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05 MAGGIO 2024
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Salute bambini sardi. Il pediatra: “Si avvii un percorso per un ospedale pediatrico regionale”  

di Elisabetta Caredda

Le criticità nell’assistenza pediatrica derivanti dalla carenza di specialisti ha aperto una riflessione anche sulle difficoltà riscontrate al Microcitemico di Cagliari. Per il pediatra Congia “la risposta non può che essere la ricostituzione in una unica azienda delle multidisciplinarietà pediatriche nel dipartimento pediatrico. Organo operativo del governo clinico nelle aziende sanitarie”.

30 GEN - Il problema della carenza di pediatri e in particolare nelle zone disagiate, del quale Quotidiano Sanità si è interessato in questi ultimi giorni, ha scatenato un ulteriore dibattito centrato questa volta sull’ospedale pediatrico Microcitemico ‘Antonio Cao’ di Cagliari, sul quale erano state segnalate significative difficoltà di gestione in seguito allo scorporo del medesimo presidio da quella che era l’Azienda ospedaliera ‘G. Brotzu’, col successivo accorpamento all’Azienda socio-sanitaria n. 8 di Cagliari.

A contattare il nostro giornale è Mauro Congia, pediatra che da 35 anni lavora all’ospedale Microcitemico, dove ha ricoperto tutti i ruoli. Compreso quello della direzione come facente funzioni di direttore della Clinica Pediatrica e Malattie Rare, nata nel 2017 dalla fusione tra l’ex clinica Macciotta e la Clinica Pediatrica dell’indimenticato professor Cao.

“Quella che per me era l’ossessione di avere un vero ospedale pediatrico è diventata una missione – commenta Congia -. Il Microcitemico che doveva essere un ospedale pediatrico a valenza regionale, a mio avviso ha risentito significativamente della riforma sanitaria voluta con la legge regionale n° 24/2020. La norma ha decretato lo scorporo del Microcitemico dall’ARNAS Brotzu e la sua incorporazione nella nascente ASL 8. Un fatto che si è rivelato gravissimo, perché questo ha significato la separazione dei pediatri del Microcitemico dai loro colleghi del Brotzu, con il conseguente azzeramento dei sette anni di multidisciplinarità, reti comuni e percorsi condivisi che dal luglio 2015 al dicembre 2021 hanno visto i pediatri del Brotzu e quelli del Microcitemico lavorare in unità di intenti”.

“Si è trattato - spiega il pediatra - di una operazione dalle finalità per noi sconosciute che però ha da subito generato criticità nel funzionamento dell’ospedale. Criticità tanto gravi da riempire le cronache dei giornali locali e provocare anche due esposti alla procura della repubblica di Cagliari. Nella confusione venutasi a generare, le madri dei bambini malati di cancro sono state accusate di essere bugiarde, mentre il primario di anestesia e rianimazione del Santissima Trinità, Leonardo Bianciardi, si è trovato nella condizione sofferta di dover decidere di dare le dimissioni perché consapevole che gli anestesisti e rianimatori del SS Trinità, non avendo competenze pediatriche, non potevano assistere adeguatamente i piccoli pazienti. Successivamente, con l’allegato alla Finanziaria 2023, la Giunta regionale ha legiferato uno scorporo nello scorporo che non si può dire sia stata la soluzione dei problemi che si sono venuti a creare: ossia è stato deciso di scorporare due reparti del Microcitemico, l’oncoematologia pediatrica e il centro di trapianti di midollo osseo, che ormai erano passati alla ASL 8, per riaccorparli all’ARNAS Brotzu”.

“Negli altri reparti non va meglio – approfondisce Congia -: anche lì si è costretti a convivere con criticità non risolte. Si va ad esempio dall’insufficienza di anestesisti pediatrici, dato che quelli che c’erano e potevano assicurare un servizio su 24 ore sono rimasti in capo al Brotzu, alla mancanza di attività di radiologia interventistica specifica per il bambino. Dall’assenza di attività di medicina nucleare a quella di un sistema informatico che metta il Microcitemico in rete con le altre strutture della ASL 8. Inoltre, attività come quelle endoscopiche sono rimaste in capo all’Arnas Brotzu. Non esiste più neppure un servizio di farmacia autonoma: antineoplastici e biologici sono forniti dall’ospedale Oncologico e dal servizio comune di farmacia mentre, l’attività di ricerca clinica soffre un ritardo di due anni sulla sperimentazione con farmaci innovativi. Siamo nei guai anche sul fronte dei lavori per l’ampliamento dell’ospedale e la sua riqualificazione edilizia visto che i 17 milioni di euro di fondi dedicati, in capo all’Arnas Brotzu, nei due anni di guida da parte dell’ASL 8 sono rimasti ‘sospesi’. Data la situazione, appare chiaro come tutto ciò abbia reso l’attività multidisciplinare più difficile e fonte di interminabili discussioni e perdite di tempo tra colleghi”.

“A questo punto – osserva Congia in conclusione - non ci sono dubbi: la risposta a questi problemi non può che essere la ricostituzione in una unica azienda delle multidisciplinarietà pediatriche nel dipartimento pediatrico. Organo operativo del governo clinico nelle aziende sanitarie. In modo da ricominciare il percorso interrotto verso l’Ospedale Pediatrico della Sardegna”.

Elisabetta Caredda

30 gennaio 2024
© Riproduzione riservata

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