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Infarto. Maggiore incidenza negli uomini forse causata da cromosoma Y


Chi possiede una certa variante del cromosoma Y vede aumentare del 50 per cento il rischio di sviluppare problemi cardiaci. Questa la scoperta appena pubblicata su The Lancet, ma i ricercatori non sanno ancora dire quali sono nello specifico i geni coinvolti.

10 FEB - Sebbene l’infarto sia una delle principali cause di morte sia per gli uomini che le donne, due pazienti su tre che vanno incontro a problemi cardiaci sono maschi, e in generale questo tipo di patologie colpisce gli uomini dai dieci ai quindici anni prima che le donne. Nessuno è mai riuscito a spiegare il perché di questi dati, ma uno studio appena pubblicato su The Lancet suggerisce che parte della risposta sia da cercare nel cromosoma Y, che definisce il sesso maschile.
I ricercatori dell’Università di Ballarat in Australia e di quella di Leicester in Gran Bretagna hanno infatti osservato che gli uomini che posseggono una certa variante del cromosoma presentano il 50% di possibilità in più di sviluppare una patologia cardiaca. Un rischio che secondo gli scienziati risulta essere indipendente dai fattori di rischio tradizionali, come il colesterolo alto, il tabagismo e il diabete.

Per dimostrarlo i ricercatori hanno analizzato i geni di 3233 cittadini inglesi non imparentati, che erano già stati precedentemente arruolati per studi sul rischio di sviluppare malattie cardiache. Il 90% di questi presentava una tra le due varianti più comuni, denominate aplogruppo I e aplogruppo R1b1b2, ma chi possedeva la prima di queste due tipologie di cromosoma presentava un rischio maggiore del 50% di sviluppare malattie alle coronarie rispetto agli altri.
Il motivo di questa percentuale di pericolo più alta, tuttavia, non è ancora chiara ai ricercatori. Non si sa bene quale siano nello specifico i geni responsabili, “ma stiamo già lavorando per scoprirlo”, hanno fatto sapere. Inoltre, secondo gli scienziati le conseguenze dovute al possesso di una variante piuttosto che un’altra del cromosoma Y, non spiegherebbero del tutto il rischio maggiore di problemi cardiocircolatori.

“Speriamo di riuscire a capire quali siano i geni coinvolti e a sviluppare di conseguenza un test di screening”, hanno commentato gli autori dello studio. “In questo modo, forse, saremo anche in grado di proteggere parte dei pazienti a rischio di presentare problemi al cuore”. Nel frattempo, però, gli esperti raccomandano di tenere sotto controllo i fattori che potrebbero risultare pericolosi, e dunque fare esercizio e seguire un regime alimentare corretto, così che la pressione non si alzi troppo e il colesterolo nemmeno.

Laura Berardi

10 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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