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Rete infarto tempo-dipendente della Campania. Salvata una donna da Procida a Pozzuoli

L’ospedale di Pozzuoli non è ancora nella Rete, ma la struttura interventistica del Santa Maria delle Grazie ha salvato la vita a una paziente giunta mercoledì mattina al presidio di primo soccorso presente sull’isola di Procida. Intanto collaudo superato per le apparecchiature Ecg a 12 derivazione da montare sull’autoambulanze a Napoli dove c’è da organizzare il personale e i trasporti secondari dai centri spoke agli Hub di I livello.

04 AGO - È in netto miglioramento clinico la donna di 67 anni che, tre giorni fa, a mezzogiorno, era giunta all’ospedale Gaetanina Scotto in condizioni critiche, lamentando un forte dolore anginoso al petto. Il medico di guardia a Procida, Biagio Fulco, responsabile del Pronto soccorso di Pozzuoli, dopo aver immediatamente riconosciuto i segni di un grave infarto, in coordinamento con i cardiologi dell’ospedale di Pozzuoli e somministrato le prime cure, in base al protocollo operativo dell’ospedale, ha allertato l’elisoccorso. Meno di un’ora dopo l’equipe di Emodinamica del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, guidata da Marco Boccalatte, coadiuvato da Michele Polimeno e dal coordinatore infermieristico Sabatino Tortorella, ha sottoposto la donna a un complesso intervento di angioplastica coronarica primaria, liberando i vasi ostruiti e migliorando la funzionalità del cuore.

“La signora ora sta molto meglio – dice Gerolamo Sibilio, Primario di Cardiologia di Pozzuoli -  si è trattato di un caso esemplare perché la signora si è immediatamente rivolta ai servizi di emergenza e, quindi, si è potuto intervenire rapidamente. Il Servizio di Cardiologia interventistica di Pozzuoli avviato solo un mese fa, lavorando al momento solo su 6 ore al giorno, ha già portato a termine circa 60 procedure tra cui diverse angioplastiche primarie eseguite proprio nei minuti in cui si stava verificando l’infarto. Si tratta di casi che stanno aumentando in maniera esponenziale e testimoniano quanta necessità ci fosse di un servizio del genere. Nei prossimi mesi contiamo di estendere l’attività di emodinamica sulle 24h”.

La donna negli anni scorsi era già stata ricoverata presso l’Ospedale Santa Maria delle Grazie per problematiche cardiache ma aveva poi deciso di rivolgersi ad un altro servizio di Cardiologica per sottoporsi all’angioplastica (poi rimandata) data l’impossibilità di sottoporsi a questo genere di intervento a Pozzuoli.

 “Stiamo lavorando in una logica di rete, in base alla quale ogni singola struttura ospedaliera e territoriale accresce la propria qualità dell’assistenza, avvalendosi delle risorse e delle competenze delle altre strutture. – Dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord -sapevamo che l’avvio del Laboratorio di Emodinamica del Santa Maria delle Grazie avrebbe rappresentato un volano importante per migliorare l’assistenza nell’ambito dell’emergenza cardiologica del nostro territorio. L’episodio di Procida ci da ragione”.
 
A che punto è la rete
Intanto sul territorio di Napoli le tre Asl provinciali e il 118 procedono alla messa a punto delle rete infarto tempo dipendente. Nei giorni scorsi c’è stato il nuovo collaudo e la simulazione sul campo delle apparecchiature tecnologiche necessarie a rendere operativi i protocolli organizzativi e funzionali. L’obiettivo è garantire cure immediate, omogenee ed efficaci (entro 60-90 minuti dall’evento acuto) a chi sia colpito da un infarto.
 
La nuova organizzazione dei soccorsi ruota attorno al 118: il personale delle ambulanze, allertato da una chiamata per un sospetto infarto, all’arrivo dovrà eseguire sul posto un elettrocardiogramma (a 12 derivazioni) inviare il tracciato a una centrale operativa (situata al Policlinico Federico II e al Monaldi), ricevere il referto in tempo reale e quindi, a seconda della situazione clinica, disporre il trasferimento del paziente non più all’ospedale più vicino ma nel centro più attrezzato per le cure del caso.

I pazienti con sospetto infarto, saranno trasferiti tutti, in base alla diagnosi, nei centri Hub di I livello (dotati di Utic ed emodinamica interventistica e dislocati al Cardarelli, alla Mediterranea, a Villa dei Fiori di Acerra e al Loreto mare cui si aggiungeranno a regime Pozzuoli e Nola le cui emodinamiche oggi funzionano per ora a mezzo servizio). Ovvero negli Hub di II livello (Policlinico, Monaldi e a regime Ospedale del Mare in cui oltre a un’emodinamica è sempre disponibile anche un’unità di Cardiochirurgia). Tali centri sono sempre attivi in coppie e in turni alternati nel corso della settimana: Policlinico e Mediterranea (il primo per Napoli nord e Napoli sud e l’altra per Napoli città), Cardarelli e Villa Dei Fiori di Acerra (che coprono rispettivamente il territorio di Napoli centro e quello della provincia) quindi Loreto mare e Monaldi di guardia per Napoli città e per le periferie a nord e sud della città).

Il coordinatore della rete è Giovanni Esposito, emodinamista, docente associato di malattie dell’apparato cardiovascolare del policlinico di via Pansini.

Intanto ci sono nuovi scogli all’orizzonte: sono i trasporti secondari dagli ospedali periferici cosiddetti spoke dotati solo di una Utic. Qui dopo la diagnosi, in caso d’infarto acuto deve scattare il trasferimento a un centro più attrezzato. Il nodo da sciogliere è la carenza di uomini e mezzi (autoambulanze che ogni ospedale della rete dovrebbe avere disponibili con un cardiologo o un anestesista a bordo). Nell’ultimo vertice svoltosi nei giorni scorsi in Regione alla presenza del direttore dell’assessorato Antonio Postiglione e della funzionaria referente Laura Barresi si è deciso di garantire alle Asl le risorse che mancano anche il vista del decollo della rete per gli ictus (stroke). Ma i tempi non saranno brevi. Carenze che comunque riguardano anche il 118 che dovrà assolvere a questa nuova funzione con l’obiettivo finale di garantire a ogni persona colpita da un infarto o ictus cure salvavita omogenee nei tempi massimi previsti (90 minuti per l’infarto, 6-8 ore per l‘ictus).

Su questo fronte il presidente della Regione Vincenzo De Luca, nell’ultimo vertice con l’intersindacale dei medici, ha fatto balenare la possibilità di ricorrere a un modello di gestione pubblico-privato delle ambulanze per rendere sostenibili, in questa fase, i circa 50 milioni di euro che servono per potenziare la rete dei trasporti. Su questo punto i camici bianchi hanno espresso forti perplessità. Il 118 a fronte delle 17 ambulanze attive a Napoli, (di cui 12 medicalizzate compresa quella dislocata a Capri) in base al decreto ministeriale 70 del 2015 sugli standard ospedalieri ne prevede 24 (una ogni 60 mila abitanti).  Il nodo da sciogliere riguarda anche il personale di bordo (che ruota con quello delle centrali operative) sottodimensionato rispetto al fabbisogno con ampie sacche di precariato.

A Napoli 2 nord e Napoli 3 le ambulanze sono quasi tutte non medicalizzate e c’è penuria di mezzi per il trasporto secondario (dai centri spoke agli hub per i pazienti che giungono in pronto soccorso con i propri mezzi).  A Napoli centro, oltre a quest’ultimo nodo, c’è stato da superare anche lo scoglio del collaudo di alcune apparecchiature cardiografiche non programmate per l’utilizzo negli spazi aperti.

Ora bisogna procedere  all’organizzazione del personale e al montaggio dei cardiografi sui 17 mezzi di soccorso di cui è dotata la rete del 118 in città. Si tratta di 10 elettrocardiografi a 12 derivazioni con defibrillatori incorporati (utilizzabili in ogni situazione), di 22 elettrocardiografi digitali, dotati di collegamento telematico (tramite sim card) adatti solo all’utilizzo negli spazi chiusi, ambulanza compresa, purché non in movimento, e di altrettanti tablet con cui saranno informatizzare tutte le procedure di  codifica e compilazione delle schede dei pazienti oltre che garantiti i collegamenti tra la centrale del 118 e quelle cardiologiche con i mezzi di soccorso. Si attende infine la fornitura delle Sim che serviranno per i collegamenti telefonici e che dovranno essere installate anche nei cardiografi oltre che nei tablet.
 
Ettore Mautone

04 agosto 2017
© Riproduzione riservata

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