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#afiancodelcoraggio (Roche) ha il suo primo vincitore

di Maria Rita Montebelli

Fabio, ingegnere aerospaziale e futuro sposo, è il vincitore della prima edizione del concorso letterario che rappresenta un cambio di paradigma nell’affrontare l’amore e la vita al tempo del tumore. Storie di coraggio, raccontate dagli uomini che sono stati accanto alle loro compagne in un percorso di cura, e prima ancora di accettazione di una diagnosi che non deve mai interrompere il flusso della vita

05 APR - In un mondo brutalizzato dall’orrore dei femminicidi, Roche con il suo progetto #afiancodelcoraggio’, porta alla ribalta la poesia degli uomini che si prendono cura delle compagne colpite da un tumore. Un modo diverso e intimo di parlare di malattia, anzi della ‘malattia’ per antonomasia, il tumore. Senza nominarla, ma raccontandola con amore, attraverso le storie di quegli uomini che si sono trovati ad affrontare questo fulmine a ciel sereno, che qualcuno chiama ‘sfortuna’.
 
E ieri sera a Palazzo Venezia, in una sala dal nome simbolico, la ‘Sala delle Battaglie’ come fa rimarcare Gianni Letta, presidente della giuria del premio, di fronte ad un folto pubblico e ad una giuria prestigiosa (il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, Presidente onoraria della giuria,  la senatrice Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Annamaria Mancuso di Europa Donna, Nicoletta Cerana di ACTO onlus, la Senatrice Paola Binetti, Stefania Gori presidente eletto Aiom, Myrta Merlino, Federica Pontremoli, Aberto Ricciuti, Carlo Rossella, Maria Sole Tognazzi) i tre finalisti del premio hanno raccontato le loro storie. C’è chi ha perso per sempre il sorriso della sua compagna, che gli illuminava la vita; chi ha vinto la battaglia, superando un percorso fatto di momenti difficili; chi infine ha sorpreso la sua compagna di una vita, ancora più cara proprio quando temeva di perderla, con una proposta di matrimonio di fronte a tutti.
 
Storie diverse, cucite insieme dall’amore che si declina nei modi più disparati, ma che unisce e dà forza proprio quando la ‘parola cancro ti rimbomba nella testa’. Storie di coraggio e di battaglie vinte, anche quando la guerra la vince il cancro. “Ci siamo uniti nel sorriso di mia moglie, vivendo il cancro come parentesi, come un accompagnatore, continuando a cogliere tutte le gioie che la vita poteva offrirci”, dice Stefano che ha perso la sua Lella in un giorno di primavera.
 
Poi c’è Mario, impacciato sul palco dove vorrebbe fosse invece lei la protagonista, la sua ‘bionda’sorridente. E ricorda di quel terribile momento di quando la dottoressa racconta cosa avevano fatto alla sua bionda, “con quanti pezzi era tornata e quanti invece ne aveva lasciati in sala operatoria”.
 
E infine Fabio, che a sorpresa, dal palco, chiede in sposa Laura, la sua compagna, e racconta come anche nel loro caso, il segreto per sopravvivere al dramma è stato di affrontare la vita con estrema normalità, partecipando addirittura ad una ‘Komen Race for the Cure’, durante la cura di lei.
 
Ed è a lui, Fabio Glionna (nella foto), ingegnere aerospaziale e futuro sposo, che va la prima edizione del concorso #afiancodelcoraggio. Una storia quella di Fabio e Laura che adesso diventerà un ‘corto’ che sarà proiettato nelle sale cinematografiche il prossimo ottobre, grazie a produttori e distributori cinematografici (Lotus, Circuito Cinema e Massimo Ferrero Cinemas), oltre ad essere distribuito dai canali messi a disposizione da ACTO (Alleanza Contro il Tumore Ovarico) Onlus, Attive come prima Onlus, Salute Donna Onlus, le reti televisive IRIS e La5, il settimanale Grazia.
 
E l’iniziativa ‘A fianco del coraggio’ ha ricevuto anche il plauso del Presidente della Repubblica che ha voluto premiarla con la sua Medaglia. Anche il Premier Gentiloni ha fatto arrivare il suo messaggio.
 
“Queste storie (37 quelle pervenute alla giuria)  – ricorda Maurizio De Cicco, Amministratore Delegato Roche – danno un significato diverso alla parola vita, passando dal dolore alla speranza, dalla rabbia al coraggio, alla rinascita. Ci si trasforma di fronte alla malattia e si capisce qual è il valore della vita. In queste storie gli uomini diventano ambasciatori del coraggio nell’affrontare la malattia di chi sta loro vicino. E non è vero quel che diceva don Abbondio ne ‘I promessi Sposi’ (Il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare). Queste storie stanno infatti a dimostrare che di fronte alla malattia il coraggio lo trovi, alla fine ti viene”.
 
Maria Rita Montebelli

05 aprile 2017
© Riproduzione riservata

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