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Diagnosi di apnee notturne. Si fa con il pacemaker 

di Rita Buckley

Diagnosticare le apnee notturne potrebbe essere più facile nei pazienti che portano un particolare pacemaker di ultima generazione, dotato di un algoritmo in grado di evidenziare eventi notturni caratteristici del disturbo. È quanto ha dimostrato un gruppo di ricercatori portoghesi guidati da Margarida Dias del Centro Hospitalar Vila Nova del Gaia/Espino a Vila Nova de Gasia. La ricerca è stata pubblicata su Sleep Medicine

31 LUG - (Reuters Health) – La sindrome da apnee notturne è una patologia comune, in particolare tra i pazienti che portano un pacemaker e potrebbe provocare patologie cardiovascolari. Per approfondire se il pacemaker poteva essere utile alla diagnosi, Margarida Dias e colleghi hanno condotto uno studio su 54 pazienti ai quali è stato impiantato un pacemaker di nuova generazione tra il 2015 e il 2016. Ogni paziente ha compilato poi un questionario per fornire dati demografici e antropometrici, tra cui la dipendenza dal fumo, le malattie cardiache e i sintomi della sindrome, come il russare, il sonno inquieto o l’eccessiva sonnolenza diurna.

I pazienti, inoltre, hanno trascorso una notte in laboratorio per sottoporsi a polisonnografia. Per la diagnosi, dovevano soffrire di almeno cinque eventi respiratori in un’ora. I ricercatori portoghesi hanno classificato la gravità sulla base del numero di eventi. In particolare, l’apnea era lieve quando c’erano meno di 15 eventi l’ora, moderata quando si manifestava con 15-30 eventi l’ora e grave se si verificavano più di 30 eventi in un’ora.

I risultati
Nel 74% dei pazienti è stata diagnosticata la sindrome da apnee notturne, di cui un 20% in forma grave, un 19% in forma moderata e un 35% in forma lieve. Oltre a russare, la gran parte dei pazienti non aveva sintomi. Grazie al pacemaker, Dias e colleghi hanno identificato tutti i pazienti con apnee tranne due, che soffrivano di una forma leggera. Inoltre, l’apparecchio sarebbe riuscito a valutare correttamente la gravità della patologia nel 39% dei pazienti. “La polisonnografia è il test principale per la diagnosi, ma è costoso e richiede tempo”, spiega Dias “La nuova generazione di pacemaker potrebbe essere utile nello screening dei pazienti che hanno l’apparecchio impiantato e sono spesso asintomatici”.

Fonte: Sleep Medicine

Rita Buckley

(Versione Quotidiano Sanità/Popular Science)

31 luglio 2017
© Riproduzione riservata

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