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Elezioni Fnomceo. Filippo Anelli: “Coraggiosa l’autocandidatura di Chersevani, ma le motivazioni non sono coerenti con la sua storia”

di Eva Antoniotti

“Tre anni fa la candidatura di Roberta Chersevani venne avanzata da un leader sindacale e sostenuta dai sindacati medici” ricorda Filippo Anelli, che riconosce però come la mancanza di donne nella sua lista sia una “grave carenza” 

19 GEN - Filippo Anelli non ci sta ad accettare le critiche su una presunta sudditanza degli Ordini ai sindacati medici, sollevate ieri da una lettera con la quale quattro presidenti (Roberta Chersevani, Gorizia; Carolina De Vincenzo, Campobasso; Ottavio Di Stefano, Brescia; Augusto Pagani, Piacenza) si sono autocandidati al Comitato Centrale Fnomceo, nelle elezioni che si terranno nel prossimo weekend e alle quali parteciperanno tutti i presidenti degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
 
Lo abbiamo raggiunto questa mattina al telefono, ecco cosa ci ha detto.
 
Presidente Anelli, come accoglie queste autocandidature?
Chersevani e gli altri presidenti vogliono mettersi in gioco e questo sta nelle regole della democrazia. Per Chersevani, in particolare, è un gesto coraggioso, che sottopone il suo lavoro al giudizio del voto.
Sono perplesso però riguardo alle motivazioni, che chiedono una maggiore separazione tra Ordini e sindacati medici. Pagani ha sempre espresso questa posizione e l’ha ribadita anche all’ultimo Consiglio nazionale. Meno comprensibile è che questo rilievo venga da Roberta Chersevani, che è stata proposta alla presidenza Fnomceo  tre anni fa da un leader sindacale, Giacomo Milillo, ed è stata sostenuta dai sindacati medici. Per questo mi sembra una posizione non coerente con la sua storia.
 
Quali crede che debbano essere i rapporti tra sindacati medici e Ordini?
Sono due piani diversi. Da una parte c’è il diritto costituzionale di ogni lavoratore ad essere iscritto ad un sindacato, dall’altra c’è la partecipazione ad un Ordine professionale. Il mio percorso per la formazione di un programma per il prossimo Comitato Centrale è stato trasparente, con l’obiettivo di arrivare ad una proposta il più possibile ampia e condivisa. Per fare questo ho ascoltato tutte le sensibilità presenti nel mondo medico: ho parlato con i presidenti degli Ordini, con alcune rappresentanze territoriali, come ad esempio in Sicilia, e ovviamente anche con i dirigenti dei sindacati. E nell’ultimo Consiglio Nazionale ho ricevuto il mandato, sottoscritto da 20 presidenti di Ordine, a mettere a punto e presentare una lista.
 
Nella lista però, tra le molte componenti del mondo medico, non ha trovato spazio la componente femminile della professione, malgrado oggi ci siano ben 11 presidenti e 18 vicepresidenti donna.
Purtroppo questa è una grave carenza, che dovremo colmare nel futuro anche avviando percorsi formativi che incoraggino le colleghe a partecipare alla vita ordinistica.
 
Pensa di mantenere attivo l’Osservatorio sulla professione medica al femminile?
Assolutamente sì e anzi vorrei potenziarlo.
 
Eva Antoniotti

19 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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