Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 02 MAGGIO 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

Interrogazioni/2. Durante l’emergenza Covid  reclutati 9.844 infermieri a tempo indeterminato


"Al fine di riconoscere le particolari condizioni di lavoro del personale sanitario operante nei servizi di pronto soccorso, ivi compresi gli infermieri, l’art. 1, comma 293, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, ha istituito per tale personale, con decorrenza dal 1° gennaio 2022, una apposita indennità di natura accessoria, stanziando apposite risorse". Così il sottosegretario Costa rispondendo ad un'interrogazione di Novelli (FI).

24 MAR - "Dal monitoraggio effettuato dal Ministero della salute è emerso che, alla data del 17 dicembre 2021, per effetto delle misure emergenziali attuate sono stati reclutati complessivamente 76.557 professionisti sanitari, di cui 29.151 infermieri. Nell’ambito del predetto personale circa 9.844 infermieri sono stati reclutati a tempo indeterminato". 
 
Inoltre, Al fine di riconoscere le particolari condizioni di lavoro del personale sanitario operante nei servizi di pronto soccorso, "ivi compresi gli infermieri, l’art. 1, comma 293, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, ha istituito per tale personale, con decorrenza dal 1° gennaio 2022, una apposita indennità di natura accessoria, stanziando apposite risorse"
 
Così il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, rispondendo in Commissione Affari Sociali all'interrogazione sul tema presentata da Roberto Novelli (FI).
 
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Costa.
 
"Il reiterarsi delle diverse misure di contenimento della spesa, ed in particolare dei vincoli per le assunzioni, ha determinato, negli ultimi anni, una significativa riduzione del personale del SSN. Per quanto concerne, in particolare, il personale infermieristico, il decremento di dipendenti a tempo indeterminato registrato nel medesimo periodo è stato pari a -3,0% (in termini assoluti si è passati da 276.670 a 268.273, ossia -8.397 unità in valore assoluto).

La situazione emergenziale ha ulteriormente acuito le difficoltà del sistema e, pertanto, sin dal manifestarsi della pandemia da COVID-19, sono state adottate specifiche misure per consentire alle Regioni e Provincie Autonome di poter reclutare professionisti, in tempi rapidissimi, e sono state stanziate, nel contempo, apposite risorse per potenziare i servizi.  Dal monitoraggio effettuato dal Ministero della salute è emerso che, alla data del 17 dicembre 2021, per effetto delle misure emergenziali attuate sono stati reclutati complessivamente 76.557 professionisti sanitari, di cui 29.151 infermieri.
Nell’ambito del predetto personale circa 9.844 infermieri sono stati reclutati a tempo indeterminato.

Occorre, infatti, evidenziare che l’immissione nel sistema di risorse destinate al reclutamento di personale con rapporti di lavoro flessibile, ha consentito alle Regioni di liberare risorse per il reclutamento anche di personale a tempo indeterminato.   
Inoltre, al fine di valorizzare la professionalità acquisita dal personale che ha prestato servizio durante l’emergenza pandemica, l’art. 1, comma 268, lett. b), della legge di bilancio per il 2022 ha previsto un percorso di stabilizzazione, presso gli enti e le aziende del SSN, del personale assunto a tempo determinato che abbia svolto un periodo rilevante del proprio servizio nel corso dell’emergenza pandemica.

Ciò posto, oltre alle predette misure volte a potenziare il personale del SSN, ivi compreso il personale infermieristico, al fine di corrispondere al crescente fabbisogno di infermieri registrato negli ultimi anni, a partire dall’Anno Accademico. 2017/2018, il numero di posti per l’accesso ai Corsi di Laurea in Infermieristica è stato aumentato complessivamente di oltre 20 punti percentuali.
L’aumento maggiore si è registrato nell’ultimo Anno Accademico (2021/2022), nel quale gli Atenei hanno bandito 17.394 posti, ossia 1.394 posti in più rispetto all’anno precedente (+9% in un solo anno).

Complessivamente, negli ultimi 3 anni sono stati resi disponibili oltre 49.000 posti per l’accesso ai predetti corsi di laurea.
Considerato che l’accesso ai corsi di laurea è strettamente legato alla capacità formativa degli Atenei, proprio per corrispondere ai crescenti fabbisogni di professionisti sanitari registrati, in considerazione dei dati relativi ai flussi in entrata ed in uscita dei professionisti sanitari del Servizio Sanitario Nazionale, è stato istituito un Tavolo tecnico interistituzionale permanente tra il Ministero dell’università e della ricerca ed il Ministero della salute, per il potenziamento dell’offerta formativa.

In ogni caso, un ulteriore elemento di riflessione riguarda la questione “vocazionale” degli immatricolandi, ossia l’effettiva copertura dei posti messi a bando in quanto, ad esempio nell’a.a. 2020/2021 sembrerebbe che in alcuni Atenei il rapporto tra le domande presentate e i posti disponibili, per il corso di laurea in infermieristica, sia stato inferiore a 1, ossia che il numero di richieste di iscrizione sia risultato inferiore al numero di accessi effettivamente disponibili.

Per quanto attiene ai confronti internazionali riportati nel testo dell’interrogazione, occorre precisare che le opportune conclusioni di una eventuale analisi di “benchmark” condotto sul tema devono tener conto almeno di due fattori.

Innanzitutto della questione legata ad una particolare figura professionale, i cosiddetti “Associate nurses”, ossia infermieri con una qualifica ed una formazione inferiore rispetto agli infermieri professionali, che nel nostro Paese non esiste, ma che se conteggiata per altri Paese inficia inevitabilmente il confronto e la determinazione del valore dell’indicatore infermieri per 1000 abitanti. Basti pensare ad esempio che gli “Associate nurses” rappresentano circa i due terzi degli infermieri in Slovenia e circa un terzo degli Infermieri in Svizzera, Islanda e Finlandia.

In secondo luogo, il raffronto andrebbe fatto a parità di “status occupazionale” dei professionisti, ossia occorre appurare che tutti i dati siano riferiti alla medesima grandezza, siano essi “practising”, “professionally active” o “licensed to practice”, che sono le tre definizioni utilizzate dagli Organismi internazionali nelle proprie rilevazioni e studi di ricerca.

Si ricorda che, con l’obiettivo di riconoscere e valorizzare il ruolo strategico degli infermieri dipendenti dalle aziende e dagli enti del SSN, reso ancor più evidente durante la pandemia da Covid-19, l’art. 1, comma 409, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, ha previsto il riconoscimento di una indennità professionale specifica, quale parte del trattamento economico fondamentale.

Da ultimo preciso che, al fine di riconoscere le particolari condizioni di lavoro del personale sanitario operante nei servizi di pronto soccorso, ivi compresi gli infermieri, l’art. 1, comma 293, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, ha istituito per tale personale, con decorrenza dal 1° gennaio 2022, una apposita indennità di natura accessoria, stanziando apposite risorse".

24 marzo 2022
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Governo e Parlamento

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy