Virus West Nile. Rezza: “Che le persone anziane nelle aree affette vadano protette è un dato di fatto”
“Geolocalizzazione dei casi, attività di disinfestazione mirate, zanzariere e repellenti, e soprattutto una puntuale e corretta informazione possono aiutarci a non causare panico generalizzato ma anche a ridurre il rischio delle persone vulnerabili che risiedono nelle aree colpite”.
24 LUG - “Virus West Nile: senza allarmismi, ma i casi aumentano, recitano i giornali. Ma che significa? La gente non capisce. I casi sono tanti quanti lo scorso anno, per cui chi se ne frega. Ma, allora, non dobbiamo preoccuparci oggi o avremmo dovuto farlo lo scorso anno? L'informazione, per lo meno quella data dagli esperti (i giornalisti si abbeverano dalle loro fonti, annesso che siano qualificate sull'argomento specifico, talvolta orientando i titoli) dovrebbe essere oggettiva e trasparente”. E' la riflessione affidata a Facebook di
Gianni Rezza, ex direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, professore straordinario di Igiene presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
“Di fatto - ricorda - il virus è presente sul territorio nazionale e i casi riemergono ogni estate, almeno da 15 anni. La novità è che i focolai si spostano o si aggiungono, e mentre in passato l'area affetta era ristretta alla pianura Padana, con un interessamento di alcune zone della Sardegna occidentale, oggi abbiamo importanti focolai anche nel Lazio (provincia di Latina) e in Campania (provincia di Caserta). A fronte di centinaia di casi, quelli gravi o addirittura letali sono pochi, è vero, ma si dovranno preoccupare o no i vecchietti a rischio di farsi una encefalite? Beh, è chiaro che non ci si debba preoccupare che chiunque in Italia, a qualsiasi età, venga punto da una zanzara comune, ma che debbano invece proteggersi ed essere protette, per quanto possibile, le persone anziane nelle aree affette è un dato di fatto. Geolocalizzazione dei casi, attività di disinfestazione mirate, zanzariere e repellenti, e soprattutto una puntuale e corretta informazione possono aiutarci a non causare panico generalizzato ma anche a ridurre il rischio delle persone vulnerabili che risiedono nelle aree colpite”.
24 luglio 2025
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