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Corruzione in sanità. Cantone (Anac): “Sunshine Act può essere utile perché introduce trasparenza”


Il presidente dell’Autorità Anticorruzione nel suo intervento al convegno Sanità e malaffare: la corruzione si può combattere promosso da Pier Paolo Sileri, Presidente della Commissione Igiene e Sanità plaude alla norma in discussione alla Camera. Morra (M5S): “La salute degli italiani è diventata un limone da spremere”. Bevere (Agenas): “Monitoraggio conflitto di interesse, misura centrale per la prevenzione dei fenomeni corruttivi”.

27 MAR - Il cosiddetto Sunshine Act, “credo che sia utile perché introduce trasparenza sulle modalità attraverso le quali avviene il rapporto tra aziende farmaceutiche e operatori sanitari”. Così, come riporta l’Agenzia Ansa in merito al ddl in discussione in Parlamento, Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), a margine del convegno ‘Sanità e malaffare: la corruzione si può combattere’ promosso da Pier Paolo Sileri, Presidente della Commissione Igiene e Sanità.
 
“Questo rapporto - ha aggiunto - viene affrontato nel modo giusto, non criminalizzandolo, ma facendo emergere il contenuto del rapporto stesso, dietro al quale si nasconde, a volte, anche altro. Il tema della corruzione in sanità è centrale, ma è finito un po' in un cono d'ombra”. Mentre intervenire su questo punto “significa chiudere meno ospedali e mettere a disposizione più posti letto, ovvero non generici intenti morali, bensì risultati concreti per i cittadini”.
 
“Il contrasto alla corruzione è una battaglia dal punto di vista etico, ma è anche e soprattutto una battaglia per una migliore efficienza della sanità” ha proseguito Cantone. Bisogna quindi lavorare sulla trasparenza nella gestione delle risorse e in questo “le Asl hanno fatto passi avanti nella capacità di rendicontazione”. Ma “il rischio di conflitto di interessi lo troviamo ogni giorno in questo settore, in chi gestisce la spesa come in chi gestisce l'approvvigionamento di farmaci e dispositivi. Scegliere una fornitura di un dispositivo medico piuttosto che un'altra può rappresentare un affare colossale”. Ne sono un esempio le indagini Anac, che “negli anni passati hanno permesso di evidenziare spese paradossali per la ristorazione ospedaliera, con prezzi che in alcuni casi arrivavano al triplo della media”. Così come “presidi per diabetici con costi ai limiti dell'incredibile: lo stesso dispositivo in alcune regioni costavano 1 e in altre 10”.
 
“Il conflitto di interessi in sanità è un problema da risolvere. Se un medico opera con interessi diversi dall'unico fine che deve muovere la sua azione, ovvero la salute del paziente, il suo operato può risentirne e, naturalmente, anche l'esito della cura” Ha detto all’Agi il presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri che ha spiegato “un esempio banale: se un medico ha un legame particolare con un'azienda farmaceutica e, per assecondare questo rapporto, prescrive un farmaco rispetto a un altro farmaco che invece sarebbe più opportuno è un problema. Se sceglie una protesi invece di un'altra perché ha legami con l'azienda produttrice è un problema. In sanità tutto questo non dovrebbe esistere, ma, girando molti soldi, i rischi sono altissimi”.
 
“Allora - ha aggiunto Sileri - ben venga l'azione dell'Agenas sui medici che rendono pubblici i rapporti con le aziende. È un'operazione importante perché tutto ciò che si rende trasparente evidentemente può essere controllato. In quest'ottica non stupisce che è proprio nelle strutture che non hanno aderito a questa operazione che si sono verificati fenomeni corruttivi”. 

  
 “Avere cognizione dell’esistenza di possibili situazioni di conflitto di interesse all’interno della propria azienda sanitaria è tra le principali misure di una strategia di prevenzione dell’anticorruzione. In questa ottica, AGENAS dal 2016 ha messo a disposizione dei Responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) la modulistica sulla Dichiarazione pubblica di interessi, uno strumento che consente di individuare la presenza di comportamenti a rischio da tenere sotto osservazione, quali ad esempio i legami con aziende farmaceutiche o produttrici di dispositivi medici, che escono dall’ordinarietà”. È quanto ha dichiarato a Francesco Bevere, Direttore Generale di AGENAS, in occasione del convegno. “La consapevolezza dell’importanza di questo strumento diagnostico è avvalorata dal numero crescente di professionisti sanitari che, dal 2016, a decine di migliaia hanno scelto volontariamente di compilare la modulistica. Nello stesso periodo le aziende sanitarie che si sono registrate sono passate dall’1,8% del 2016 al 36,5% del 2018 - continua Bevere -. E non è certo un caso che i fenomeni corruttivi e di mala gestio più eclatanti, avvenuti nell’ultimo biennio, si siano verificati in strutture che all’epoca dei fatti non avevano aderito a questa misura di trasparenza”.
 
“Resto convinto che nella lotta alla corruzione nella sanità non siamo all’anno zero. Negli ultimi quattro anni, grazie al lavoro meticoloso svolto tra Ministero della Salute, AGENAS, e ANAC è stato messo a punto un pacchetto di misure chiare e specifiche studiate in considerazione della specificità e della complessità organizzativa e relazionale delle strutture sanitarie.  La legge di Stabilità 2019 che, grazie all’intuizione del Presidente Sileri e all’impegno del Sottosegretario Coletto, allora Presidente dell’AGENAS, affida all’Agenzia l’attività di analisi e monitoraggio di tutte le performance sanitarie, compresa la dimensione della trasparenza, rafforza ulteriormente il nostro impegno contro sprechi, inefficienze e malaffare in sanità”, conclude il Direttore Generale di AGENAS.
 
“Secondo i dati Ocse, un quinto dei soldi spesi in sanità in Europa finisce in sprechi, abusi o comportamenti illeciti. In Italia, per quest'anno, nella legge di Bilancio sono stati stanziati 115 miliardi per la sanità, quindi questo significa che nel nostro paese oltre 20 miliardi di euro l'anno costituiscono la greppia dove si va a mangiare» nel settore sanitario. Lo ha detto il presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. Che hai sottolineato che “la spesa sanitaria è esplosa con la riforma del titolo V della Costituzione, con la quale siamo passati a 21 greppie in cui mangiare. La salute degli italiani - ha proseguito l'esponente M5s - è diventata un limone da spremere. E il business della malattia è diventato maggiore di quello per la prevenzione ed è una cosa che mina alle basi la democrazia”.

27 marzo 2019
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