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Fimmg replica a Venturi: “Ma quali interessi nascosti, la verità è che il software unico non va”

04 LUG - Gentile direttore,
nell’articolo “l’Assessorato risponde alla Fimmg” del 30 giugno si riporta la seguente frase attribuita all’Assessore Sergio Venturi: “non servono chiusure ma un confronto aperto, sia su questi temi che sul contesto complessivo, e a tal fine la Regione ha convocato per mercoledì 13 un incontro con tutte le rappresentanze dei Medici di medicina generale”.
 
Ebbene, da due anni chiediamo un confronto senza pregiudizi o chiusure e ai nostri ripetuti inviti, l’Assessore, neppure si è degnato di rispondere. Solo ora, con la dichiarazione di stato di agitazione, si è giunti a fissare una data per il “confronto aperto”.
 
Nel frattempo è stato prodotto ed acquistato un software che noi giudichiamo inidoneo e che è stato bocciato anche da gran parte di chi lo ha sperimentato. Forse l’Assessore non rammenta, ma sul Software regionale, abbiamo redatto un documento ricco di riflessioni squisitamente tecniche nel 2013 e neppure quest’ultimo è stato preso in considerazione. Un esempio per tutti e che attiene alla sicurezza dei pazienti: a qualcuno può sembrare logico che col nuovo “SW unico” si possa operare solo in cloud, in pratica, solo se internet funziona? Sempre nel frattempo sono anche iniziati percorsi nelle Case della salute, percorsi che non sono condivisi dai Medici di famiglia e dalle loro legittime rappresentanze.
 
Anche qui un esempio per tutti: il percorso che noi chiamiamo, tanto per capirci, l’“Infermiere da passeggio”, sì, quel percorso che vede impegnato personale infermieristico in passeggiate con pazienti grassottelli al fine di migliorarne il metabolismo… Nulla di male se vi fosse sovrabbondanza di personale, ma nelle attuali ristrettezze, con le quotidiane difficoltà che gli infermieri affrontano per carenze di personale, a molti di noi e a molti cittadini il “progetto” pare fuori luogo e dispendioso.
 
Ma, tornando all’articolo, la frase attribuita all’Assessore Venturi, relativa alla controversia software, nella quale si afferma: “non possono avere spazio altri interessi” ci ha lasciati profondamente perplessi. Sì perplessi perché traspare un retro pensiero o forse meglio un modo di pensare… I nostri vecchi ci insegnavano a pensar bene prima di parlare ed allora, certi che anche Sergio Venturi sia stato così formato ed abbia ben pensato prima di fare quella affermazione, ci siamo posti il problema di cosa volesse intendere l’Assessore con quella frase un po’ sibillina, con quelle poche parole.
 
Le spiegazioni non possono essere molte: in pratica, dietro quella breve affermazione, si potrebbe lasciare intendere che la Fimmg abbia un qualche interesse da difendere nel pretendere di mantenere almeno i software con le migliori caratteristiche, i software accreditati da Società scientifiche, i software compatibili con il sistema SOLE, i software che consentono audit clinici, ricerca clinica … Insomma, forse si vorrebbe far capire che la Fimmg o i suoi rappresentanti, avrebbero interessi misconosciuti nella questione? E’ necessario che l’Assessore sappia che ancora una volta è stato mal informato: stia sereno, noi non abbiamo opachi interessi da difendere nel prendere posizione contro il “Software Unico”.
 
Chiaro? Se domani, in via Aldo Moro, decidessero di progettare un’automobile “unica” da imporci, magari una Trabant, anziché un software, ci porremmo domande, avremmo dubbi e perplessità, pur non avendo alcun interesse in quel di Stoccarda o a Detroit ... Ora si rende necessaria anche un’ultima osservazione: è possibile che a fronte di obiezioni tecniche si risponda pensando che vi sia qualcosa di non detto e di opaco nelle posizioni del proprio interlocutore? In Assessorato pare proprio impensabile che si prenda una posizione pienamente professionale e priva di “altri interessi”? Crediamo purtroppo che questo modo di pensare sia tipico di una certa politica, capace di vedere le cose solo attraverso la lettura d’interessi poco espliciti.
 
E allora dobbiamo chiedere all’Assessore: ma se i cittadini usassero quello stesso metro, cosa dovrebbero pensare quando da anni si costruiscono, con obiettivi non chiari, Case della salute grandi migliaia di metri quadri o si convenziona il Servizio sanitario regionale con note Assicurazioni? Ai cittadini, l’ardua sentenza.
 
Fabio M. Vespa
Segretario Provinciale F.I.M.M.G. Bologna

04 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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