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Aids. L'Italia ha scoperto un supercocktail di farmaci che tiene a bada l’infezione


Il risultato arriva dall'Istituto superiore di Sanità. Per ora è stato testato solo sugli animali, ma visto che si tratta di farmaci singolarmente già approvati, i test sugli esseri umani potrebbero iniziare molto presto. Il cocktail ha dimostrato di tenere sotto controllo il virus anche quando si interrompe il trattamento.

22 GIU - L’ultimo avanzamento nella lotta all’Aids potrebbe essere arrivato da un team italiano, più precisamente da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità. In particolare sarebbe uno specifico cocktail di farmaci a destare l’attenzione della comunità accademica: come dimostrato in uno studio pubblicato su PLoS Pathogens, somministrate per un limitato periodo di tempo le molecole selezionate dagli scienziati sono state capaci di indurre nell’organismo animale l’autocontrollo dell’infezione a seguito della sospensione della terapia. Un lavoro – spiegano gli esperti – che promette importanti e innovativi sviluppi clinici.
 
Lo studio, che ha come obiettivo quello di eliminare il virus direttamente nei suoi reservoir, nei “santuari” nei quali è custodito, è davvero innovativo. “Questa è la prima volta che una strategia puramente farmacologica produce, nella fase cronica dell’infezione, effetti stabili sul controllo della malattia, al di là dell’intervallo di tempo in cui è somministrata”, ha dichiarato Andrea Savarino, che ha coordinato lo studio al quale hanno partecipato ricercatori di diverse nazionalità. “A seguito all’interruzione della terapia il virus prova ad “eludere” il controllo immunitario ma è ricacciato costantemente a livelli bassi o non rivelabili dalla risposta immune dell’organismo. Ne consegue che la carica virale, a seguito dell’interruzione della terapia, si mantiene a livelli nettamente più bassi rispetto a quelli precedenti il trattamento”.

“Si tratta di una ricerca molto importante”, ha detto anche Enrico Garaci, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. “Sia perché svela nuovi meccanismi farmacologici con cui poter agire contro l’infezione, sia perché se i passi successivi confermeranno queste premesse, la cura dell’Aids potrà diventare definitiva e sarà possibile interrompere per sempre la dipendenza dai farmaci che ancora oggi sono numerosi e faticosi da assumere e costituiscono uno dei maggiori ostacoli al trattamento dei pazienti”.
 
L’articolo pubblicato su PLoS Pathogens chiarisce in particolare il ruolo chiave, nel controllo dell’infezione, del maraviroc, un farmaco di cui si era già osservata la capacità di colpire le cellule resistenti ai trattamenti antiretrovirali. Grazie a questo studio è stato dimostrato che questo farmaco è in grado di limitare la proliferazione dei compartimenti cellulari in cui risiede il virus “nascosto” limitandone così la propagazione.
Gli stessi compartimenti cellulari sono anche bersaglio di un altro farmaco utilizzato nello stesso studio, il composto a base di sali di oro auranofin,  i cui effetti sul virus sono stati già dimostrati dallo stesso gruppo in una precedente pubblicazione.
“È importante rilevare che tutti i farmaci utilizzati sono già approvati per uso clinico sugli esseri umani, il che facilita il passaggio della sperimentazione dal modello animale ai trial clinici”, ha concluso Savarino.

22 giugno 2012
© Riproduzione riservata

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