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Emilia Romagna. Ok della Commissione a programmazione e finanziamento Asl

Il via libera è arrivato con il sì di Pd e Sel, mentre Ln, M5s e Fdi-An hanno votato contro. Risorse pari a 7 mld per il 2016. Tra i punti contestati, la riconversione di strutture sanitarie in ospedali di comunità e case della salute, la scarsa manutenzione delle strutture e dei ritardi in ambito informatico.

30 GIU - Parere positivo della commissione Politiche per la salute e politiche sociali del consiglio regionale dell’Emilia Romagna alle “Linee di programmazione e di finanziamento delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale per l’anno 2016”. Il via libera è arrivato con il sì di Pd e Sel, mentre Ln, M5s e Fdi-An hanno votato contro.
 
La Giunta, riferisce una nota del Consiglio, “ha evidenziato che il riparto a quota capitaria a favore delle Aziende sanitarie è stato determinato sulla base di un volume complessivo di risorse pari a 7 miliardi di euro” così distribuite: 470 milioni a Piacenza, 703 a Parma, 795 a Reggio Emilia, 1.074 a Modena, 1.390 a Bologna, 209 a Imola, 601 a Ferrara e 1.758 per l’Ausl Romagna. Per le Aziende ospedaliere e le Irccs 258 milioni, compresi i fondi per la ricerca e la didattica: 45 milioni a Parma, 24 a Reggio Emilia, 35 a Modena, 63 a Bologna e 70 a Ferrara, mentre 18 milioni vanno all’Istituto Rizzoli e all’Istituto scientifico di Meldola.

“La legge di stabilità 2016 - hanno specificato i tecnici della Giunta in commissione - ha quantificato in 111 miliardi di euro il livello di fabbisogno finanziario del sistema sanitario nazionale per il 2016 (1,08% in più rispetto al 2015). Il volume complessivo di risorse a finanziamento della spesa corrente del servizio sanitario regionale nel 2016 è pari a otre 8 miliardi di euro (50 milioni in più rispetto al 2015): 7,4 miliardi per finanziare i Lea, 68 milioni per progetti collegati alle università, 33 milioni per l’innovazione, 78 milioni per le integrazioni alla quota capitaria delle Ausl, 143 per le Aziende ospedaliere, 113 per indennizzi vari e 185 per i farmaci innovativi (epatite C e innovativi oncologici) e per il fondo di gestione sinistri”.

La nota spiega come i tecnici della Giunta abbiano poi sottolineato come “prosegue l’impegno della Giunta sui tempi delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e la presa in carico. Attenzione anche allo sviluppo delle case della salute e degli ospedali di comunità, in ambito di cure palliative, percorso nascite, adolescenza e infanzia, all’implementazione sulla procreazione medicalmente assistita, ai programmi rivolti alle persone con disturbi dello spettro autistico e, ancora, ai servizi socio-sanitari per la non autosufficienza, alla tutela della salute negli istituti penitenziari e alla ricerca”.
 
Critico Daniele Marchetti (Ln): “Non condividiamo le linee di programmazione, in particolare la scelta di riconvertire alcune strutture sanitarie in ospedali di comunità e case della salute: un modo, a nostro giudizio, per contenere i costi relativi alle risorse umane a discapito del servizio, in particolare per le aree appenniniche”. Gabriele Delmonte (Ln) ha chiesto di “prevedere target sulle dimissioni di chi è impegnato in percorsi negli Opg e nelle Rems”.
 
Raffaella Sensoli (M5s) ha invece disapprovato “la scelta di conservare il parametro dei 500 parti all’anno per i punti nascita. Noi non molliamo, anche le aree periferiche della regione, come la montagna, necessitano di servizi”. La consigliera ha chiesto anche di “confermare il metodo diretto della gestione dei sinistri”. Infine ha sollevato dubbi sull’esercizio della salute mentale: “È necessario operare in maniera tempestiva”. Andrea Bertani (M5s) ha chiesto di “uniformare il registro regionale dei tumori” e di “prevedere progetti e programmi collegati al risparmio energetico, insufficiente il solo monitoraggio su energia elettrica e termina”.
 
Tommaso Foti (Fdi-An), relativamente alle linee di programmazione, ha parlato di “un bigino per le Ausl, nel quale si programma pure la tipologia di spesa”. Il consigliere ha chiesto, sull’erogazione dei fondi, di “tenere conto dell’età della popolazione e delle aree territorialmente svantaggiate”. Andate a vedere, ha ripetuto, “cosa realmente accade sui territori, a Piacenza ci sono aree distanti anche 70 chilometri dai presidi ospedalieri”. Ci ritroviamo, ha aggiunto, “con un personale sanitario che non si occupa del paziente ma che è costretto ogni giorno a fare i conti con le poche risorse a disposizione”. Infine, ha sollevato il problema “della scarsa manutenzione delle strutture e dei ritardi in ambito informatico”.
 
Invece per Marcella Zappaterra (Pd) “il programma della Giunta tiene conto dei bisogni dei cittadini”. È importante, ha specificato, “il raggiungimento degli obiettivi di mandato”. La consigliera ha poi chiesto di “prevedere un fondo per le persone affette da Hcv infettate a seguito di trattamenti sanitari, in attesa dei risarcimenti e con problemi ad accedere ai farmaci”. Infine ha sollecitato la Giunta a porre l’attenzione “sulle problematiche cui sono soggetti i medici che praticano l’interruzione volontaria di gravidanza e sulla diminuzione dei donatori di sangue”.

30 giugno 2016
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