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Caso Stamina. Dopo la condanna di Vannoni & C. Aifa: “Condannati i truffatori di Speranze”

di Luca Pani e Sergio Pecorelli

In un editoriale a firma del direttore generale Luca Pani e del presidente Sergio Pecorelli, i vertici dell’Agenzia del farmaco commentano la deciosne del Gup di accettare il patteggiamento proposto da Vannoni (condannato a un anno e 10 mesi) e altri protagonisti della vicenda e il rinvio a giudizio di altri imputati

19 MAR - Nelle ultime settimane non aveva occupato più, quanto e come avrebbero voluto i suoi “inventori”, le prime pagine dei giornali né l’agenda dei programmi di cronaca o dei salotti televisivi, eppure il “caso Stamina”, che ha vissuto ieri un’importante tappa processuale del suo degno e triste epilogo, non può essere archiviato e rimosso dalla coscienza civile del Paese e dalla riflessione della Comunità scientifica e delle Istituzioni pubbliche. Questo è quanto invece rischiamo di dimenticare insieme al patteggiamento con dei cantastorie che hanno scherzato con le malattie più devastanti che conosciamo e preso in giro il cuore gonfio di dolore delle famiglie di bambini che da queste sciagure immense erano già state tragicamente colpite.
 
Allora ricordiamo. Ricordiamo che si patteggia la pena ma non i reati che invece, patteggiando, si ammettono in piena colpevolezza. Ricordiamo che non si patteggia con i fantasmi con cui abbiamo dovuto lottare in questi ultimi tre anni nella consapevolezza di difendere, anche contro le mobilitazioni di piazza e le strumentalizzazioni dell’opinione pubblica, il primato della Scienza, della Medicina e delle sue regole, da cui dipende la reale evoluzione della conoscenza, ma soprattutto la tutela della Salute dei cittadini.
 
Ricordiamo che si trattava di un’associazione a delinquere aggravata e finalizzata alla truffa che non vendeva solo merce (perché di questo si trattava) falsa e difettosa ma speranze di cura a chi aveva finito persino le lacrime.
 
Ricordiamo la sicumera dei presunti guaritori e quella di saltimbanchi mediatici. Riguardate i video oggi e le interviste di allora; rileggete le dichiarazioni, i blog, i tweet e i profili Facebook, se tutti quelli che li hanno pubblicati avranno il coraggio di lasciarli on-line come hanno avuto il coraggio di contribuire a ingannare tante famiglie. O forse secondo loro davvero basta ammettere la colpa e con un colpo di spugna sperare che sia tutto dimenticato? Noi non dimenticheremo, non possiamo. Lo dobbiamo ai piccoli malati e a quelli adulti, tutti presi in giro e usati come grimaldelli emotivi; lo dobbiamo anche ai colleghi che ci hanno aiutato, ai comitati scientifici, alla comunità accademica e agli altri enti regolatori.
 
Ricordiamo anche come, solitamente, i cosiddetti Guru delle terapie alternative (che vanno bene per le malattie alternative non per quelle vere) a questo punto scelgono l’ombra e infine il buio per evitare che si faccia piena luce su quanto hanno orchestrato. Scelgono il percorso giudiziario più breve (come appunto patteggiamenti e riti abbreviati) perché in questo sono tutti coerenti con un comportamento consono alla loro vita: preferiscono sempre le scorciatoie.
 
Ricordiamo come, nel nome di presunte pseudo guarigioni, hanno persino vacillato il sistema di regole che garantiscono il rigore e la trasparenza della ricerca scientifica, che consentono - da oltre un secolo - di verificarne e valutare i progressi clinici secondo procedure standardizzate e condivise, tutelando così la Salute dei cittadini e il loro diritto di accedere a terapie sperimentate e quindi efficaci e sicure.
 
Ecco perché, di là dei poco interessanti destini giudiziari dei protagonisti di questa tragica vicenda, vogliamo ribadire la necessità che si sviluppino gli anticorpi per far fronte a future simili minacce: un processo di progressiva immunizzazione che deve attecchire ad ogni livello, coinvolgendo anche la politica, il diritto, l’etica e l’informazione. I recenti risultati della poderosa indagine conoscitiva della Commissione Sanità del Senato servono anche a questo e sono a disposizione di tutti.
 
Ricordiamo che l’AIFA ha tenuto fin dall’inizio un comportamento rigoroso, anche quando il vento soffiava contro, ed era vento di tempesta. Dal primo semestre del 2012, affiancati solo dai Carabinieri dei NAS e come richiesto dalla Procura di Torino, abbiamo verificato da subito l’inconsistenza e la potenziale pericolosità del metodo “Stamina”, vietando, con un’Ordinanza, ulteriori infusioni presso gli Spedali Civili di Brescia. Con trasparenza e coerenza, in seguito, abbiamo fornito supporto tecnico-scientifico sul tema al Governo, al Parlamento e alla Magistratura e abbiamo sostenuto, anche con un’informazione puntuale, le ragioni della Scienza contro ogni tentativo di deregolamentazione e delegittimazione del sistema, avendo come unico faro, come sempre, l’interesse dei pazienti.
 
Si sappia che con la stessa fermezza, l’AIFA è impegnata, come altre agenzie in tutto il mondo, a promuovere la ricerca avanzata con la R maiuscola, quella condotta nel rispetto delle regole, e quindi in grado di fornire evidenze scientifiche. Su queste basi è stato appena emanato dal Ministro Lorenzin il DM che regolamenterà le terapie avanzate nel nostro Paese da ora in poi.
 
In Europa e nel Mondo, l’Agenzia Italiana del Farmaco sta contribuendo attivamente alla definizione di percorsi per la sperimentazione veloce e di nuovi modelli di autorizzazione che consentano ai pazienti di beneficiare tempestivamente delle terapie promettenti, pur garantendo, in tutte le fasi, un attento e scrupoloso monitoraggio di qualità, efficacia e sicurezza. Questo perché sono ancora molti i bisogni di Salute non soddisfatti ai quali i ricercatori veri cercano di dare risposta. Lavorano alacremente per superare i confini delle conoscenze e fornire alla medicina nuovi e più efficaci strumenti per combattere malattie ancora prive di cura.
 
Ricordiamo anche a loro, oltre che ai malati e alle loro famiglie, che dobbiamo impegnarci tutti per evitare che altri casi Stamina possano germinare, alimentati dalla malafede di alcuni, dall’ingenuità di altri e dalle speculazioni mediatiche che proliferano facilmente laddove sono in gioco la vita e la morte. Per tutto questo non riusciamo a dimenticare e siamo contrari a qualunque forma di patteggiamento con le nostre memorie. Le sentenze, anche agli occhi dei profani, devono avere sempre un valore educativo, mai come strumento di vendetta ma strumenti inflessibili davanti a inaccettabili furbizie. 
 
Come ha detto il Procuratore Raffaele Guariniello, la Giustizia ha, in questo caso, aiutato anche la Scienza ad affermare se stessa e i suoi diritti. Il Giudice ha inflitto tredici condanne definitive su altrettante proposte e nessuna assoluzione, confermando totalmente le prove raccolte dall’inchiesta e l’impianto accusatorio. Da condannati vorrebbero ora farci credere che hanno scherzato perché hanno patteggiato? Ricordiamo allora che non si scherza con chi ha usato la speranza per ingannare i sentimenti più nobili di un intero Paese.
 
Luca Pani e Sergio Pecorelli
Fonte: Editoriale Aifa

19 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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