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Bambini. Se la mamma ha una buona rete sociale, aumenta il QI

di Lisa Rapaport

Avere un buon numero di amici e parenti a fare da “rete” intorno alla neo-mamma, consente al neonato di sviluppare un quoziente intellettivo più alto all’età di due anni. Uno studio USA ha rilevato questo aspetto concentrandosi su oltre mille coppie madre-figlio

04 FEB - (Reuters Health) – Se le neomamme hanno amici pronti a intervenire e ad aiutarle, i loro bambini ottengono risultati migliori nei test cognitivi rispetto ai bambini di donne con una più scarsa rete di sostegno sociale. È quanto suggerisce uno studio statunitense condotto dai ricercatori della University of California San Francisco su 1.082 coppie madre-figlio.
 
Gli esperti hanno interrogato le donne sulla loro struttura familiare, le amicizie e le relazioni nelle loro comunità e hanno anche esaminato i risultati dei test delle valutazioni cognitive fatte quando i bambini avevano 2 anni. Nel complesso, le madri avevano una media di 3,5 amici nelle loro reti di supporto sociale. Quando il numero era superiore, i loro figli avevano punteggi di test cognitivi più alti.

“Al di fuori del contesto familiare, le mamme con reti sociali più ampie possono essere in grado di attingere risorse che alleggeriscono alcuni degli oneri associati alla genitorialità”, spiega l’autrice principale dello studio, Kaja LeWinn, ricercatrice di psichiatria alla University of California San Francisco. “Questo può significare supporto emotivo, supporto tangibile sotto forma di babysitting o aiuto con le commissioni e consigli su cure di alta qualità o altri programmi per bambini – aggiunge l’esperta – Queste risorse possono ridurre lo stress genitoriale e migliorare la salute mentale materna, entrambe associate positivamente allo sviluppo cognitivo del bambino”.

I dati dello studio. Circa il 75% delle madri nello studio aveva meno di sei persone nella propria rete familiare, compresi tutti gli adulti e i bambini che vivono nelle loro case. Le madri con famiglie più numerose hanno avuto bambini con punteggi dei test cognitivi più bassi rispetto alle donne con famiglie più piccole.

Quasi il 60% delle madri viveva con i padri dei loro figli e conosceva molte persone del quartiere. Questi due fattori – precisano i ricercatori, che hanno anche tenuto conto dei livelli di povertà – non sembrano influenzare i punteggi dei test dei bambini. I ricercatori hanno tenuto conto di alcuni fattori che potrebbero influenzare lo sviluppo cognitivo del bambino, tra cui l’età e il QI della madre, il livello di educazione del padre e il peso alla nascita. Ma non avevano dati per valutare altre differenze personali, come episodi di depressione tra madri con più o meno grandi reti sociali.

Un altro limite dello studio è dato dal fatto che ai ricercatori mancavano dati sulla qualità delle relazioni che le madri avevano con le diverse persone con cui interagivano regolarmente. Lo studio inoltre non ha esaminato i meccanismi di coping delle madri attivati per destreggiarsi nella vita con un nuovo bambino, ed “è possibile che l’effetto di varie relazioni sociali possa essere spiegato da come queste persone aiutano le donne a gestire lo stress”, osserva Mary Lauren Neel, ricercatrice all’Ohio State University e al Nationwide Children’s Hospital di Columbus.

“Tuttavia – sostiene l’esperta, non coinvolta nello studio – i risultati offrono nuove prove del fatto che madri con amici su cui contare e un maggiore sostegno sociale potrebbero avere una gestione della genitorialità più semplice. L’aspetto interessante di questo studio è che suggerisce come lo sviluppo di un bambino potrebbe potenzialmente cambiare migliorando le connessioni delle reti sociali della madre”.

Fonte: JAMA Network Open 2019

Lisa Rapaport
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 

04 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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