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Codici bianchi. In Friuli Venezia Giulia se ne occuperanno  le centrali territoriali

Lo annunciato l’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca. “Sono ancora troppe le chiamate al 118 per casi lievi classificati come codici bianchi. Per questo vogliamo accelerare la realizzazione delle centrali territoriali per i problemi urgenti che non richiedono l’intervento dell’ambulanza”. Dal 1 maggio al 31 agosto su 32.315 chiamate di soccorso al Nue, 5.559 sono stati codici bianchi, 12.795 sono codici verdi,   13.149 i gialli e 812 i rossi.

30 OTT - “A sei mesi dall’entrata in funzione della centrale unica regionale dell’emergenza sanitaria sono ancora troppe”, in Friuli Venezia Giulia, “le chiamate al 118 per casi lievi classificati come codici bianchi. Per questo vogliamo accelerare la realizzazione delle centrali territoriali per i problemi urgenti che non richiedono l’intervento dell’ambulanza, collocando questo correttivo ai primi posti tra quelli da apportare al piano regionale dell’emergenza urgenza”. Lo ha annunciato l’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca.

Il bilancio dei primi mesi di attività del numero unico dell’emergenza (Nue) e della sala operativa regionale dell’emergenza sanitaria (Sores) è stato al centro di un incontro pubblico svolto a Palmanova, promosso da Federsanità Anci e Ordine regionale dei giornalisti, in collaborazione con lo stesso Sores.

Uno dei dati emersi nel monitoraggio del servizio dal 1 maggio al 31 agosto, illustrato da Vittorio Antonaglia, direttore della centrale unica dell’emergenza, è che su 32.315 chiamate di soccorso classificate nei diversi codici, 5.559 sono codici bianchi, 12.795 sono codici verdi, mentre tra i codici prioritari, 13.149 sono i codici gialli e 812 quelli rossi.

Complessivamente, considerando anche le chiamate non comprese tra le richieste di soccorso, sono state gestite mediamente dal nue 34,4 chiamate all’ora.

In questo contesto, Telesca ha evidenziato come “vi sono delle richieste che non sono delle vere emergenze ma sono un’urgenza per la persona che chiama che ha la percezione di avere un problema a cui dobbiamo dare la risposta adeguata, senza gravare sulle reali emergenze”.

Per questo tipo di risposte è previsto un soccorso dell’Azienda per l’assistenza sanitaria attraverso le centrali delle emergenze territoriali. “Per raggiungere questo obiettivo - ha evidenziato Telesca - sarà determinante dare una corretta informazione ai cittadini su chi chiamare e come comportarsi”.

“Ulteriori interventi correttivi - ha aggiunto - verranno messi in campo, come previsto, con la collaborazione del comitato regionale dell’emergenza, alcuni dei quali sono già in fase di predisposizione, come la modifica parziale alla dislocazione dei siti delle ambulanze per garantire una miglior copertura territoriale”.

“Da oltre 10 anni si parlava dell’istituzione della centrale unica dell’emergenza - ha rilevato ancora l’assessore - e se da un lato molte critiche non sono fondate, dall’altro molti aspetti vanno migliorati. Se oggi siamo qui a parlarne è proprio per favorire le conoscenze su come opera questo sistema e comprendere l’importanza del principio di solidarietà che favorisce l’efficacia della rete territoriale dell’emergenza”.

Un rafforzamento a questa rete giunge dal progetto della Croce Rossa udinese, illustrato da Fabio Di Lenardo, direttore generale della Cri di Udine, che prevede l’acquisto di 110 defibrillatori che verranno dislocati sul territorio provinciale sulla base delle indicazioni del Sores, delle Aziende per l’assistenza sanitaria e dei Comuni.

Per Telesca “è un progetto importante, sostenuto da fondi statali, che la Croce Rossa non gestirà autonomamente ma in accordo con la centrale unica, proprio per dare un’impronta sinergica alla rete dell’emergenza che si fonda sulla collaborazione istituzionale, con l’unico obiettivo di salvare vite umane”.

Verranno così garantiti centri storici, punti sensibili e aree scoperte su tutto il territorio udinese, con apparecchiature collegate via web al Sores. La manutenzione dei defibrillatori sarà a carico della Croce Rossa così come la formazione per il corretto utilizzo del personale laico cui si è resa disponibile anche Federsanità Anci tramite la collaborazione offerta nelle parole del presidente Giuseppe Napoli.

30 ottobre 2017
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