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Sardegna. In piazza con la Cgil anche a Cagliari, contro la riforma sui nuovi ospedali. Solinas replica

di Elisabetta Caredda

“Alcuni fra gli ospedali più importanti dell’Isola - spiega il governatore - sono ospitati in strutture vecchie di oltre 50 anni, spesso fatiscenti, in edifici che si sviluppano in verticale in una concezione ormai superata”. Il delicato tema è oggetto anche di due mozioni che apriranno la seduta domani dell’assemblea legislativa. Le mozioni

26 GIU - La manifestazione in difesa della sanità pubblica svoltasi a Roma dell’altro giorno ha visto in contemporanea organizzare l’iniziativa anche in Sardegna, in segno di opposizione contro la riforma portata avanti dal governo regionale ed in particolare sulla decisione ferma della Regione nel voler dare avvio in questo momento alla costruzione dei nuovi quattro ospedali. Non ci sta il presidente Christian Solinas che immediatamente fa giungere la propria replica in una lunga nota.

“Quello della realizzazione dei nuovi ospedali – afferma il governatore - è un impegno che abbiamo preso con i sardi già dal 2019, ancora prima del voto, ed è stato apprezzato dagli elettori che ci hanno conferito il mandato di realizzare strutture più moderne ed efficienti. Da allora abbiamo governato la Sardegna passando attraverso un evento epocale e drammatico come la pandemia che ha portato via due anni e mezzo a questa legislatura. Il Covid non ha però cancellato la promessa fatta ai sardi”.

Il Presidente sottolinea che attualmente, “alcuni fra gli ospedali più importanti dell’Isola sono ospitati in strutture vecchie di oltre cinquant’anni, spesso fatiscenti, in edifici che si sviluppano in verticale in una concezione ormai superata. Tutto questo mentre negli ultimi 15 anni Cagliari, ad esempio, ha perso ben 3 ospedali. Abbiamo bisogno di strutture moderne, con uno sviluppo orizzontale che consenta un’organizzazione dei servizi e dei percorsi più razionale e performante, con standard che non potranno mai essere raggiunti nelle condizioni attuali. Il nostro sistema sanitario ha bisogno dei nuovi ospedali anche per ottimizzare le risorse economiche e professionali che avrebbero così la possibilità di essere allocate in modo più efficiente in un momento storico in cui tutta l’Italia deve fare i conti con la carenza di medici e personale del comparto sanitario”.

“È impensabile – tuona il governatore – che oggi possa esserci qualcuno disposto a mettere un freno a tutto questo. Abbiamo individuato le risorse necessarie, oltre 1,5 miliardi di euro, frutto di una contrattazione con il Governo da me portata avanti in questi anni. Dire "no" alla realizzazione dei nuovi ospedali significherebbe lasciare indietro la Sardegna e i sardi, mentre il mondo corre in avanti. La strumentalizzazione che si sta facendo su questo delicatissimo tema, pur di trascinare il discorso sul piano dello scontro politico fine a sé stesso è poco utile alla collettività, così come le tante affermazioni non veritiere che continuano a essere ripetute”.

“Realizzare i nuovi ospedali – puntualizza il Presidente Solinas – non significa certo abbandonare le vecchie strutture. Queste verranno mantenute in perfetta efficienza fino all'apertura delle nuove. Solo allora, quando tutto il personale ed i pazienti saranno nei nuovi ospedali, si procederà alla riqualificazione e rifunzionalizzazione dei vecchi ospedali da destinare a nuovi servizi sanitari, socio-assistenziiali e amministrativi. Questa scelta consentirà di evitare l'enorme disagio di aprire cantieri con i pazienti ricoverati e con l'esigenza di ridurre o chiudere a turno l'operatività di interi reparti. Pensare e sostenere che intervenire sulle vecchie strutture, rinunciando a realizzare le nuove, possa essere una garanzia per il futuro del nostro sistema sanitario è una contraddizione in termini. La cortina fumogena sollevata sul Brotzu per alimentare confusone e paure è l’emblema di questo corto circuito. La piastra tecnologica di cui si parla è un edificio nuovo di cui attualmente non esiste nemmeno una progettazione esecutiva approvata, né un permesso di costruire, e che andrà a impattare su spazi interni già pesantemente sacrificati, con ulteriori criticità sulla viabilità interna, sui parcheggi e sulla complessiva logistica del plesso, distante persino dalla stessa superficie dell’elisoccorso. Al di là delle perplessità che la piastra può generare a fronte di un costo importante, la realtà è che questo intervento non riqualificherà nemmeno un metro quadro del vecchio ospedale, né un euro degli investimenti previsti a questo scopo andrà a migliorare la vecchia struttura su cui oggi si registrano i problemi più gravi”.

“Pur di avvelenare il clima si è arrivati a mettere in contrapposizione il nuovo stadio con il nuovo ospedale pubblico d'eccellenza da 1.000 posti letto , che accorperebbe Brotzu e Businco, dando ai sardi il meglio della tecnologia e delle cure con un polo oncologico di riferimento regionale, un polo pediatrico ed il più importante centro di alta specializzazione (DEA di secondo livello) dell'Isola. Bene, non esiste alcuna contrapposizione tra stadio e nuovi ospedali e fare chiarezza è un obbligo per impedire che continuino strumentalizzazioni che fanno male a tutti e non rispondono agli interessi dei cittadini”, conclude Solinas.

La discussione sui nuovi ospedali si sposta ora in Aula del Consiglio regionale. La richiesta di revoca della delibera del 1° giugno che autorizza lo studio di fattibilità per la costruzione dei quattro presidi a Cagliari, nel Sulcis-Iglesiente, ad Alghero e a Sassari sarà il primo punto all’ordine del giorno della seduta dell’assemblea legislativa che si terrà nella mattina di domani e che vedrà accendere il dibattito sulle mozioni 652 e 653 presentate, sul tema in questione, dai consiglieri regionali di opposizione.

Elisabetta Caredda

26 giugno 2023
© Riproduzione riservata

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