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Influenza. Aifa: "Attenzione ai soggetti a rischio. Siano vaccinati”. Il vademecum


Continua l’appello dell’Aifa alla vaccinazione, che dopo il caso Novartis ha subìto un brusco rallentamento. “Per bambini, donne in gravidanza e allattamento, pazienti immunodepressi e con malattie autoimmuni, medici e personale sanitario di assistenza la vaccinazione è particolarmente importante”.

19 NOV - Dopo l’appello generale della settimana scorsa, si concentra oggi sui soggetti a rischio l’impegno dell’Aifa a promuovere la fiducia nella vaccinazione antinfluenzale, messa a dura prova dal ritiro di alcuni prodotti Novartis nelle settimane passate per dubbi sul profilo di sicurezza.

Per questo l’Aifa ha deciso di lanciare una campagna di informazione e sensibilizzazione sui vaccini diffondendo, ogni settimana, un bollettino. Il primo è dedicato alle categorie più fragili, sulle quali l’influenza potrebbe avere conseguenze anche gravi: bambini, donne in gravidanza ed allattamento, pazienti immunodepressi e con malattie autoimmuni, medici e personale sanitario di assistenza

Ecco le informazioni Aifa sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale per queste categorie.

Bambini
Come ricorda l’OMS, i bambini sono tra i soggetti più a rischio di contrarre l’influenza e hanno un ruolo fondamentale nel trasmetterla.
Un bambino in buone condizioni di salute è in grado di reagire autonomamente o con il semplice supporto di terapie sintomatiche nei confronti del virus influenzale anche se, nei bambini sani di età compresa tra 6 mesi e 24 mesi (o fino a 5 anni), la vaccinazione non è controindicata, qualora il pediatra optasse per questa scelta.
I vaccini antinfluenzali non vanno invece somministrati nei bambini di età inferiore a 6 mesi; la vaccinazione della mamma e degli altri familiari è una possibile alternativa per proteggerli in maniera indiretta.

Donne in gravidanza ed allattamento
La vaccinazione antinfluenzale è considerata sicura alle donne che si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza all’inizio della stagione influenzale. Questa raccomandazione, secondo l’OMS, è motivata non solo dalle possibili conseguenze negative che l’influenza può avere sulla gravidanza ma anche dal fatto che, vaccinarsi, ha lo scopo di proteggere i neonati contro l’influenza nei loro primi mesi di vita.
Tuttavia nel primo trimestre di gravidanza, in assenza di condizioni mediche predisponenti che rendano imperativa la vaccinazione antinfluenzale, questa deve essere subordinata ad una attenta valutazione del rapporto rischio beneficio da parte del medico curante.
Il virus influenzale si diffonde in tutto l'organismo e quindi anche nel latte, dove peraltro sono presenti anche gli anticorpi. La trasmissione dell'infezione, però, avviene soprattutto per via "aerea". La vaccinazione antinfluenzale non è controindicata nelle donne che allattano e l'allattamento non interferisce sfavorevolmente sulla risposta immunitaria.

Pazienti immunodepressi
Nelle persone immunodepresse (per effetto di terapie immunosoppressive o per effetto di altre patologie) la somministrazione del vaccino antinfluenzale è sicura.

Pazienti con malattie autoimmuni
Nelle persone con malattie autoimmuni è bene che sia fatta una attenta valutazione caso per caso, da parte dello specialista che segue il paziente. E’ possibile, in questi casi, ricorrere a profilassi alternative, quali la vaccinazione dei familiari, l’uso degli antivirali in caso di necessità e una attenta profilassi di tipo comportamentale.

Medici e personale sanitario di assistenza
La vaccinazione di medici e personale sanitario di assistenza è fortemente raccomandata per proteggere i pazienti dal rischio di infezione, in particolare quelli immunocompromessi e gli anziani. Recenti studi, infatti, hanno dimostrato l’importanza di sensibilizzare i medici e il personale sanitario di assistenza ad effettuare la vaccinazione antinfluenzale.
Si ricorda, infine, che la vaccinazione è offerta gratuitamente alle categorie a rischio riportate sopra e che ogni Regione e Provincia Autonoma stabilisce le strutture deputate alla vaccinazione. Oltre ai Servizi di vaccinazione dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, partecipano alle attività di vaccinazione anche i Medici di Medicina Generale ed i Pediatri di libera scelta.
Considerando che la protezione si sviluppa dopo due settimane dall'iniezione e si mantiene per circa sei mesi e che la massima circolazione dei virus influenzali è prevista nei mesi di gennaio e febbraio, il momento migliore per farsi vaccinare va dai primi di novembre a dicembre inoltrato.
 

19 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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