assistenziali e il loro rinnovamento non costituisce all’interno di questo Paese un quadro omogeneo e di riferimento nazionale”.
 
Da De Palma arriva, in conclusione, un appello alla collaborazione “ in considerazione della funzione istituzionale che rappresento ed anche dell’innegabile ruolo riconosciuto alla professione infermieristica che si qualifica assieme a quella medica- nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale, tra le figure cardine del sistema stesso”. Proprio per questo è necessaria “un’azione maggiormente sinergica tutti i professionisti coinvolti, soprattutto superando i vecchi steccati ed abbandonando oramai anacronistiche  posizioni a tutela unicamente del ruolo attualmente identificato nei diversi contesti: il tempo attuale richiede uno sforzo comune nel ripensare ai processi sanitari in un’ottica di appropriatezza sia essa di tipo organizzativo che clinico-assistenziale  ma, in particolare, ci richiede come vero strumento di sviluppo, la capacità di rivedere i nostri modelli e di apprendere da coloro che prima di noi hanno sperimentato altre modalità con risultati maggiori”.
 

 

15 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lavoro e Professioni

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy