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Umbria. Tesei: “Se in Italia vogliamo garantire la sanità pubblica dobbiamo incrementare il Fsn” 


La presidente della Giunta umbra, intervenendo in Consiglio regionale, ha evidenziato come “i costi della sanità regionale sono aumentati” con una stima “dal 10 al 15%”, mentre il Fondo sanitario delle Regioni “negli ultimi 15 anni ha subito forti tagli”. Il bilancio sanitario regionale 2022 “ha retto”, ha spiegato Tesei, secondo la quale, tuttavia, o si aumenta il Fsn “o ci sarà un peggioramento dei servizi”.

11 LUG - “I costi della sanità regionale sono aumentati in modo forte e stabile, con una stima dal 10 al 15%. Se in Italia vogliamo garantire la sanità pubblica dobbiamo incrementare il fondo sanitario delle Regioni, che negli ultimi 15 anni ha subito forti tagli. Altrimenti ci sarà un peggioramento dei servizi offerti ai cittadini”. Lo ha detto oggi in Consiglio regionale la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, rispondendo a una interrogazione su “Bilancio della sanità e recupero lista d'attesa” firmata dai consiglieri Paola Fioroni e Stefano Pastorelli (Lega).

Tesei ha fatto sapere che la Regione ha presentato al ministero della Salute “un piano per l’incremento dei posti letto che per oltre l’80% saranno pubblici”, poi ha sottolineato: “Qualcuno in quest’Aula parlava di un buco nel bilancio della sanità di 200 milioni mentre Bonaccini chiedeva maggiori fondi al Governo per mantenere il carattere pubblico della sanità. A fronte di uno sbilancio delle sanità regionali aumentato di 700 milioni, l’Umbria ha il terzo miglior bilancio tra le Regioni italiane. Questo pone fine a certi ‘procurati allarmi’ lanciati anche all'interno di quest'Aula. Grazie ai fondi nazionali straordinari, il bilancio sanitario 2022 ha retto, ha mantenuto i servizi, senza bisogno di aumentare le tasse. I fondi straordinari del 2022 devono diventare ordinari ed essere confermati”.

L’attenzione della Giunta, ha detto Tesei, “dopo aver riformato i Pronto soccorso della regione, va alle liste di attesa. Abbiamo ereditato 74mila prestazioni in attesa. D’ora in avanti ci sarà la distrettualizzazione delle prestazioni, per over 65 e fragili, affinché non debbano affrontare spostamenti troppo lunghi. Abbiamo messo in campo 7 milioni di fondi nazionali per abbattere le liste di attesa e permettere ai cittadini di avere risposte. Le Asl si sono occupate del 30% delle liste di attesa, appaltando il resto alle strutture private; al contempo il pubblico deve impegnarsi a garantire l’effettuazione delle nuove prestazioni. A fine giugno le prestazioni da evadere erano 38 mila. Il 18 luglio avremo i dati aggiornati delle prime due settimane di luglio. Sulle nuove liste di attesa sarà importante il mese di luglio, quando dovremo abbattere lo stock generato ed evitare di creare nuove prestazioni in attesa. Si tratta di un lavoro molto complesso”, ha concluso la presidente.

11 luglio 2023
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