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Responsabilità professionale. Studio Agenas su gestione sinistri e polizze. Ok solo sette Regioni. A quota 12.000 le denunce di sinistro nel 2012


Il dato nel focus 2012 sui sistemi regionali di gestione sinistri e polizze. Rispetto al 2009 segnalate piccole evoluzioni, ma anche una limitata conoscenza dell’istituto della mediazione e scarsa adozione del glossario dei sinistri. Regioni in ritardo anche sulla gestione dei rapporti con la Corte dei conti. I sinistri nel 2012 sono stati 12.000. Costo medio 40.000 euro.

29 OTT - Responsabilità professionale? Un tema ancora aperto e che fa discutere. Ma prima diamo qualche dato. Il numero delle denunce sinistri nel 2012 è di circa 12.000. Ma è un dato provvisorio che non include i dati di tre regioni e va correlato all’impressionante numero di prestazioni sanitarie fornite: oltre 9 milioni di ricoveri e circa un 1 miliardo di prestazioni specialistiche.
Il costo medio del risarcimento liquidato in caso di danni dovuti a responsabilità medica è di circa 40 mila euro e la grande maggioranza dei sinistri denunciati, circa il 63%, riguarda casi di lesioni personali, mentre i decessi ne rappresentano l'11%. L’importo varia a livello regionale ed è lievemente superiore rispetto a quanto emerge dai dati dell'Ania, l'associazione che riunisce le imprese assicurative, che parla di un importo medio liquidato a livello nazionale pari a 35 mila euro per sinistro. Secondo il rapporto, realizzato in collaborazione con il Comitato tecnico delle Regioni per la Sicurezza del Paziente di Agenas l'indice di sinistrosità, ovvero la frequenza con cui si verificano malpratice che vengono denunciate, è pari a 13 su 10 mila casi.
 
Questi alcuni numeri forniti oggi dall'Agenas nell’ambito delle attività per la promozione della sicurezza dei pazienti, con particolare riferimento alla funzione di Osservatorio Nazionale Sinistri.
Ma non solo numeri, nel periodo 2012-2013 l’Agenas ha realizzato, in collaborazione con il Comitato Tecnico delle Regioni per la Sicurezza del Paziente, un’indagine relativa ai sistemi regionali di gestione sinistri e polizze ad aggiornamento dei risultati dell’analogo lavoro realizzato nel 2009. L’indagine del 2012 ha previsto anche un focus sulle modalità individuate dalle Regioni per regolare i rapporti con la Corte dei Conti in merito alla comunicazione dei sinistri con esborso a carico delle Aziende.
 
Lo studio, che è stato presentato oggi durante la Giornata nazionale di studio e di confronto sul tema “Sinistri, buone pratiche e responsabilità professionale in sanità” organizzata da Agenas, in collaborazione con il Ministero della Salute, il Ministero della Giustizia, la Conferenza delle Regioni, le Aziende Sanitarie e con il patrocinio di Fnomceo e Ipasvi, è basato sull’approccio metodologico della ricerca qualitativa, della durata di 12 mesi, si è articolato in quattro fasi corrispondenti ai principali obiettivi specifici che lo studio si era posto. 
 
Cosa succede a livello internazione
Tra gli obiettivi della ricerca vi è stato quello di individuare le esperienze internazionali atte a costituire un confronto per i modelli di gestione sinistri sviluppati a livello regionale e nazionale. La ricerca bibliografica mediante consultazione di database online, articoli e documenti di recente pubblicazione, su eventuali analoghe esperienze realizzate in Paesi stranieri ha inteso favorire un confronto col percorso intrapreso a livello nazionale, tenendo in considerazione le peculiarità del contesto italiano.Dall’analisi sono emerse le esperienze della National Health Service Litigation Authority (NHSLA), della State Claims Agency (SCA) irlandese e dell’Office of Professional Medical Conduct (OPMC) statunitense. Il principale ruolo della britannica NHSLA è quello di amministrare il fondo istituito dal Servizio sanitario nazionale (NHS) per la copertura delle richieste di risarcimento, supportando gli organismi dello stesso Servizio sanitario nella condivisione dei costi derivanti da malpractice e da responsabilità civile in genere. Per espletare detta funzione la NHSLA raccoglie e analizza tutte le denunce di sinistri pervenute alle organizzazioni sanitarie del NHS.
 
In Irlanda, la State Claims Agency (SCA) ha principalmente due obiettivi: gestire i sinistri in modo da garantire che la responsabilità dello Stato, le spese legali a essa connesse e le spese di altro tipo siano contenute al livello più basso possibile; offrire servizi di consulenza agli organi dello Stato al fine di ridurre, nel tempo, la frequenza e la gravità dei sinistri.
 
Per quanto attiene i principali modelli inerenti la responsabilità medica, all’interno del panorama europeo si è distinto l’approccio dei Paesi scandinavi i quali, abbandonando i tradizionali sistemi di attribuzione di responsabilità per malpractice, sono approdati a sistemi di tipo no-fault. Paesi quali Francia, Inghilterra, Germania e Olanda hanno adottato sistemi no-fault per specifiche tipologie di danni, affiancandoli a un sistema generale basato sulla responsabilità civile. Negli Stati Uniti, dove la crisi da malpractice è particolarmente acuta, è stata introdotta la mediazione quale strumento alternativo per la risoluzione delle controversie.
 
I sistemi di gestione sinistri e polizze nelle Regioni.
Il secondo obiettivo è stato quello di fornire un aggiornamento sulla situazione nazionale in tema di sistemi di gestione informatizzata dei sinistri identificando quelle Regioni che, rispetto alla precedente indagine, si fossero dotate di un sistema di gestione sinistri e polizze, verificandone stato di implementazione e caratteristiche di base. Alle attività previste dall’indagine Agenas hanno aderito la totalità delle Regioni e P.A. (21/21). Lo scenario, delineatosi attraverso l’analisi dei questionari pervenuti, risulta evoluto rispetto a quello della precedente indagine: 7 Regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, e P.A. di Trento) hanno dichiarato di disporre di un sistema di gestione di sinistri operante a regime; 2 Regioni (Sicilia e Veneto) hanno dichiarato di disporre di un sistema di gestione sinistri in fase  sperimentale; 12 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria, Valle d’Aosta e P.A. di Bolzano) hanno dichiarato di avere un sistema in fase di avvio o di non disporre di un sistema di gestione sinistri a livello regionale.
 
L’istituto della mediazione
Verificare l’impatto dell’introduzione dell’istituto della mediazione sulla gestione del contenzioso all’interno delle Regioni, valutando l’eventuale contributo dell’Istituto medesimo, al momento dell’indagine obbligatorio nei casi di controversia in materia di risarcimento danni da responsabilità medica e quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale alla risoluzione del contenzioso. Dall’analisi è risultata, per la maggior parte delle Regioni, una limitata conoscenza dell’istituto ed elementi scarsamente sufficienti al fine di coerenti giudizi in materia.
 
Il Glossario dei sinistri
Indagare se all’interno delle Regioni fosse stato elaborato un glossario inerente sinistri, gestione e procedure di gestione del rischio RCT/RCO per una possibile condivisione con le altre Regioni così da poter far uso di una terminologia di riferimento comune per tutti. Dall’analisi è risultato che, a oggi, poche Regioni hanno dichiarato di avere elaborato lo strumento tuttavia è stata garantita piena disponibilità alla condivisione dello stesso.
 
L’evoluzione dei sistemi regionali rispetto all’indagine del 2009
Il quinto obiettivo dell’indagine ha inteso analizzare i sistemi regionali implementati successivamente all’indagine del 2009 e l’evoluzione di quelli precedentemente sviluppati. Sono stati indagati i modelli delle 7 Regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, e P.A. di Trento) già dotate di un sistema di gestione di sinistri operante a regime e delle 2 Regioni (Sicilia e Veneto) con un sistema in fase sperimentale. Specificamente si sono voluti evidenziare gli elementi caratterizzanti i modelli di gestione sinistri implementati a livello regionale, individuandone punti di forza e di debolezza, dati e informazioni utili per un efficace allineamento al SIMES, identificando inoltre eventuali variazioni intervenute nei sistemi in precedenza sviluppati. Dall’analisi sono emersi i seguenti risultati. Un impegno compiuto da parte di tutte le Regioni per un maggiore e più efficace adeguamento dei sistemi al SIMES. Rispetto ai modelli RCT/RCO è risultato un incremento del passaggio delle Regioni verso una gestione diretta dei sinistri:  
- due Regioni, Liguria e Toscana hanno adottato ormai a regime un sistema di gestione diretta;  
- tre Regioni, Basilicata, Emilia Romagna e Puglia, stanno sperimentando un modello fondato sulla gestione diretta dei sinistri.
Relativamente alla diffusione pubblica delle informazioni è emerso che nella maggioranza delle Regioni prese in analisi (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Regione Siciliana Toscana, P.A. di Trento e Veneto), è previsto che venga fornito un feedback informativo alle Aziende. Quasi tutte le Regioni stanno valutando eventuali modalità di diffusione pubblica dei dati. Le Regioni Lombardia e Toscana hanno già individuato e applicato specifiche metodologie per la diffusione pubblica delle informazioni.
 
I modelli di gestione dei rapporti con la Corte dei Conti
Nell’ambito del Comitato Tecnico delle Regioni per la Sicurezza del Paziente è emersa la necessità di rilevare e analizzare (eventuali) modelli adottati dalle Regioni per la gestione dei rapporti con la Corte dei Conti. A tal proposito si è costituito, in seno allo stesso Comitato, un gruppo di lavoro che ha proceduto alla definizione dei quesiti successivamente sottoposti, a cura di Agenas, a tutte le Regioni e P.A. Dal quadro d’insieme, delineato dall’analisi dei questionari compilati dai referenti regionali, risultano ancora poche le Regioni che hanno adottato provvedimenti atti a regolare la segnalazione alla Sezione Regionale della Corte dei Conti dei sinistri RCT/RCO con esborso a carico dell’Azienda o che hanno definito organiche modalità per la gestione dei rapporti con la Corte medesima, benché significative indicazioni pervengano da alcune Regioni che hanno definito orientamenti in questa direzione.

29 ottobre 2013
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