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Clorexidina: scoperto negli stafilococchi un nuovo potente gene di resistenza

di Maria Rita Montebelli

E’ uno degli antisettici più utilizzati al mondo a partire dagli anni ’50. Viene abitualmente utilizzato nei reparti ospedalieri di tutto il mondo e non solo. Studi condotti in passato ne avevano dimostrato l’efficacia nel prevenire le setticemie da catetere venoso centrale e per questo viene abitualmente utilizzato nella loro disinfezione. Ma uno studio americano ha dimostrato che alcuni ceppi di Staphilococcus epidermidis sono già dotati di un ‘super-gene’ di resistenza alla clorexidina. Individuati dunque dei nuovi ‘super-bug’ delle corsie ospedaliere.

16 APR - Gli stafilococchi hanno imparato a difendersi anche dalla clorexidina, un antisettico comunemente utilizzato in ospedale e possono trasmettere questa proprietà attraverso un super-gene di resistenza appena identificato. A darne la notizia su Antimicrobial Agents and Chemotherapy  - organo ufficiale dell’American Society for Microbiology - è un team di ricercatori della University of Washington (Usa).
 
La clorexidina gluconato (CHG) viene utilizzata in alcuni contesti (reparti ospedalieri, terapia intensiva, su pazienti portatori di device) per il bagno del paziente (per lo più attraverso l’impiego di salviette impregnate di clorexidina al 2%) al fine per scongiurare il pericolo delle cosiddette infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA); viene inoltre utilizzata per la disinfezione del cateteri venosi centrali per evitare che infettandosi diano luogo ad infezioni sistemiche. Lo Staphyloccoccus epidermidis rappresenta un’importante causa di infezione nei soggetti portatori di device, ma in passato alcuni studi hanno dimostrato che l’utilizzato della clorexidina è in grado di limitare il tasso di infezioni associate al device.
 
La ricerca appena pubblicata è andata dunque a vedere se veramente il bagno alla clorexidina fosse davvero in grado di ridurre il rischio di setticemie da catetere venoso centrale. Grande è stata dunque la sorpresa dei ricercatori americani nel trovarsi di fronte ad una nuova variante genica in grado di conferire resistenza proprio alla clorexidina.
 
Gli autori della ricerca hanno ottenuto degli isolati di Staph. epidermidisdalla cute di bambini con patologie oncologiche arruolati nello studio. “Sottoponendo la cute dei bambini a tamponi colturali all’inizio dello studio, a metà e alla fine –spiega  Danielle M. Zerr, Professore di malattie infettive pediatriche, University of Washington, Seattle Children's Hospital - abbiamo isolato dei batteri presenti sulla cute e siamo andati a testare la suscettibilità degli Staph. epidermidisisolati alla clorexidina e agli antibiotici comunemente usati.”
 
In seguito, i ricercatori americani sono andati ad analizzare questi isolati batterici con la PCR e un’altra tecnica d’indagine genetica, il RFLP (restriction fragment length polymorphism), al fine di determinare se fossero dotati di un gene di resistenza, detto qacA, piuttosto frequente nelle specie di stafilococco. Questo gene codifica per una proteina transmembrana che funziona come una vera e propria ‘pompa’ in grado di espellere la clorexidina dal batterio. La ricerca ha  purtroppo buoni frutti: non solo è risultato presente il gene qacA, ma ne è stato scoperto anche un altro, inedito, che i ricercatori hanno chiamato qacA4.
 
I batteri dotati di gene qacA4 sono risultati molto più efficienti nel liberarsi della clorexidina, presentando dunque una concentrazione inibitoria minima (MIC) più alta per la CHG, rispetto a quelli dotati di gene qacA e ovviamente a quelli privi di questi geni di resistenza.
 
La differenza tra il gene qacA e il qacA4 è di appena due sostituzioni aminoacidiche in una catena di 514 aminoacidi. La sostituzione responsabile di questa maggior efficienza del batterio contro la clorexidina si verifica nel segmento di questa proteina che attraversa la membrana e che riveste la ‘tasca’ della pompa che lega la clorexidina. Una singola sostituzione aminoacidica è insomma responsabile della creazione di un nuovo 'super-bug'.
 
Maria Rita Montebelli

16 aprile 2019
© Riproduzione riservata

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