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Pnrr. La Calabria taglia il traguardo: presenta il suo piano per le strutture di prossimità e approva la legge sul nuovo Distretto sanitario

Due le novità: una Calabria che finalmente riesce ad essere tra i primi ad adempiere agli step dell’importante iniziativa PNRR; una Calabria che è pervenuta ad una scelta procedurale garante degli adempimenti successivi, ricadenti sulle aziende sanitarie territoriali, coinvolte insieme ai sindaci di riferimento nella formalizzazione dell’importante provvedimento programmatorio adottato dal Commissario ad acta. A questo si aggiunge anche la legge approvata il 28 febbraio sul nuovo Distretto sanitario

02 MAR - La riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale calabrese ha preso il via, e questa volta “la peggiore” è andata in fuga anticipando tutti come qualità della procedura e come criteri selettivi utilizzati per la “messa a terra” delle strutture di prossimità da realizzare con i fondi PNRR (Missione 6, Componente 1).
 
Lo ha fatto individuando 91 strutture/iniziative, da distribuire nel difficile territorio calabrese, anche nei punti così impervi da rendere favorevoli le latitanze della ‘ndrangheta, avuto riguardo anche ad allocazioni che tenessero conto delle etnie arbëreshë e della Calabria grecanica.
 
Il tutto, con il DCA n. 15 dell’1 marzo 2022 (vedi testo e allegati), nel quale è possibile desumere il difficile lavoro completato grazie ad un Dipartimento regionale che, seppure carente di organico, non ha lesinato ore di lavoro collaborativo al Commissario ad acta e al suo vice.
 
Due le novità: una Calabria che finalmente riesce ad essere tra i primi ad adempiere agli step dell’importante iniziativa PNRR; una Calabria che è pervenuta ad una scelta procedurale garante degli adempimenti successivi, ricadenti sulle aziende sanitarie territoriali, coinvolte insieme ai sindaci di riferimento nella formalizzazione dell’importante provvedimento programmatorio adottato dal Commissario ad acta.
 
La combinazione degli atti da perfezionare a cura delle Regioni non è stata un granchè chiara sul piano della sequela dei provvedimenti da adottare.
 
Manca la fonte normativa nazionale di riferimento (implementativa del Distretto di cui agli artt. 3 quater-sexies del vigente d.lgs. 502/92), fatta eccezione per il DM (recante l’apposito regolamento oggi all’esame del Consiglio di Stato e quindi della Conferenza Stato-Regioni) che - è bene chiarire – non si ritiene sul piano della gerarchia delle fonti strumento sufficiente, perché a differenza del DM71, introduce strutture fisse essenziali (Case delle Comunità e Ospedali di Comunità) e iniziative fondamentali (Centrali operative territoriali) all’implementazione necessaria dell’assistenza distrettuale, modificandone i connotati esistenziali e funzionali.
 
La Calabria non ha fatto pertanto solo questo. Il 28 febbraio scorso ha approvato in Consiglio regionale, - e qui un altro primato, secondo solo alla Lombardia – la codificazione del nuovo Distretto sanitario implementato dalle anzidette strutture e iniziative PNRR, stabilendone le rispettive funzioni e compiti.
 
Toccherà all’organo commissariale adottare un regolamento, a DM71 pubblicato, nel quale rintracciare gli elementi utili a definire le differenze tra le strutture territoriali hub e spoke e quant’altro necessario a tradurre in buona ed efficiente realtà quanto previsto nei propri recenti atti di programmazione e di impegno.
 
L’individuazione delle strutture e delle iniziative, finanziate con quasi 129 milioni di euro, è stata effettuata dalle Asp calabresi e dal Commissario ad acta tenendo conto dei fattori determinanti una corretta previsione, tra i quali l’indefettibile fabbisogno epidemiologico disponibile e la valutazione degli indici di deprivazione caratterizzanti di diversi territorio, specie montani.
 
Per intanto, la Calabria, contrariamente al suo solito, ha prodotto il suo provvedimento commissariale di ineguagliabile dettaglio, sia nella descrizione dei presupposti indentificativi dei siti e delle strutture da allocare ivi che nelle motivazioni a sostegno del progetto, da dovere essere insediato, di qui a poco, nel Programma Operativo Regionale di prosecuzione del piano di rientro in atto, cui è tenuto il Commissario ad acta.
 
Un risultato di pregio, quello cui è pervenuta la governance calabrese, commissariale e non, puntualmente collaborata dal direttore generale dell’Agenas, che ha ben compreso quanto la Calabria abbia bisogno di “coccole” e d’interventi perequativi straordinari, che si sperano imminenti.
 
Ettore Jorio
Università della Calabria

02 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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