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Giù le mani dal comma 566. Indietro non si torna

di Graziano Lebiu (Ipasvi Carbonia-Iglesias)

20 LUG - Gentile Direttore,
ripresa dal mensile dell’Anaao “Dirigenza Medica", sul quotidiano da lei diretto è pubblicata l'intervista della  sen. De Biasi, presidente della 12° Commissione Sanità del Senato, dal titolo "Il personale del Ssn è la priorità. La stabilità dia i fondi che servono".
 
Non posso che concordare con la Presidente De Biasi quando afferma che:
a) "…non potranno mancare i fondi necessari per il rinnovo di contratto e convenzioni e per le nuove assunzioni, necessarie a colmare i vuoti di tutti questi anni di blocco del turn over, al quale si è aggiunta l’emergenza orario di lavoro ancora non risolta nonostante gli impegni presi con la precedente finanziaria…".
 
b) "…il personale del Ssn ha bisogno di un’attenzione strategica in grado, non solo di tamponare le emergenze di oggi, ma soprattutto di programmare i bisogni di domani…".
 
Altrettanto chiaramente, esprimo dissenso quando sostiene che:
 
c) "... per questo servono interventi in grado di valorizzare appieno i medici in primis ma anche tutte le altre professioni sanitarie, superando incomprensioni e polemiche scaturite da un comma 566 scritto male e che va rivisto quanto prima…".
 
d) "…non so cosa si intenda effettivamente oggi, nel 2016, per leadership medica. Se intendiamo che al medico e solo al medico spettino la diagnosi e la terapia non ho dubbi. Essa c’è e va mantenuta senza se e senza ma. Per il resto ritengo che la realtà superi la stessa legislazione. Nelle strutture si lavora ormai in equipe e ognuno è conscio del proprio ruolo e delle proprie prerogative. Ma è indubbio che va fatta chiarezza ....... rivedendo il comma 566, superando l’attuale impostazione ed eliminando le ambiguità in esso contenute che hanno creato solo problemi e confusione.... "
 
Non sono sospettoso… ma nel merito di un comma ritenuto scritto male, è da chiedersi come mai la Presidente De Biasi se ne accorga solo ora e dialogando su “Dirigenza Medica” piuttosto che nella sede competente, che mi risulta essere la stessa 12° Commissione Sanità del Senato e non l’organo di informazione di Anaao. Ma soprattutto mi domando: dove sarebbe scritto male, nello specifico?
 
Non ho notizia, inoltre, che quando la approvanda legge finanziaria a valersi per il 2015 sia transitata per il necessario parere nella stessa Commissione 12°, ci sia stata alcuna osservazione né raccomandazione su quel comma, del quale tutto può dirsi, e si è detto, tranne che non palesi chiarezza espositiva, e valga per tutti l’attuale recepimento dell’Atto di indirizzo con le conseguenti direttive inviate all’Aran.
 
Non sono quindi a contestare o limitare alla Presidente De Biasi  una ulteriore riflessione sul comma 566, e ci mancherebbe altro, ma non si possono accettare “a babbu mortu” (a cose fatte, ndr) anatemi sull’ambiguità, sui problemi, sulla confusione di una legge dello Stato che deve essere rispettata da tutti. L’Anaao? Se ne faccia una ragione.
 
Come presidente della Commissione sanità e Senatrice, si sarà confrontata con gli altri componenti la Commissione stessa, e avrà certamente avuto modo di audire le altre professioni sanitarie che, tutte, invece hanno una posizione decisamente diversa sul comma 566. Se così non fosse, a che titolo rappresentare il De Biasi pensiero oggi? Personale o di tutta la Commissione? Mi pare infatti inverosimile che la rappresentanza politica infermieristica nella stessa Commissione, nella persona della Senatrice Silvestro, possa aver avallato tali deduzioni, essendomi ben note le sue decise convinzioni sul tema.
 
Non mi pare, e concludo, che il Responsabile Sanità del PD abbia mai manifestato qualcosa che si avvicini a quelle espressioni: la sen. De Biasi pronuncia evidentemente un suo particolarissimo parere, legittimo, ed è bene averne contezza e percezione anche se arrivata fuori tempo massimo: è da mettere nero su “bianco” il Ccnl comparto sanità e guardare avanti, accelerando sui tempi.
 
Il comma 566, legge n.190/2014, è legge dello Stato anche per la Presidente De Biasi. Indietro non si torna.
 
Se questa Nazione, questo Governo, questo Ministero della Salute, questa Commissione Sanità ipotizzassero di permettere e/o assecondare una singola categoria professionale (o una sua “porzione”) che sperimenta di bloccare i disposti di una legge dello Stato che coinvolge tutti i professionisti sanitari, adducendo e/o facendo passare per buone motivazioni che nulla hanno a che fare con i bisogni dei cittadini, con la sostenibilità e qualità del SSN e l'evoluzione e la valorizzazione delle professioni sanitarie di cui tanto si parla e per le quali ben poco di reale si registra, ci sarebbe da preoccuparsi.
 
Per quel poco di contributo che posso dare, ritengo che il tempo dell'attesa, della pazienza e della rassegnazione per i professionisti dell'area infermieristica, ma certamente, auspico, ostetrica, tecnico sanitaria, della riabilitazione e della prevenzione sia davvero finito.
 
Mutuando il concetto di un importante, autonomo e libero movimento d’opinione nato su spinta del Presidente Ipasvi Bologna Pietro Giurdanella, #noisiamopronti.
 
Graziano Lebiu
Presidente Ipasvi Carbonia Iglesias

20 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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