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P.A. di Trento. Sindacati sul piede di guerra sul contratto provinciale del pubblico impiego

Sul piatto ci sono 60milioni, ma secondo quanto appreso dai sindacati, si tratterebbe di fondi riservati al triennio 2022-2024. Per il triennio 2019-2021, per i 40.000 dipendenti pubblici, “è prevista solamente la vacanza contrattuale dello 0,7%, che porterebbe in busta 20 euro medi mensili lordi. Per le risorse strutturali destinate all’ordinamento professionale e sistema di classificazione, proroga dei contratti Covid, scuola e sanità, indennità di funzione per i professionisti della sanità, non sarebbe previsto nulla, se non aumenti da erogare una tantum”

17 NOV - Fp Cgil, Flc Cgil, Cisl Fp, Cisl Scuola, Uil Fpl Sanità, Fenalt, Nursing Up Provincia Trento e Satos del Trentino hanno formalizzato il 12 novembre scorso la proclamazione dello stato di agitazione del personale di tutti i comparti del pubblico impiego trentino attivando le procedure per il tentativo di conciliazione sulle numerose iniziative unitarie che negli anni si sono succedute e che riguardano lo stanziamento delle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti nel triennio 2019-2021, oltre che alla richiesta di assunzione di nuovo personale.

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, in seno a delle negoziazioni con lo Stato, riesce a scontare oltre 60 milioni di euro. Somma che sin da subito dice di voler destinare al rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Ma conti alla mano, “da quanto si apprende dal disegno di legge delle norme di bilancio provinciali – dicono i sindacati provinciali - i fondi messi a disposizione sono per il CCPL 2022-2024, mentre per il triennio 2019-2021, per i 40.000 dipendenti pubblici, come aumento è previsto solamente la vacanza contrattuale del 0,7%, che porterebbe in busta € 20,00 medi mensili lordi; per le risorse strutturali destinate all’ordinamento professionale e sistema di classificazione, proroga dei contratti “Covid”, scuola e sanità, indennità di funzione per i professionisti della sanità, non sarebbe previsto nulla, per il triennio 2019-2021, se non di aumenti da erogare una tantum”.

Il presidente Fugatti risponde così alle prese di posizione dei sindacati della funzione pubblica di fronte ai primi orientamenti espressi dall’esecutivo in materia di contratti dei dipendenti pubblici.: “Sul rinnovo del contratto pubblico questa giunta non dice bugie ed anzi è pronta ad onorare l’impegno preso. Al netto delle difficoltà contingenti e straordinarie che pur erano state messe in conto”.  
 
“Credo che i Trentini - conclude Fugatti - sappiano riconoscere lo sforzo che la Provincia sta facendo per garantire un sostanziale equilibrio fra le componenti di un sistema complesso qual è il nostro. Uno sforzo che trova una rappresentazione oggettiva: metà delle risorse che siamo riusciti a recuperare nella nuova trattativa con lo Stato sono proprio destinate a questi rinnovi; si tratta di oltre 60 milioni di euro, una cifra importante che vuole riconoscere l’importanza del ruolo di chi è al pubblico servizio”.

“I soldi stanziati dalla provincia di Trento per il rinnovo del contratto del pubblico impiego – commentano unitariamente le OO.SS. – non coprono con aumenti strutturali gli anni dal 2019 al 2021, quindi le risorse previste sono state stanziate per il triennio 2022-2024. Lo stato d'agitazione rimane tale e le segreterie provinciali sono pronte anche ai passi successivi fino allo sciopero generale”, qualora non ci sia una risposta concreta nelle norme di bilancio provinciali, attualmente in discussione.

Nel frattempo, per il giorno 22 novembre le OO.SS. e la P.A. di Trento sono state convocate per il tentativo di conciliazione, sulla vertenza in atto, avanti al Prefetto Vicario, Alessandra Vinciguerra.

Endrius Salvalaggio

17 novembre 2021
© Riproduzione riservata

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