22 FEB - (Reuters Health) – Gli anziani con una pressione sistolica più elevata di notte che di giorno presentano un rischio aumentato di sviluppare demenza e in particolare malattia di Alzheimer. E’ quanto emerge da uno studio svedese che ha esaminato i dati relativi a circa 1.000 anziani seguiti per 24 anni a partire da quando avevano circa 70 anni.
I partecipanti allo studio non presentavano demenza, ictus o deterioramento cognitivo al basale e tutti sono stati sottoposti a monitoraggio ambulatoriale per 24 ore della pressione all’inizio dello studio.
Durante il follow-up, sono stati rilevati 286 casi di demenza in base a un esame delle cartelle cliniche e a una conferma da parte di almeno due geriatri.
Il calo inverso della pressione sistolica si associava a un rischio significativamente maggiore di qualsiasi forma di demenza (hazard ratio aggiustato 1,64) e in particolare di malattia di Alzheimer (aHR 1,67). Il calo inverso è apparso legato anche a demenza vascolare (aHR 1,29), ma la differenza non è risultata statisticamente significativa.
“Il calo inverso della pressione potrebbe essere una peculiarità dei disturbi del sonno non diagnosticati, come l’apnea notturna”, osserva Xiao Tan, della Uppsala University e del Karolinska Institute di Solna, autore principale dello studio. I soggetti con apnea del sonno non trattata soffrono di ipossia e ripetuti risvegli durante il sonno ed entrambe le condizioni sono note per essere associate allo sviluppo di demenza.