Piede diabetico. Oltre 7mila amputazioni all'anno. Ma il 60% si potrebbe evitare
Un totale di 135.521 giornate di degenza. E quindi, senza contare il disagio umano di un intervento del genere, costi alle stelle. Per il presidente dei podologi, Mauro Montesi, si tratta di “cifre drammatiche che si ripetono negli anni e nulla è stato fatto per contenerle”. Perché sei volte su dieci si potrebbero evitare.
16 APR - Sono 7.487 le amputazioni maggiori e minori rilevate dal Ministero della Salute per il 2011. Tali amputazioni hanno dato luogo a 135.521 giornate di degenza, per una degenza media di 18,1 giorni per paziente. “Si tratta di cifre drammatiche che debbono far riflettere”, ha detto
Mauro Montesi, presidente dell’Associazione italiana podologi (Aip). “Ciò che più preoccupa - ha aggiunto - è che tali cifre si ripetono negli anni in maniera assolutamente uniforme, a dimostrazione che nulla è stato fatto per contenere tale andamento”.
In nove anni, infatti, le amputazioni sono state 63.359 con 1.233.083 giornate di degenza per una degenza media di 19,4 giorni per pazienti. Sono anni che l’AIP avanza proposte con l’obbiettivo di ridurre il numero delle amputazioni. Dopo l’approvazione del Piano nazionale del Diabete che fa esplicito riferimento al Podologo “considerata la specificità del piede diabetico”, l’Aip, in collaborazione con l‘Università La Sapienza, ha messo a punto un progetto di assistenza al paziente diabetico individuando linee guida su cosa fare per ridurre il numero delle amputazioni, tenuto conto che uno studio americano ha fissato nel 60 % la riduzione delle amputazioni a seguito dell’assistenza del podoiatra-podologo. Privilegiare il territorio rispetto all’ospedale, l’accreditamento degli studi podologici, la presenza del Podologo nei team diabetologici, l’introduzione della complicanza nei Lea, sono misure di semplice attuazione che oltretutto portano risparmio nei costi ospedalieri e nei costi sociali. Di grande rilievo anche l’informatizzazione degli studi attualmente in corso a cura dell’Aip che ha realizzato il progetto cosiddetto “Podium”.
“Il ruolo del Podologo in collaborazione con il Medico di Medicina generale e con il Diabetologo - ha concluso Montesi - deve essere ben delineato e rinforzato con poche fondamentali misure, a fronte delle quali potrebbe essere ottenuto un risultato di grande rilievo”.
16 aprile 2013
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