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La Favo scrive a Gelmini: “Vaccinazioni per malati oncologici a macchia di leopardo. Si attivino misure di controllo”


Nel Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte, i vaccini ai malati di cancro rappresentano una positiva realtà, "purtroppo in alcuni casi a macchia di leopardo poiché le indicazioni regionali non vengono attuate da tutte le Asl". Numerose altre Regioni "non hanno ancora emanato delibere attuative delle direttive nazionali precedenti a quella approvata l’11 marzo 2021 in Stato-Regioni. Si è preferito privilegiare categorie di lavoratori e cittadini sani a scapito dei malati di cancro". LA LETTERA

17 MAR - "In alcune Regioni, prima fra tutte il Lazio e poi il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana ed il Piemonte, le somministrazioni vaccinali ai malati di cancro rappresentano già oggi una positiva realtà, ma, purtroppo, in alcuni casi solo a macchia di leopardo, poiché le indicazioni regionali non vengono attuate da tutte le Asl e dai centri di cura oncologici con la dovuta urgenza. Numerose altre Regioni ad oggi, purtroppo, non hanno ancora emanato le delibere attuative delle direttive nazionali precedenti a quella approvata l’11 marzo 2021 in Conferenza Stato-Regione".
 
Questa la denuncia di Favo che in una lettera indirizzata alla ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini chiede l'attivazione di misure di controllo sul territorio.
 
"Nonostante l’obbligo, sempre previsto in tutti i provvedimenti, di assicurare prioritariamente ed uniformemente su tutto il territorio nazionale, l’accesso alla vaccinazione dei malati oncologici ed onco-ematologici, la Federazione avverte l’obbligo morale di denunciare quanto purtroppo è stato accertato in alcune Regioni ove si è preferito invertire le priorità privilegiando in tal modo, alle persone malate e vulnerabili, alcune categorie di lavoratori e di cittadini sani e quindi esclusi dal piano vaccinale nazionale e ciò a scapito anche dei malati di cancro. Tali scelte decisamente intollerabili ed ingiuste rappresentano un grave, irreparabile ed inaccettabile danno alla salute delle persone più fragili", si legge nella lettera firmata dal presidente Francesco De Lorenzo e dal segretario generale Elisabetta Iannelli.
 
"I ritardi ad oggi accumulati per l’accesso alla vaccinazione dei malati di cancro a causa del mancato rigoroso rispetto delle previste priorità devono essere superati ed evitati con immediatezza attraverso l’attivazione di misure di controllo sul territorio. È scientificamente accertato che la mancata vaccinazione covid espone i malati di cancro ad un aumentato rischio, possibile anche nel percorso richiesto per affrontare i trattamenti terapeutici, con l’aggravante dell’elevato tasso di mortalità in caso di infezione del 25%!".
 
Per superare queste "intollerabili criticità, a cominciare dagli abusi prodotti dalle modifiche delle priorità rigorosamente e correttamente stabilite nella versione aggiornata del Piano strategico nazionale per la vaccinazione", il Direttivo di Favo avanza alla ministra Gelmini la richiesta di un "continuo monitoraggio di accesso dei malati di cancro ai centri preposti. Per consentire inoltre uniformità ed omogeneità di applicazione delle direttive nazionali alle persone 'ad elevata fragilità' le Regioni devono essere sensibilizzate ad aggiornare prontamente i rispettivi piani vaccinali (ove già esistenti) o emanandoli ex novo".

17 marzo 2021
© Riproduzione riservata
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