Spesa sanitaria. “Soprattutto quella in prevenzione va affrancata dai vincoli di bilancio perché è un investimento. Recuperare vaccinazioni morbillo è possibile”. Intervista a Enrico Di Rosa (Siti)
di Barbara Di Chiara
“Penso che soprattutto gli investimenti della prevenzione, in primo luogo le vaccinazioni, ma anche i programmi di screening vadano affrancati dai vincoli di bilancio in modo da riuscire a ottenere facilmente le risorse necessarie ad implementare dei programmi di prevenzione veramente globale, universale, che raggiungano tutta la popolazione e che questa agevolmente possa fruire di quello che gli viene offerto” dice il neo presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (Siti) ospite di Future in Healthcare
14 MAR - “La prevenzione è la chiave strategica per garantire la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Tutti gli interventi preventivi, le vaccinazioni, i programmi di screening, ma anche l'impegno negli stili di vita adeguati e nel contrasto alla sedentarietà sono investimenti per la salute che fanno in modo che la malattia venga compressa, ci sia meno impegno per i servizi sanitari e tutto il sistema diventi più sostenibile. Da questo punto di vista credo che dovremmo superare l'idea che le spese sanitarie siano una spesa e fare in modo che si superino le problematiche relative alla stabilità economica. Penso che soprattutto gli investimenti della prevenzione, in primo luogo le vaccinazioni, ma anche i programmi di screening vadano affrancati dai vincoli di bilancio in modo da riuscire a ottenere facilmente le risorse necessarie ad implementare dei programmi di prevenzione veramente globale, universale, che raggiungano tutta la popolazione e che questa agevolmente possa fruire di quello che gli viene offerto”. Ne è convinto Enrico Di Rosa, presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (Siti), ospite della nuova puntata di Future in Healthcare, dove ha tracciato la rotta del settore nei prossimi anni.
“Essere chiamato a svolgere il ruolo di Presidente della Società igiene è un grande onore e una grande responsabilità - ha spiegato - fortunatamente la gestione della società è collegiale. Soprattutto c'è una lunga tradizione storica e ci poniamo in continuità col recente passato. La professoressa Siliquini, presidente fino al dicembre dell'anno scorso, continua a essere vicepresidente. L'impegno principale è quello di valorizzare e cercare di mettere in evidenza il valore delle competenze, delle professionalità e delle specificità dell'igiene nei servizi sanitari regionali. E da questo punto di vista mi piace sottolineare il nostro impegno svolto lo scorso anno con una Commissione mista e un tavolo ministeriale sollecitato e realizzato anche per impulso della Siti, coordinato dalla professoressa Siliquini, sull'individuazione degli organici dei Dipartimenti di Prevenzione: è un tema particolarmente importante per garantire l'assistenza ai cittadini. Quel lavoro ha avuto la sua conclusione nella parte tecnica, adesso speriamo di continuare a svolgere la nostra azione di impulso e di stimolo sulle istituzioni perché a questa istruttoria segua l'approvazione di un documento tecnico che possa essere d'aiuto a rafforzare e a destinare adeguate risorse ai servizi di prevenzione”.
Affrontare il tema della sanità pubblica in un'ottica One Health, prosegue, “è fondamentale, negli ultimi tempi le si è data particolare enfasi, ma è un paradigma non completamente nuovo. Tutto sommato l'istituzione del Dipartimento di prevenzione già nel 1992, ma anche la legge 833, in qualche modo si ispiravano a questo approccio, in cui la salute è determinata da aspetti che riguardano la salute umana, la salute ambientale e la salute animale in stretta connessione e quindi è un paradigma al quale bisogna fare riferimento per organizzare servizi preventivi improntati alla multidisciplinarietà, ma soprattutto intersettoriali”.
L'esperienza della pandemia, pur nella sua drammaticità e nella sua unicità, secondo Di Rosa “è stata una prova di grande maturità del Servizio sanitario italiano, dei professionisti sanitari, che hanno dato prova di grande professionalità, di resilienza, di impegno veramente straordinari. Ovviamente questo non vuol dire che tutte le cose sono andate in maniera perfetta, ci sono stati momenti di grande difficoltà, ma proprio questo ci ha spinto a lavorare strenuamente e penso che quelle difficoltà siano state superate in maniera più che brillante, sia durante i momenti più intensi delle ondate epidemiche, sia nella gestione secondo me straordinaria della campagna di vaccinazione Covid. Forse già stiamo dimenticando la lezione, dovremmo rafforzare il nostro impegno per fare tesoro degli errori e degli elementi negativi che ci sono stati per essere pronti a nuove eventuali emergenze. Da questo punto di vista credo sia molto importante l'aggiornamento del piano pandemico, che è adesso alla discussione delle Regioni: c'è l'impegno di tutti per migliorare quel documento, che è importante perché i piani pandemici fino a ora si limitavano alla possibile epidemia influenzale e invece lì si parla di un piano pandemico per tutte le patologie respiratorie. Così come è assolutamente importante continuare impegnarci per rafforzare la sorveglianza delle malattie infettive, un ambito di particolare interesse ed ‘effervescente’, nel senso che ci sono tanti elementi che ci dicono che non dobbiamo abbassare la guardia su questo particolare settore”.
Passando al tema delle coperture vaccinali in Italia, per il presidente Siti “abbiamo un quadro molto variegato dal punto di vista geografico, con differenze tra Regione e Regione. Quindi è qualcosa che bisogna guardare con grande attenzione. Generalmente in Italia abbiamo una buona tradizione nelle coperture delle vaccinazioni dell'infanzia, che sono storicamente buone, certamente migliorabili. L'ultima rilevazione di dati che si riferisce al 2023 evidenzia però alcuni elementi preoccupanti, nel senso che mentre ci sono alcune regioni che hanno fatto recuperi importanti, con aumenti considerevoli, altre hanno avuto delle flessioni rilevanti. Occorre cercare di capire che cosa è successo: la sfida della vaccinazione si gioca su due piani: il primo è quello della comunicazione e bisogna mettere in piedi in piedi delle campagne comunicative forti, istituzionali che non possono essere lasciate alle iniziative lodevoli delle singole aziende e dei singoli servizi regionali, ma devono essere sostenute a livello istituzionale alto, nazionale o regionale. E accanto a questa comunicazione efficace bisogna mettere in piedi una rete di erogazione che renda per i cittadini agevole l'accesso alla vaccinazione”.
Bisogna in particolare richiamare l'attenzione sul morbillo, “una malattia grave, seria, soprattutto quando colpisce la prima infanzia e persone che abbiano condizioni concomitanti di cronicità. Ed è una malattia dal punto di vista della capacità di diffusione è fra le più contagiose che esistano. L'unica arma efficace per proteggersi dal morbillo è la vaccinazione, dobbiamo garantire coperture vaccinali adeguate e superiori al 95% perché questa è la garanzia per azzerare la diffusione della malattia, consentendo di proteggere i fragili che hanno magari difficoltà di accesso alle vaccinazioni, soprattutto i bambini della prima infanzia. La vaccinazione è possibile effettuarla solo dal primo anno di età quindi sono proprio i piccoli quelli che si possono giovare dell'immunità di gregge. Anche qui è assolutamente importante quindi rafforzare la comunicazione, dato che da questo punto di vista c'è sensibilità, nel senso che generalmente come dicevamo l'adesione alla vaccinazione dei bambini di età è molto alta e si può recuperare terreno. Consideriamo poi che un numero importante di casi di morbillo si verifica in ambito sanitario, quindi è assolutamente importante fare in modo che gli operatori sanitari siano tutti vaccinati per il morbillo. Quindi va verificato lo stato vaccinale, i medici come me normalmente il morbillo lo hanno avuto, ma ora abbiamo le nuove leve. E' assolutamente indispensabile non abbassare la guardia nei confronti delle vaccinazioni e monitorare le coperture e mettere in atto eventuali azioni correttive laddove si verificassero dei cali perché la diminuzione delle coperture si accompagna al riaffacciarsi della malattia”.