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Droga: oltre 93 milioni di europei hanno fatto uso di sostanze illecite. In Italia il 19% dei giovani usa cannabis. Ma resta allarme per l’eroina con 205 mila consumatori a rischio


La Relazione europea sulla droga 2017: tendenze e sviluppi” mette in evidenza che i decessi per overdose in Europa sono in aumento per il terzo anno consecutivo. In Italia la cannabis rimane la droga più comunemente utilizzata, seguita dalla cocaina. LA RELAZIONE GENERALE E QUELLA SULL'ITALIA.

06 GIU - L'talia è considerato un Paese ad alto rischio per l’uso di droga, soprattutto di eroina, anche se  la cannabis rimane la droga più comunemente utilizzata, seguita dalla cocaina. L'uso della maggior parte delle sostanze illecite è concentrato nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni. Tuttavia, la maggior prevalenza dell'uso di cocaina lo scorso anno è riportata nella fascia di età tra 25 e 34 anni. Uno studio del 2014 ha indicato un possibile aumento della prevalenza di cannabis e droghe sintetiche per uso stimolante in Italia, mentre l'uso di cocaina sembra essere in diminuzione, in particolare tra i più giovani di 25 anni.
 
I dati sono stati pubblicati dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA) che ha presentato oggi a Bruxelles la “Relazione europea sulla droga 2017: tendenze e sviluppi”. 
 
 
Nel 2015, gli studenti italiani, secondo la Relazione, hanno riportato i tassi di prevalenza di uso della cannabis al di sopra della media ESPAD (35 Paesi), mentre l 'uso di droghe illecite diverse da cannabis e NPS (nuove sostanze psicoattive) era quasi identico alla media totale.
 
In Italia, l'uso di droga ad alto rischio rimane legato principalmente all'eroina. Secondo le ultime stime, nel 2015 c'erano circa 205.200 utilizzatori ad alto rischio di eroina in Italia. Sulla base dell'indagine generale sulla popolazione 2014 invece si stima che lo 0,9% della popolazione tra 15 e 64 anni usi la cannabis quotidianamente o quasi quotidianamente, una percentuale che sale al 19% se si considera la fascia di età tra 15 e 34 anni.
 
 
 
La Relazione sottolinea poi per quanto riguarda l’Italia l'uso di droga in carcere: nel 2015, circa un quarto dei detenuti sono stati considerati dipendenti. 
Dal punto di vista organizzativo la Relazione ricorda che in Italia nel 2010 è stato lanciato il Piano di azione nazionale che copriva il periodo  2010-13, ma che rimane tutt’ora in vigore in attesa dello sviluppo di una nuova  strategia. 
 
La Relazione per l’Italia descrive poi l’organizzazione regionale e dei Sert per l’assistenza e dedica una nota alla provenienza della droga sul mercato italiano e all’attività di repressione del traffico.
Il mercato della droga in Italia è dominato dalla criminalità organizzata con legami internazionali e basi operative di produzione e traffico soprattutto in America del Sud, Sud-est asiatico ed Europa settentrionale e sudorientale. I trafficanti di cocaina che operano in Italia sono forniti principalmente dal mercato colombiano. L'eroina arriva dall'Afghanistan e raggiunge l'Italia attraverso la rotta balcanica. La resina di cannabis (per lo più marocchina) arriva dalla Spagna all'Italia direttamente o attraverso i Paesi Bassi; la cannabis a base di erbe arriva da Albania e Grecia. La coltivazione domestica della cannabis è segnalata prevalentemente nell'Italia meridionale
 
I traffici illegali sono legati soprattutto alla cannabis, seguiti da cocaina ed eroina, mentre per altre sostanze (principalmente stimolanti sintetici) si registrano meno attività di sequestro. Dopo il sequestro di un numero record di piante di cannabis (più di 4 milioni) nel 2012, il numero di piante sequestrate ogni anno è diminuito, anche se si è registrato un aumento nel 2015 rispetto al 2014 (138.000 e 121.659 piante). Le operazioni di polizia nel 2015 hanno messo in  crisi lo spaccio di cocaina che superava quello del 2014. Situazione opposta invece per l’eroina, per la resina di cannabis quella a base di erbe, i quantitativi sequestrati erano inferiori nel 2015 rispetto al 2014. Rimane bassa l’importazione di prodotti di sintesi come MDMA (Ecstasy) e anfetamine, anche se il numero di sequestri di queste sostanze nel 2015 è stato superiore a quello del 2014.
 
La situazione europea
Per quanto riguarda la situazione generale invece, la Relazione mette in evidenza che idecessi per overdose sono in aumento per il terzo anno consecutivo e giudica preoccupante il crescente numero di decessi per overdose di droga in Europa, in aumento anch’esso per il terzo anno consecutivo. 
 
Si stima che nel 2015, in Europa, vi sia stato un totale di 8.441 decessi per overdose, legati principalmente all’eroina e ad altri oppioidi (UE-28, Turchia e Norvegia), pari a un aumento del 6% rispetto ai 7.950 decessi stimati negli stessi 30 paesi nel 2014. Incrementi sono stati riportati in quasi tutte le fasce di età. 
Aumenti dei decessi per overdose nel 2015 sono stati riportati soprattutto in Germania, Lituania, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito e Turchia.
I consumatori problematici di oppioidi, attualmente 1,3 milioni in Europa, sono tra i più vulnerabili. Gli oppioidi utilizzati nelle terapie sostitutive — a base principalmente di metadone e buprenorfina — sono presenti regolarmente anche nelle relazioni tossicologiche. 
I dati più recenti mostrano che il numero di decessi registrati correlati al metadone ha superato quelli per eroina in Danimarca, Irlanda, Francia e Croazia, il che sottolinea la necessità di una buona prassi clinica per evitare che queste sostanze siano dirottate dal loro uso legittimo.
 
Fra gli interventi volti a evitare casi di overdose in Europa vi sono le stanze del consumo controllato (DCR) e la fornitura di naloxone (antidoto in caso di overdose) ai consumatori e alle loro reti amicali e familiari.
Le DCR sono attualmente attive in sei paesi dell’UE (DK, DE, ES, FR, LU, NL) e in Norvegia (78 strutture in totale per i sette paesi). 
I programmi di naloxone sono in atto in nove paesi dell’UE (DK, DE, EE, IE, ES, FR, IT, LT, UK) e Norvegia. 
Le nuove droghe stanno emergendo a un ritmo più lento, ma la disponibilità complessiva è ancora elevata Le nuove sostanze psicoattive (NPS/“nuove droghe”) rimangono una sfida considerevole per la sanità pubblica in Europa. Non sottoposte ai controlli antidroga internazionali, comprendono un vasto assortimento di sostanze sintetiche, fra cui cannabinoidi, catinoni, oppioidi e benzodiazepine. 
 
Nel 2016, 66 nuove sostanze psicoattive sono state rilevate per la prima volta tramite il Sistema di allerta precoce dell’UE (EWS), al ritmo di più di una a settimana (Figura 1.10). Sebbene questa cifra sia indice di un rallentamento del ritmo a cui si stanno introducendo nuove sostanze sul mercato — nel 2015 ne sono state rilevate 98 — il numero complessivo di sostanze attualmente disponibili resta elevato. 
 
A fine 2016 l’EMCDDA monitorava più di 620 nuove sostanze psicoattive (rispetto alle circa 350 del 2013). Il ritmo più lento dei nuovi rilevamenti in Europa può essere attribuito a una serie di fattori. La nuova legislazione in alcuni Stati membri (ad es. divieti assoluti, controlli sui farmaci generici e analoghi) ha creato un contesto giuridico maggiormente restrittivo. I produttori potrebbero sentirsi meno incentivati a ingaggiare con le autorità di regolamentazione un “gioco al gatto e al topo” in cui l’innovazione viene usata per stare sempre un passo avanti rispetto ai controlli. Operazioni di polizia e misure di controllo destinate ai laboratori di nuove sostanze psicoattive in Cina sono probabilmente ulteriori fattori che contribuiscono a tale rallentamento.
 
Nel 2015, quasi 80 000 sequestri di nuove sostanze psicoattive sono stati segnalati attraverso l’EWS. Insieme, cannabinoidi e catinoni sintetici hanno rappresentato più del 60% del numero totale di sequestri di nuove sostanze nel 2015 (oltre 47 000). 
Nel luglio 2016, la MDMB-CHMICA è diventata il primo cannabinoide sintetico ad essere sottoposto a valutazione del rischio dall’EMCDDA dopo che tramite l’EWS erano stati riportati effetti dannosi (fra cui circa 30 decessi) connessi al suo utilizzo. Di qui la decisione, adottata nel febbraio 2017, di sottoporre la sostanza a misure di controllo a livello europeo (6 ). La relazione odierna è corredata da una nuova analisi del Consumo di droghe ad alto rischio e di nuove droghe psicoattive, che si concentra sul consumo problematico di nuove sostanze psicoattive utilizzate da una serie di gruppi demografici, tra cui: consumatori di oppioidi e anfetamine per via parenterale; detenuti; senzatetto e uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. La relazione esamina, in particolare, l’uso di catinoni, cannabinoidi e nuovi oppioidi sintetici, nonché i danni associati e le risposte. 
 
I nuovi oppioidi sintetici, estremamente potenti, rappresentano una crescente minaccia per la salute In Europa, come in Nord America, gli oppioidi sintetici estremamente potenti, che imitano gli effetti di eroina e morfina, stanno diventando una minaccia sempre maggiore per la salute. Pur rappresentando una piccola quota di mercato, sempre più fonti riferiscono della comparsa di queste sostanze e dei danni che causano, fra cui intossicazioni non letali e morti. Venticinque nuovi oppioidi sintetici sono stati rilevati in Europa tra il 2009 e il 2016 (18 di questi erano fentanili). Grazie al fatto che bastano piccole quantitá di sostanza per produrre molte migliaia di dosi da strada, i nuovi oppioidi sintetici sono facili da nascondere e trasportare e rappresentano una sfida per le agenzie di controllo antidroga, oltre ad essere un prodotto potenzialmente attraente per la criminalità organizzata. Sono disponibili in varie forme — principalmente polveri, compresse e capsule — ma alcuni sono ora disponibili sotto forma di liquidi e vengono venduti come spray nasali. I fentanili sono sottoposti a un controllo particolare. Queste sostanze eccezionalmente potenti — diverse volte più potenti dell’eroina — rappresentavano oltre il 60 % dei 600 sequestri di nuovi oppioidi sintetici riportati nel 2015.
 
Solo nel 2016 sono stati segnalati per la prima volta attraverso l’EWS otto nuovi fentanili. Si tratta di sostanze che comportano un grave rischio di intossicazione, non solo per chi le consuma ma anche per coloro che possono essere accidentalmente esposti a queste droghe (ad es. attraverso il contatto cutaneo, l’inalazione), come i funzionari postali e doganali e il personale dei pronto soccorso. All’inizio del 2017, l’EMCDDA ha effettuato le valutazioni del rischio di due fentanili (acriloilfentanil e furanilfentanil) dopo che erano stati riportati oltre 50 decessi correlati a queste sostanze. Attualmente, si sta valutando la possibilità di sottoporli a controlli a livello europeo. 
 
Nel 2016, l’Osservatorio ha emesso cinque allarmi in materia di salute pubblica destinati alla propria rete europea in relazione a questi e ad altri nuovi tipi di fentanil. Cresce la disponibilità di cocaina Le sostanze stimolanti illecite consumante più comunemente in Europa sono la cocaina, l’MDMA ( “ecstasy” sotto forma di compresse) e le anfetamine (anfetamine e metanfetamine). 
Il consumo di cocaina è maggiore nei paesi dell’Europa occidentale e meridionale, questo si riflette nella presenza di porti di arrivo e rotte di traffico; mentre il consumo di anfetamine è più marcato in Europa settentrionale e orientale. Con la comparsa di nuovi stimolanti (ad es. fenetilamine e catinoni), il mercato di queste sostanze è diventato sempre più complesso negli ultimi anni. I dati del monitoraggio delle acque reflue, i dati sui sequestri, sul prezzo e sulla purezza fanno pensare che la disponibilità di cocaina potrebbe essere nuovamente in aumento in alcune regioni d’Europ. Sia il numero dei sequestri che le quantità sequestrate sono aumentate tra il 2014 e il 2015.
 
Nel 2015, sono stati riportati circa 87.000 sequestri di cocaina nell’UE (76.000 nel 2014), pari a 69,4 tonnellate sequestrate (51,5 tonnellate nel 2014). 
 
A livello di città, un’analisi delle acque reflue comunali per il rilevamento di residui di cocaina ha mostrato una tendenza a lungo termine stabile o in aumento nella maggior parte delle 13 città dello studio, che ha confrontato i dati degli anni compresi fra il 2011 e il 2016. Delle 33 città con dati per il 2015 e il 2016, 22 hanno riferito un aumento dei residui di cocaina, quattro una diminuzione e sette una situazione stabile. Circa 17,5 milioni di adulti europei (15-64 anni) hanno provato la cocaina in qualche momento della loro vita. Di questi, circa 2,3 milioni sono giovani adulti (15-34 anni) che hanno fatto uso di droga negli ultimi dodici mesi. Le indagini nazionali dal 2014 mostrano che i livelli di consumo di cocaina sono fondamentalmente stabili. 
 
I recenti cambiamenti nel quadro normativo concernente la cannabis, registrati in alcune regioni del continente americano, hanno suscitato l’interesse dei responsabili politici e dell’opinione pubblica in Europa. “Bisogna attendere che siano disponibili valutazioni fondate prima di poter giudicare i relativi costi e benefici dei differenti approcci in materia di cannabis”, si legge nella relazione. 
All’interno dei 28 Stati membri dell’UE, gli attuali approcci alla regolamentazione e al consumo della cannabis sono diversi e vanno da modelli restrittivi alla tolleranza di alcune forme di consumo personale. Tuttavia, nessun governo nazionale in Europa (UE 28, Turchia e Norvegia) ha al momento espresso sostegno alla legalizzazione della cannabis per uso ricreativo.
 
A prescindere da eventuali effetti più ampi sulle politiche in materia di droga, l’esistenza di un mercato della cannabis regolamentato in termini commerciali in taluni paesi extra-europei sta stimolando l’innovazione e lo sviluppo di prodotti (ad. es. vaporizzatori, liquidi per sigarette elettroniche e prodotti commestibili) che potrebbero, col tempo, modificare i modelli di consumo in Europa. A questo riguardo la relazione sottolinea l’importanza del monitoraggio e la necessità di valutare le potenziali implicazioni per la salute di eventuali modifiche future. 
 
Circa 87,7 milioni di adulti europei (15-64 anni) hanno provato la cannabis nel corso della loro vita. Di questi, si stima che circa 17,1 milioni siano giovani europei (15-34 anni) che hanno fatto uso di cannabis negli ultimi 12 mesi. Circa l’1 % degli adulti europei consuma cannabis quotidianamente o quasi (consumo per 20 giorni o più nell’ultimo mese). I risultati dell’indagine più recente mostrano che i paesi continuano a seguire percorsi divergenti per quanto riguarda il consumo di cannabis nell’ultimo anno. La cannabis continua ad essere associata a problemi di salute ed è ora responsabile di gran parte (45 %) dei pazienti che entrano in trattamento per la prima volta in Europa (28 UE, Turchia e Norvegia).
 
Complessivamente, il numero di pazienti che ha riferito di essere stato sottoposto a trattamento per la prima volta per problemi legati alla cannabis è salito da 43.000 nel 2006 a 76.000 nel 2015. UE e USA: un confronto del consumo di droghe fra gli studenti Il monitoraggio del consumo di droghe tra gli studenti consente di acquisire elementi preziosi sugli attuali comportamenti a rischio dei giovani e costituisce un indicatore delle potenziali tendenze future. La relazione di quest’anno mette a confronto modelli dell’uso a lungo termine e di sostanze tra gli studenti europei e americani (15-16 anni), dopo la pubblicazione nel 2016 di due importanti indagini nella popolazione studentesca.
 
Dalle indagini emerge come il fumo e il consumo di alcool tra gli studenti in Europa e negli Stati Uniti siano in calo, mentre le tendenze del consumo di cannabis sembrano essere più stabili. Il consumo di cannabis nell’ultimo mese fra gli studenti europei (21 paesi dell’UE e la Norvegia), è stato circa la metà (8 %) di quello riportato negli Stati Uniti (15 %).
 
Il consumo di tabacco nell’ultimo mese, invece, è stato quasi quattro volte superiore tra gli studenti in Europa (23 %) rispetto agli Stati Uniti, dove si è attestato al 6 %. Il consumo tra gli studenti americani è rimasto al di sotto della metà del livello di consumo di cannabis in questo gruppo. La percentuale di studenti europei che ha riferito di aver consumato alcool nell’ultimo mese (49 %) è stata più del doppio di quella dei loro coetanei americani (22 %).
 
“Per esaminare l’influsso relativo dei fattori sociali, contestuali e normativi sulle scelte fatte dai giovani, occorre condurre un’analisi più approfondita delle similitudini e differenze nel loro consumo di sostanze”, si legge nella relazione. “Se si scoprisse, ad esempio, che cosa ha determinato il calo nel fumo di sigarette sia negli Stati Uniti che in Europa, ciò potrebbe offrire spunti per affrontare il problema del consumo di altre sostanze come la cannabis”, aggiunge la relazione.
 
Dimitris Avramopoulos, commissario europeo per migrazione, affari interni e cittadinanza, afferma: “L’impatto del problema della droga continua a rappresentare una sfida significativa per le società europee. Oltre 93 milioni di europei hanno provato una droga illecita nella loro vita e i decessi per overdose continuano ad aumentare per il terzo anno di seguito. Mi preoccupa soprattutto che i giovani siano esposti a molte nuove droghe pericolose. Tra il 2009 e il 2016, in Europa sono già stati individuati 25 oppioidi estremamente potenti: per produrre molte migliaia di dosi bastano piccole quantità di queste sostanze, che costituiscono così una crescente minaccia per la salute. La relazione europea annuale sulla droga offre l’analisi, le indicazioni e gli strumenti necessari per affrontare questa minaccia unitamente in tutta Europa. Questo, non solo per proteggere la salute dei nostri cittadini, ma anche per porre fine agli ingenti profitti che derivano dalle droghe e finiscono nelle tasche della criminalità organizzata in Europa ed oltre”.
 
Il presidente del Consiglio di amministrazione dell’EMCDDA, Laura d’Arrigo conclude: “La risposta dell’Europa al problema delle sostanze stupefacenti deve andare di pari passo con l’incessante evolversi del fenomeno. Il primo passo verso il raggiungimento di questo obiettivo è la comprensione delle sfide cui siamo confrontati, per questo l’EMCDDA si adopera per fornire i migliori dati possibili sul fenomeno della droga in tutta Europa. I dati presentati quest’anno nella Relazione europea sulla droga mettono a confronto le situazioni nazionali ed evidenziano chiaramente le minacce emergenti, aiutando i responsabili politici ad intervenire efficacemente. Le analisi dell’EMCDDA sono fondamentali per garantire che il nuovo piano di azione dell’UE sulle droghe per i prossimi quattro anni resti rilevante. La promozione di una cultura basata sui dati oggettivi nel processo di elaborazione delle politiche in materia di droghe è un contributo fondamentale per un’Europa più sana e più sicura.”.


06 giugno 2017
© Riproduzione riservata


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