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Mobilitazione medici. Anche la Cimo in campo: “Uniti verso lo sciopero generale dei medici”


Il Consiglio di Presidenza ha dato ieri il mandato al Presidente di aderire, in assenza di risposte concrete della parte pubblica, alla mobilitazione Fnomceo e a tutte le iniziative unitarie di protesta che verranno concordate con gli altri sindacati ed associazioni mediche, fino allo sciopero generale di tutta la categoria

18 SET - La Cimo ha ratificato formalmente ieri l’adesione alla mobilitazione generale dei medici italiani  indetta dalla Fnomceo prevista il 21 ottobre prossimo e ha proclamato lo stato di agitazione. Il Consiglio di Presidenza ha dato mandato al Presidente di aderire, “in assenza di risposte concrete della parte pubblica”, a tutte le iniziative unitarie di protesta che verranno concordate con gli altri sindacati ed associazioni mediche, fino allo sciopero generale di tutta la categoria.
 
Ne dà notizia una nota stampa del sindacato dove si ricorda che il Presidente, Riccardo Cassi, ha espresso “profonda soddisfazione per la ritrovata unità nel riaffermare la centralità del ruolo del medico nella tutela della salute e nella decisione di contrastare con forza la emarginazione dei medici dalle scelte decisionali e costretti a subire pesanti ingerenze in quelle professionali”.
Cassi ha poi ribadito che “ci siamo riconosciuti pienamente nel documento approvato il 16 settembre scorso anche perché contiene tutte le questioni che CIMO ed Alleanza per la professioni medica hanno posto in questi anni come obiettivo della loro azione sindacale.”
 
Non sarà una mobilitazione vintage. “La mobilitazione della professione non sarà la solita iniziativa vintage di sola protesta – si sottolinea ancora nella nota sindacale - ma negli Stati Generali di ottobre saranno presentate proposte concrete per una riforma di tutta la sanità che abbandoni i criteri economistici di un’aziendalizzazione che ha fallito miseramente i suoi obiettivi, che modifichi la governance del SSN che le Regioni hanno reso iniquo frammentandolo in 21 modelli e ora, incapaci di riorganizzarsi stanno tagliando la spesa riducendo le prestazioni ai cittadini e mortificando il lavoro del medico considerato solo un costo e non la risorsa”.
 
“I medici italiani dicono quindi basta con i tagli lineari – conclude la Cimo - basta con l’aggressione alla professione, basta con la precarizzazione, basta con un contenzioso facilitato da norme carenti che distrugge l’alleanza medico-paziente, basta con una politica che invade le scelte professionali e chiedono con forza alla Politica di essere ascoltati ed essere riconosciuti come interlocutori istituzionali”.

18 settembre 2015
© Riproduzione riservata

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