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Risorse per assunzione personale sanitario e adeguamento retribuzioni. Consiglio Lombardia approvazione mozione

Il documento impegna la Giunta a intervenire presso la Conferenza Stato-Regioni per “disegnare un reale piano di assunzioni e adeguare gli stipendi del personale infermieristico e delle professioni sanitarie a quelli europei”. L’atto, tra le altre cose, chiede anche di valutare il superamento del vincolo di esclusività per la professione infermieristica. IL TESTO PRESENTATO

03 FEB - Stipendi di livello europeo e  dalla Regione impegni precisi per incentivi economici. A chiederlo è la consigliera del Pd in Lombardia Carmela Rozza, prima firmataria della mozione condivisa con la maggioranza e votata  all’unanimità dall’Aula del Consiglio regionale. “In Lombardia – spiega Rozza riprendendo i dati contenuti nella premessa dell’atto – secondo  l’Ordine professioni infermieristiche, mancano 9500 infermieri, 3500 solo nelle Rsa, dove la carenza è già drammatica. La pandemia ha ulteriormente acuito  la mancanza di operatori che in questi due anni  sono stati sottoposti a turni massacranti, in condizioni di grave disagio e di altissimo rischio.  Con il loro grande  senso di responsabilità hanno contribuito a evitare il crollo di un sistema sanitario al collasso”.

“Per colmare - afferma Rozza - le gravissime  e ormai croniche carenze di infermieri in Lombardia e rendere più attrattiva la professione  la mozione impegna il consiglio e la Commissione sanità a individuare, come hanno già fatto altre regioni, quali la val D’Aosta, forme di incentivazione economica regionale”.

“Per  gli infermieri – continua Rozza – chiediamo, inoltre, un riconoscimento professionale e salariale. Ad oggi gli infermieri italiani hanno stipendi tra i più bassi in Europa,  superiori solo a quelli di Grecia ed Estonia. Per questo  abbiamo chiesto e ottenuto dalla giunta l’impegno  ad adeguare e uniformare gli stipendi del personale infermieristico e delle professioni sanitarie a quelli europei, di stabilizzare i precari, come previsto dalla legge finanziaria e riconoscere loro un ruolo nella didattica universitaria”.

Soddisfazione per il via libera all’atto è arrivata anche da Così Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, che riprende a sua volta i dati contenuti nella mozione. “In Lombardia - dichiara Monti - mancano 9.500 figure professionali di cui 3.500 nelle RSA, 4.500 nelle strutture sanitarie e 1.500 infermieri di famiglia e questo deficit è oramai cronico sia per il numero insufficiente annuale di posti disponibili nei corsi universitari, sia perché questa professione è poco attrattiva per i giovani. Il Governo ora non può ignorare la nostra richiesta”.

“Secondo un’analisi della Fondazione Gimbe – si legge ancora nella nota di Monti  -, almeno il 50% dei tagli è stato scaricato sul personale dipendente e, in particolar modo, si è compiuta una riduzione radicale dei medici e infermieri (-42.800 dipendenti a tempo indeterminato). La situazione emergenziale ha ulteriormente acuito le difficoltà di un sistema già in crisi. Con la quarta ondata Covid, ancora una volta, gli operatori sanitari sono stati travolti: infermieri in corsia da ormai due anni incessantemente, con scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro”.

“In Italia – ricorda il presidente della commissione - un infermiere guadagna mediamente 27.382 euro l’anno, contro i 32.092 della Francia, i 34.212 della Spagna, gli oltre 45mila della Germania, i 48.167 dell’Irlanda e i 91.290 mila del Lussemburgo. Gli ultimi dati Ocse (relativi al 2019) evidenziano una forte disomogeneità tra gli stipendi di infermieri in Europa (ma anche oltreoceano) e vedono l’Italia agli ultimi posti della classifica. Dopo di noi ci sono solo Grecia (19.067 euro) ed Estonia (16.653 euro)”.

“Chiediamo che vi sia un’attivazione istituzionale risolutiva per stabilizzare il personale precario, aumentare gli stipendi degli operatori e per valorizzare la figura dell’infermiere. Come presidente della Commissione Sanità - fa sapere in conclusione Monti - mi sono preso l’impegno di affrontare il problema al fine di definire un percorso che individui forme di incentivazione economica regionale per il personale infermieristico e delle professioni sanitarie per una reale e meritoria valorizzazione salariale e professionale” conclude.

Sulla situazione del infermieri è intervenuto anche Simona Tironi (Forza Italia), vice presidente della Commissione sanità, sostenendo le ragioni della mozione e rilanciando l’allarme lanciato da una delegazione degli infermieri che Tironi ha incontrato venerdì scorso, a margine di una manifestazione organizzata nei pressi di Palazzo Pirelli, a Milano. “Mai come in questo momento - ha dichiarato Tironi in una nota - le Istituzioni hanno il dovere di intervenire in modo deciso e sinergico facilitando le assunzioni e le stabilizzazioni, adeguando gli stipendi alle specifiche responsabilità professionali”.

“Nei mesi scorsi li abbiamo definiti EROI – aggiunge Tironi –, ora le istituzioni, tutte insieme, devono qualificare quel termine attraverso azioni concrete e contenuti specifici. Una decennale programmazione nazionale miope e inadeguata, regole assurde sul contenimento della spesa per il personale in ambito sanitario hanno costretto le Regioni a limitare le assunzioni e le indennità degli operatori sanitari. La pandemia ha dimostrato che bisogna invertire la rotta con celerità”.

“A questo– a giudizio della Vice Presidente Tironi – occorre affiancare la stabilizzazione del personale del ruolo sanitario e gli operatori sociosanitari precario, come previsto dalla Legge Finanziaria; superare il vincolo di esclusività per la professione infermieristica, in un percorso di valorizzazione complessiva della figura professionale con particolare attenzione all’impiego nella medicina territoriale”.

Per la vice presidente della commissione Sanità del Consiglio lombardo, “anche la nostra Regione può svolgere direttamente un ruolo importante come, ad esempio, individuare forme di incentivazione economica regionale per il personale infermieristico e delle professioni sanitarie per una reale e meritoria valorizzazione salariale e professionale”. “La quarta ondata Covid – conclude Tironi - ha travolto in pieno gli operatori sanitari che hanno saputo reagire in modo esemplare nonostante gli scarsi presidi a disposizione, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro”.

03 febbraio 2022
© Riproduzione riservata

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